Lazio 2017

Giorno 49

Manca mezz’ora circa da Amatrice, scendo ancora verso il fiume Tronto, anche qui il muro a fianco strada ha ceduto in alcuni punti. Per arrivare ad Amatrice devo guadare di nuovo il fiume. Inizialmente pensodi togliere le scarpe per non bagnarle, ma sarebbe pericoloso, potrei tagliarmi facilmente anche perché ho la pelle molto morbida essendo i piedi a mollo da ore.

In realtà riesco a saltare tra un sasso e l’altro aiutandomi con i bastoncini. Qualche orticaria e albero rovesciato dopo, arrivo ad Amatrice. Già ad inizio paese le prime case colpite. Ci sono intere pareti crollate come una casa di carte da gioco in cui solo una parete cede e si vede dentro il contenuto. Letti, mobili, cucine, bagni, tutto all’aria.

Raggiungo un bar e subito dopo un blocco con dei militari. Mi fermo a fare due chiacchiere e chiedere qualche consiglio, scopro che sono della caserma di Pordenone, e quindi sanno dove abito. Seguendo i consigli finisco in un accampamento della protezione civile, li vicino ci sono dei bagni dentro un prefabbricato. Si questo è il posto dove passerò la notte. Non c’è molto spazio per stendermi. Mi sistemo alla meglio. Oggi è un anno dalla mia prima partenza, non ho nulla con cui festeggiare ma poco importa.

Quest’anno ho 2500km di vantaggio.

Giorno 50

Alle 6 c’è già qualche mezzo meccanico che sta lavorando, io mi rimetto a dormire.

Alle 7 decido di alzarmi, un uomo poco dopo entra per usufruire del bagno a fianco a quello in cui mi sono messo io. Sta fumando e me ne accorgo immediatamente. Ora tocca a me. Uso l’altro bagno per evitare l’aerosol dello sciacquone che potrebbe finire su tutto lo zaino e magari anche sul cibo. Quando ho quasi finito un altro uomo entra. Ritorno dallo zaino e comincio a prepararmi, mentre lo faccio arriva l’uomo delle pulizie. Non è per niente stupito di vedermi li. Faccio in fretta perché deve pulire, inizialmente mi dice di fare con calma, poi dopo 5 minuti è come se avesse fretta, quasi volesse cacciarmi.

Comunque vado verso il bar dove ho appuntamento con un locale per il rifornimento di cibo visto che ad Amatrice non c’è un alimentari e per farmi spiegare come fare per passare il paese.

Verso le 8 arriva e prova a farmi passare dal blocco visto che lui o dei suoi conoscenti erano passati, ma i militari sono obbligati a non far passare nessuno.

Così mi immette in un altro sentiero che si ricollegherà al Sentiero Italia al prossimo paese.

A Cornillo Vecchio incontro Pietro già allertato del mio passaggio per evitare anche qui il paese passando per campi. Anche questo piccolo paese e martoriato dal terremoto. Lascio alle spalle il paese e prendo una vecchia strada di comunicazione, anche qui il muro a fianco la strada in alcuni tratti è crollato. I massi sono davvero grandi, ci vuole un sacco di forza per spostarli, posso solo immaginare la potenza del terremoto e la paura di chi lo ha vissuto.

La rugiada comincia da subito a bagnare le scarpe, e così i piedi ritornano presto lessi. Scendo verso il Tronto per risalire verso la Madonna di Filletta, stanno sistemando il sentiero in questo tratto ed anche la chiesa. Ora si susseguono piccoli borghi come Rocchetta, San Lorenzo e Flaviano, Casale, San Tommaso, tutti collegati dalla stessa vecchia strada e tutti in qualche modo colpiti dal sisma. A Rocchetta e Casale devo pure attraversare su macerie, a San Lorenzo trovo una strada alternativa.

I collegamenti sono abbastanza in buone condizioni, e dove ci sono edifici si vede veramente quanto è stata forte la scossa. Anche qui case completamente crollate, altre invece senza pareti in cui si vede dentro che il tempo si è fermato. Scendo verso Fonte del Campo, il sentiero è abbastanza chiuso e riesco a seguirlo quasi sempre fedelmente. Al paese non si può passare, c’è un blocco e devo prendere un deviazione che mi porterà sopra Accumuli perché anche Accumuli non la posso attraversare. Passo un posto di blocco militare, continuo a salire. A circa 900m stanno allestendo un campo di case prefabbricate per chi ne è rimasto senza.

Continuo a salire fino ad incontrare una chiesa semi crollata di fronte la quale c’è una fonte. Mi fermo per pranzare. Il cielo comincia a brontolare, per fortuna i tuoni arrivano da lontano. Da qui vedo che piove nella zona di Preta, dove sono passato ieri. Non mangio in fretta perché sono convinto che non arriverà la pioggia qui, almeno per ora, però sono costretto ad indossare la felpa per il vento che si è alzato.

Intanto mentre mangio, scopro altre 4 zecche sul mio corpo. Riprendo a salire, mi sto dirigendo verso i Monti Sibillini, la salita a tratti mi impegna e così tolgo la felpa. Arrivato in cima c’è un bel vento tiepido. Alcuni cavalli pascolano liberi nei prati. Ora sono esposto ed il vento mi procura dei brividi, di nuovo con la felpa.

Ora la strada è in quota fino alla fonte Copelli dove scende per poi riprendere quota è continuare tranquilla fino a Forca Canapine dove comincia il tratto di competenza Umbra.

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