Abruzzo 2016

GIORNO  54

La notte mi sveglio spesso, le nuvole hanno lasciato spazio alle stelle, una macchina fa capolino con i suoi grandi fari ma subito decide di tornare indietro.

Vedere il cielo da sotto l’albero lo fa sembrare addobbato con le lucine di natale.

Quando mi risveglio il sole è sorto e con i suoi raggi sta già scaldando il sacco a pelo, esco, ma preferisco mettere la felpa.

Mi preparo con calma e cerco la prosecuzione del Sentiero Italia Abruzzo: trovo due segnavia in direzioni diverse e prendo quella che a me sembra più corretta nonché conveniente.

Comincia subito male, una successione di alberi caduti mi rende difficile proseguire ma anche trovare il Sentiero Italia Abruzzo. Dopo 50-70 m nei quali sono andato avanti a sentimento trovo un sentiero ma si chiama i5, lo seguo un pò e sembra essere quello giusto.

Continua abbastanza bene, è segnato decentemente poi comincio ad avere difficoltà e sembra abbiano cominciato a pulire dai rami ma abbiano lasciato tutto sul sentiero. Quando arrivo alla strada asfaltata non ci sono più indicazioni.

Controllo il telefono ed il GPS e fermo a 600m in linea d’aria dietro di me: cerco di aggiornarlo ma non funziona. L’unica è spegnere e riaccendere. Bene, ora funziona. Mi mancano delle indicazioni ma comunque prima o poi devo salire, allora prendo la strada in salita. Da 1100 m circa devo arrivare a 1600 m ma poi continuare fino a 2000 m ed è tutto probabilmente esposto al sole. Voglio evitare un altro mal di pancia quindi comincio la salita con calma ed infatti riesco a tenere la temperatura bassa. Arrivo ad una fontana e non ho coraggio di bagnare la testa tanto fredda e l’acqua. Spero di non pentirmene più avanti. Trovo traccia di un sentiero, ma nemmeno questo è il Sentiero Italia.

Sono arrivato a 1600m in una sella, le indicazioni che ho mi farebbero scendere al paese dall’altra parte ma poi risalire per la stessa strada perciò lo passo senza esitazioni e continuo sempre in salita, ma questa volta molto più intensa, è una pista da sci e la pendenza è quasi sicuramente superiore ai 40°, non mi mette in particolare difficoltà perché sono arrivato fin qui con calma e poi l’aria è rinfrescante, sarà la quota penso. Finita la salita comincia un lungo traverso sul gruppo della Majella, sempre in salita ma molto più dolce. Quando trovo una fontana mi fermo per bere e mi accorgo solo in quel momento di quale vista si gode da qui.

Sotto lontane, le vallate con i paesi,  a destra il monte dove ho passato la notte, e vedo pure il bosco attraversato presto la mattina, la strada asfaltata e parte della salita. È limpido e riesco a vedere l’Adriatico per la prima volta.

Per la prima volta incontro il pino mugo, e visto che mi trovo su una zona molto simile alle Dolomiti sulla Alpi mi sembra di essere tra i monti di casa, ma non sapevo che sarebbe stata ancora più forte la sensazione due ore dopo.

Dopo la fontana non ci sono più segni e seguire il Sentiero Italia Abruzzo non è facilissimo anche se non cambia molto non seguirlo in un campo così aperto,  dopo molti giorni supero di nuovo la quota 2000 m, e comincio ad aver la sensazione che la quota si rinfreschi ma che anche la giornata sia più fresca. Sento il sole scaldare sulla pelle, ma se dovessi fermarmi dovrei mettere la felpa, anche ora nelle ore centrali della giornata.

Ho preso acqua solo per la pasta e dovrei arrivare ad un rifugio tra non molto, così mi fermo lì a mangiare sperando ci sia un posto all’ombra, ma il rifugio non lo trovo. Quasi d’improvviso arrivo in una grande vallata che sembra un vero e proprio canyon con le pareti di dolomia con i classici ghiaioni. E percorrere questo sentiero mi fa sentire tra le montagne che conosco. Mi sembra proprio di percorre un sentiero già visto, un ghiaione percorso dritto per dritto tagliando il sentiero.

È passata l’una e mezza, non ho fame ma so molto bene che è meglio mangiare, ma non trovo un posto all’ombra.

Poi vedo una insenatura nella roccia più avanti nel sentiero che mi ripara dal sole dove poter mangiare al fresco.

Una pasta senza condimento e poi riparto. In un’oretta arrivo ad un rifugio dove trovo acqua e una cinquantina di ragazzi saliti fino a qui, due chiacchiere veloci, sono di Bari e sono di un campo scuola, poi riparto.

La discesa mi diverte e canticchio,  e in breve tempo sono arrivato a Lama dei Peligni. Mi fermo al centro informazioni e mi dicono che il Sentiero Italia Abruzzo qui non esiste più.

Per fortuna hanno tenuto dei sentieri che più o meno percorrono gli stessi itinerari. Quindi il sentiero i5 di questa mattina era uno di questi.

Il percorso continua con un altro sentiero ma non è uguale e nel bosco senza tracce cerco di prendere le deviazioni giuste. La traccia non è lineare ma arrivo comunque a Fara San Martino dove compro cena, colazione e pranzo perché non credo di arrivare in tempo per il pranzo.

Il sentiero comincia bene e subito in salita, trovo delle more e ne approfitto. Ma devo sbrigarmi, sono le 19.30 ed ho ancora 7-8 km da fare fino al prossimo paese e ci voglio arrivare perché non ho voluto prendere acqua sufficiente per far bollire la pasta.

Inizialmente è una stradina, ma poi diventa un sentiero nel quale ogni tanto le piante stringono il passaggio, in un tratto una frana ha portato via il sentiero, trovo dei vecchi segni del Sentiero Italia Abruzzo e dei segni riguardo il sentiero 38. Qui il sentiero non mi piace,anche se è facile seguirlo ci sono rovi in agguato.

Ma oggi sembrano non pungermi.

Comincia ad essere buio e ritornando nel bosco ho bisogno della frontale,  sembra di essere in un corridoio di piante tagliato apposta. Non mi dispiace questo tratto, fino a quando non funziona più la frontale, ma sono vicino al paese. Arrivato alla strada trovo una fontana e decido di fermarmi qui per evitare il trambusto che potrei trovare in paese. Spero naturalmente che non passino molte macchine questa notte.


GIORNO 55

Da sotto l’ulivo vedo il sorgere del sole, o meglio, vedo i primi raggi del sole illuminare le cime di fronte a me e sulla cima di una di queste Pennapiedimonte.

Il Sentiero Italia Abruzzo questa mattina comincia in salita e con piante che lo coprono, le ortiche non perdono tempo ma sembrano graziarmi.

Così fino al paese, e oggi per la prima volta non riesco a finire la porzione di biscotti per colazione. Arrivato al paese mi destreggio tra i vicoli per arrivare alla parte alta del paese e trovare il sentiero per proseguire.

Questo sentiero è pulito, porta anche ad un rifugio ma devo svoltare prima.

La salita è sicuramente tra le più impegnative da quando sono partito per questo viaggio. Non tanto per la pendenza, ma per la continuità e la lunghezza. Di solito non durano più di 300-400 m, questa invece sprosegue per 1000 m che non mollano mai: non mi sento in gran forma, fa caldo, vado piano. Proprio non riesco a metterci grinta.

Quando arrivo alla svolta, comincia la discesa, anche qui il Sentiero Italia Abruzzo è pulito e segnato e trovo pure un vecchio cartello con scritto Sentiero Italia, ma indica la direzione da dove sono venuto. In discesa ne trovo un altro, ma questa volta indica la direzione che devo prendere.

Mi porta fino a delle cascate, e qui incontrerò un pò di turisti che salgono a vedere le cascate, mentre loro salgono, io scendo.

Finito questo tratto inizia la strada e dalla mappa che ho visto ieri non ci sono sentieri per il mio percorso ma dopo aver imboccato la strada che mi ero segnato, scopro che è segnata come sentiero, ma un cartello dice che è chiuso per una frana.

Cosa faccio? Ok, continuo.

È caldo finisco l’acqua, ma è quasi mezzogiorno, voglio trovarne per farmi la pasta e poco fuori dal sentiero ne trovo, ma non so se è potabile. La strada è tutta rotta,ma percorribile. Voglio fermarmi in un posto all’ombra, ma con del sole vicino per caricare le batterie e qui nel bosco non trovo nulla che mi piaccia ma nella mappa a 2km vedo un pianoro. Si può fare. Anche perché poi c’è un bel tratto in discesa, molto meglio se avrò la pancia piena.

Salendo trovo il punto della frana, ma qualcuno ha sistemato alla meglio per poterci passare comunque, più avanti c’è una fontana, così svuoto la borraccia e la riempio con l’acqua sicuramente potabile. Sono un po’ impaziente e la salita anche se corta mi sembra non finisca. Arrivato alla piana e finito il pranzo voglio stendermi un po’, ma le mosche mi fanno capire che oggi non potrò concedermi questo lusso, poco più avanti trovo un altra fontana e bevo riempiendomi la pancia, è freschissima!!!!

Oggi è una giornata no, la testa non vuole collaborare e ho un fastidio agli adduttori.

Il resto del sentiero non è proprio messo bene come il tratto percorso, diversi alberi sono caduti sul sentiero e ostacolano il passaggio, si deve girare attorno o cercare di passarci in mezzo.

Arrivato sulla strada non trovo sentieri che continuano perciò mi devo fare 6 km di asfalto. È quasi tutto sotto il sole ma trovo una fontana dopo 2 km e non esito a rinfrescarmi e bere di nuovo.

Una volta sul Passolanciano chiedo dell’alimentari, ma non c’è. Sono le 17.20 e per il prossimo paese ho 13 km da fare secondo la mia mappa, ma potrebbe essere anche di più, perciò mi vorranno circa tre ore. Il vantaggio è che è tutta discesa: chissà come sono i sentieri!!!!

Ora il caldo sembra non essere più molto forte, perciò riempio solo mezza borraccia di acqua. Ho tutto, mi mancherebbe solo il condimento per la pasta, beh ci provo. Il sentiero comincia molto bene e riesce a darmi il ritmo e la grinta che cercavo tutto il giorno. Poi una svolta diventa meno facile, ma non mi fa rallentare.

Altra fontana e mi rinfresco, cavolo se è fresca,  viene fuori dalla montagna sicuramente. Da qui trovo un sentiero dove c’è una traccia di erba tagliata con un rasaerba che fa il giro di questo colle e perciò proseguo senza intoppi.

Un breve tratto di asfalto ma poi diventa difficile :la traccia è incerta perché in un campo incolto. Ma i segnavia sono buoni. Poi non vedo quello successivo,  le tracce sono molte, non ci voleva. Provo di qua, niente.  Provo di la, nemmeno. Controllo la mappa e la mia posizione devo scendere sempre dritto. Così faccio, e man mano che proseguo mi pare di vedere un segnavia su una roccia.

Il campo è molto ampio e la vista permette di vedere lontano, ma il segno è messo ad almeno 150m da quello precedente, però c’è! Stessa cosa per quello successivo, ma ho già imparato il trucco, sono parecchio distanti e vedere un segno di 20x8cm da quella distanza non è facile. Il paesaggio invece mi piace molto, le lame di luce radente illuminano solo alcune zone creando un contrasto molto interessante. Cerco di fermarmi poco per delle foto. Incontro di nuovo la strada. Mi mancano 4-5 km e sono le 19.15, l’alimentari sicuramente chiude alle 20 perciò devo fare in fretta.

Ci sono una quindicina di scout con zaini enormi nella mia direzione. Finalmente qualcuno che fa un tratto con me. Ma loro sono praticamente già arrivati. Li passo molto velocemente e per fortuna il sentiero non mi da più problemi, è pulito e ben segnato. Incontro altri ragazzi, ma in direzione di opposta. E probabilmente si fermano tutti nello stesso posto. Vorrei fermarmi per passare una serata in compagnia, ma voglio anche fare raggiungere i 40 km giornalieri e procurarmi il condimento.

C’è ancora una speranza. Il sentiero poi scende fino ad un eremo, molto bello, la luce ora è ancora più calda e accarezza di taglio la roccia ed illumina l’eremo. Dall’altra parte della gola mi concedo una foto ed un video. Poi riprendo velocemente, 150m do salita. Fa caldo ma le gambe girano bene. Arrivato in paese vedo subito una fontana ma ora mi serve l’alimentari. Vedo un signore da dietro un muro a secco e mi avvicino per chiedergli dell’ alimentari. Non mi capisce, e mi chiede di parlargli in inglese. C’è pure suo figlio. Ma l’alimentari a Decontra non c’è, a Caramanico Terme si ma è troppo lontano.

Si offrono per aiutarmi e mi porteranno fuori di casa un po’ di cose. Mi fermo a chiacchierare e spiego cosa sto facendo, sono simpatici e così rinfresco pure il mio inglese arrugginito. Loro mangeranno in casa ma ci siamo dati appuntamento per il tè dopocena. La casa è di sua sorella che però non sta molto bene e si corica presto e sua figlia la segue. Mi fermo a parlare a lungo,tra le cose interessanti che mi dice mi colpisce che “statisticamente ci sono state più persone sulla luna che quante hanno camminato costa a costa l’America”.

Insistono per aiutarmi in qualche modo. Ma non mi aspettavo di incontrarli, quindi ho tutto quello che mi serve. Mi offrono un materassino in gommapiuma, lo accetto così si sentiranno di avermi aiutato, anche se con i ceci lo hanno già fatto.

Sono le 23 e li saluto, mi metto li vicino così domani posso tornargli il materassino.

La notte i cani mi vedono e abbaiano a lungo, poi mi scoccio, anche perché sto tenendo svegli i vicini. Gli vado vicino, ma è un fifone e scappa. Così possiamo tutti tornare a dormire.

GIORNO  56

Mi preparo con calma sperando di poter salutare i compagni di chiacchiere della sera prima. Ma alle 7.30 decido di non aspettare più e così mi incammino.

Un sentierino che scende tranquillo fino a Caramanico Terme dove non dovrei passare, ma mi serve una nuova saponetta. Continuando trovo una ragazza che mi ferma perché il suo compagno cerca qualcuno con cui salire sul monte Amaro, la cima più alta della Majella, purtroppo io sono già passato in quella zona e comunque il Sentiero Italia Abruzzo non prevede la salita. Chiedo loro indicazioni per una fontana, e poi mi ci dirigo.

Li incontro nel corso e mi vogliono offrire un caffè, e anche se sarà una giornata lunga, faccio una pausa veloce.

Anche se sono di Roma lui ha il padre che vive in Friuli, vicinissimo alle montagne dove ogni tanto sogno di essere. Conosce pure alcune montagne di “casa mia”. Che bella chiacchierata.

Riparto per un pezzo di asfalto fino al prossimo paese dove trovo il Sentiero Italia Abruzzo, è un sentiero che percorrono a cavallo, comincia bene poi si stringe e poi si perde nell’erba alta.

Ci sono dei pali segnavia che mi aiutano, ma ad un certo punto non ne vedo più e perdo le tracce del Sentiero Italia Abruzzo. È pieno di possibili tracce perché ci sono caprioli e cavalli in questa zona che sono liberi di muoversi e così fatico. Per fortuna il telefono prende e riesco a scaricare una foto dal satellite dettagliata che mi da una mano: trovo il sentiero e arrivo poco prima di mezzogiorno a Roccacaramanico e non sapendo se trovo acqua sul monte che mi terrà impegnato in una cresta lunga più di 12km mi fermo in paese per mangiare e recuperare acqua.

Quando riparto metto il telefono in carica e non resta in carica in maniera continua.

Mi fermo e provo con l’altra porta usb. Stessa storia. Scrivo subito alla casa madre spiegando il problema poi torno al borgo per capire se c’è un alimentari e un posto dove stare per cercare di risolvere. Niente alimentari, quindi decido di tornare a Caramanico. Comincio la ricerca di hotel o b&b, e i prezzi sono alti essendo agosto.

Mentre sto cercando un ragazzo in macchina si ferma a salutarmi, si è sbagliato, pensava fossi uno che corre in montagna. Spiego la situazione e mi offre un passaggio fino a Caramanico, lui e un altro sono andati a fare un allenamento in vista di una gara. Ci fermiamo in un bar e scambiamo due parole.

Ricomincio la ricerca e dopo un po’ di tentativi, riesco a trovare qualcosa ad un prezzo abbordabile. Scopro che il problema questa volta è il cavo, male che non ci avevo pensato prima. Arrivo al b&b e ho l’impressione di essere l’unico, ma probabilmente meglio così. È una vecchia casetta arredata vecchio stile ma interessante. Ci sono pure libri da leggere a disposizione, più che altro su Abruzzo e la sua natura. C’è una mappa dei sentieri, intanto la lascio li e mi sistemo in camera. In camera ho la televisione, ma come mi aspettavo assolutamente nulla di interessante in TV.

Mi lavo, esco a caccia di un alimentari e rientro prendendo il libro. In camera mi stendo nel letto e mentre sgranocchio un po’ di patatine controllo la cartina. Ma del Sentiero Italia Abruzzo nessuna traccia, probabilmente è recente.

La sera preparo la cena in camera e guardo un po’ di TV, fortunatamente prendo sonno presto.

GIORNO 57

Colazione per le 7.30 e alle 8 sono di nuovo in strada. Esco e il monte che devo percorrere, che da qui si vede per intero, è coperto dalle nuvole, bene perché è per buona parte esposto e farlo al sole diventerebbe impegnativo. Il pezzo da qui a Roccacaramanico l’ho già fatto, quindi cerco un passaggio e lo trovo subito, proprio per Roccacaramanico.

Risparmio 12 km e quindi almeno 2 ore di strada.

Parto, e il sentiero è battuto e facile da seguire. Mi accorgo di non aver preso acqua: dovevo prenderla a Roccacaramanico, ma ormai è tardi. Comunque sono in una montagna calcarea, deve esserci acqua anche se i due ragazzi di ieri mi hanno detto che non è così.

Nella faggeta sento lontano il rumore delle campane, sono probabilmente delle mucche al pascolo, questo conferma il fatto che ci deve essere acqua. La salita mi scalda e il sole sbuca dalle nuvole così comincio a sudare e ad avere sete.

Finisco la faggeta e arrivo ad un bivacco, ma non c’è traccia di acqua, noto che sulla parete del bivacchetto c’è la scritta SI cancellata come i segni del CAI che indicano il Sentiero Italia Abruzzo.

Continuo, sono in una valle in quota tra i monti, mi piace il paesaggio.

Il sole e le nuvole creano bellissimi giochi di luce e ombra, faccio molte foto. Quando finisco la vallata,non ho più i monti a proteggermi dal vento ed è più fresco perciò metto la felpa. Vedo mucche e cavalli in lontananza e una pozza d’acqua vicino le mucche. Spero di trovarne lungo il sentiero.

Arrivo in cima al monte Morrone ma il paesaggio è coperto, non faccio nemmeno la foto e continuo. Ora il Sentiero Italia Abruzzo è difficile da trovare, prendo delle tracce fatte dal bestiame che sempre si interrompono bruscamente, ogni tanto trovo degli omini che però non hanno un seguito. Le temperature sono calate e non ho più sete da un pezzo.

Arrivo al rifugio Jaccio Grande, c’è una vasca ma è completamente secca. Perfetto!

È mezzogiorno perciò mi mangio quello che ho. Lenticchie, mandorle e un po’ di zenzero candito.

Fuori ha cominciato a piovere, allora mi preparo per la pioggia. Quasi dimenticavo di mettere il copri zaino e il sacco a pelo per sicurezza dentro un sacco impermeabile. Mentre preparo sento delle voci, non ci credo. Metto la testa fuori e ci sono dei ragazzi senza giubbotto con tre cani che stanno venendo proprio qui.

Sono 6 amici che ogni anno salgono per passare la notte in questo bivacco. Hanno la chiave per accedere anche ad un altra stanza e quindi anche al piano superiore dove ci sono dei letti. Loro cercano di asciugarsi con il fuoco e preparare il pranzo. Mi offrono dell’acqua, ne prendo una sorsata e mezza borraccia. Io sono pronto ad uscire: per arrivare a Popoli devo fare circa 13km, non dovrei metterci molto.

Le nuvole basse da subito mi compromettono la visibilità e fatico a trovare il Sentiero Italia Abruzzo, al terzo tentativo ci riesco. Trovo dei cinghiali che per il forte vento non mi sentono e riesco ad avvicinarmi fino a 5m.

Comincia a tuonare e a piovere timidamente.

Trovo dei cavalli che si fanno avvicinare molto vorrei accarezzarli, ma meglio non fidarsi.

Nel bosco il sentiero peggiora, è pieno di rami, piove e i bolli sono sbiaditi, ma proseguendo con calma riesco ad andare nella giusta direzione.

I tuoni cominciano ad essere più forti. E così comincia a piovere, mi accorgo che è grandine. Ora piove forte e  nel bosco tutto diventa scivoloso e devo stare attento a come mi muovo e dove metto i piedi. Un pò mi diverte, ma essere qui con tutti questi tuoni mi mette ansia, è una cresta aperta e i miei bastoncini sono in carbonio, utilissimi quanto leggeri, ma in questa situazione assolutamente sconvenienti.

Mi fermo in un bosco per aspettare che finiscano i tuoni, e quando penso si sia calmata la situazione continuo, ma anche la pioggia. Poco dopo sono di nuovo esposto, la visibilità è poca e il Sentiero Italia Abruzzo non è per niente facile da seguire. Se non ci fossero le nuvole riuscirei a vedere i paletti da lontano non essendoci ostacoli. Controllo spesso il telefono, ma cerco di evitare perché piove. Mi pento un pò di non essermi fermato con quei ragazzi, ma più avanti c’è un rifugio, ma le condizioni del sentiero e il meteo non mi fanno proseguire veloce.

I pantaloni impermeabili forse non sono poi così tanto impermeabili. Ho il costume bagnato. Probabilmente i rovi hanno procurato dei buchi. Devo stare molto attento a non scivolare, le rocce sono viscide e l’erba è alta.

Di colpo il Sentiero Italia Abruzzo cambia, si sposta dalla cresta e continua sulla costa, scende piano ma è molto visibile e facile, un cartello mi dice ancora 1h20′ ma ora riesco a vedere il rifugio. Un po’ di gioia mi pervade ed aumento il passo.

Arrivo al rifugio e lo trovo aperto decido di farmi un po’ di pasta ora che ho dell’acqua. Fuori continua a piovere e tuonare, così mi fermo qua per la notte. Le scarpe e i calzini sono pieni d’acqua, il costume bagnato e pure un pò le maniche della felpa.

GIORNO  58

Fuori è buio, c’è vento e non ha smesso di piovere. Ma almeno non c’è il temporale.

Sono fortunato ad aver trovato questo posto dove passare la notte.

Quando esco non piove più, c’è vento e l’erba è bagnata, il sentiero lo trovo subito e lo seguo. È facile ed è pure indicato, poi di colpo più nulla.

Per fortuna nella mappa ho le strade di questa zona e cerco di prendere la più breve possibile. Al centro visite chiedo informazioni, ma nemmeno loro sanno. Mi indicano la strada che mi fa passare vicino a delle recinzioni con cervi, daini, cinghiali e mufloni. Poi ci sono due gufi ed una poiana in gabbie 5x5x5, poveri.

Prosegue sempre su strada fino a Popoli, dove è ancora presto ma i supermercati dovrebbero essere aperti, essendo domenica è probabile nel pomeriggio siano chiusi.

Ne trovo uno e faccio la spesa per oggi e colazione/ pranzo di domani. Ora so che devo percorrere tanto asfalto, mi mangio 250 g di biscotti e a fianco strada ogni tanto trovo qualche mora bella matura e mangio anche quella. Arrivo a Bussi sul Tirino che sono le 10.30 e mi preparo già il pranzo, ieri pomeriggio ho mangiato solo un barattolo di lenticchie e poi la sera 200 g di pasta. Meglio se oggi recupero.

Mentre preparo inizia a piovigginare, ma come finisco di mangiare esce il sole caldo. Mi metto in cammino e trovo un segno vecchio del Sentiero Italia Abruzzo così proseguo senza troppi pensieri. È una strada battuta e non ho problemi. Così fino ad Ofena dovre poco prima di arrivare trovo la prima ciclabile che cade sul sentiero da quando sono partito. Non trovo una fontana e chiedendo in una casa si offrono di riempirmi la borraccia, non l’ho ancora riempita.

Ora il Sentiero Italia Abruzzo comincia a salire più deciso e prendo una sorsata di acqua, non sudo ancora, continuo con un buon passo, salgo e scendo, ma soprattutto salgo.

Arrivato a Castelvecchio Calviso mi fermo per fare merenda, ma ho perso le tracce del sentiero. Continuo e la mappa mi dice di girare a destra, ma il sentiero non sembra pulito, provo con uno poco più avanti, non esiste perciò continuo sulla stradina bianca, ma questo mi fa allungare di almeno un km così quando sono a San Stefano di Sessanio ho già percorso 50 km e sono solo le 19 così decido di procedere, mi fermo in un ristorante per far riempire la borraccia e chiedere informazioni, ma non sanno nulla del Sentiero Italia Abruzzo.

Comunque trovo la via,c’è un po’ di vento e si sta preparando un bel tramonto. Mi metto anche la giacca e i pantaloni, faccio molte foto, però sono un po’ preoccupato, il meteo mette pioggia questa notte e devo trovare un riparo. Per una mia svista perdo gli occhiali da sole.

Proseguo per 6 km e il vento aumenta perché sono più esposto, se non trovo un riparo non riuscirò a preparare la cena calda. È buio.  Da lontano vedo una costruzione che si rivela un insieme di ruderi, probabilmente un castelletto. Per la cena il vento cala ma una volta finito aumenta di nuovo. Preparo il materassino ma non sono molto riparato e il sacco è rumoroso, ma sono talmente stanco che prendo sonno subito. Mi sveglio poco dopo per il freddo, mi proteggo dal vento con la giacca e subito sento l’effetto.

Mi sveglio un’altra volta: il vento e calato di molto e il cielo è completamente sgombro da nuvole,  le stelle sono tantissime, e con la coda dell’occhio vedo un bagliore, mi giro di colpo ed era una stella cadente, tanto che ho visto la scia ancora luminosa.

GIORNO  59

Il sole è sorto e illumina i ruderi, così posso vederli e vedere il paesaggio che mi circonda. Se non fosse per la quota direi che sono in collina.  Sono circondato da monti erbosi e morbidi, accarezzati dalla luce dell’alba. C’è un po’ di vento e all’ombra fa fresco, perciò quando posso mi metto al sole per scaldarmi.

Quando riparto sto già meglio, fatti 600 m vedo una casetta, con sicuramente delle persone dentro. Cavolo, a saperlo avrei camminato fino qua per avere un riparo decente.

Di fronte la casetta c’è un laghetto, poi mi accorgo di 3 tende. Passo salutando, ma voglio vedere la casetta. Sono in 3 escursionisti che stanno facendo colazione. Hanno dormito in tenda e usano la casa per i pasti.

Sono bolognesi e chiedo informazioni sul tratto Emilia-Toscana e Liguria, mi dicono che sono ben tracciati. Non vedo l’ora comincino.

Continuo e poco dopo è l’ora di togliere la felpa. Ad ogni collina mi aspetto e spero di trovarmi di fronte il Gran Sasso, ma è sempre nascosto.

Ora che il telefono prende scrivo ad Antonietta, una signora che mi ha conosciuto grazie a Facebook, per dirle che tra un’ora sarò a Campo Imperatore.

La salita continua, l’aria è ancora fresca e il ritmo ne approfitta. Finalmente vedo il monte più alto degli Appennini, una punta di calcare che spicca da questi monti tondeggianti.

Arrivo a Campo Imperatore, ma non c’è ancora Antonietta, la chiamo e non ha letto il messaggio. Temporeggio, vado all’ hotel e chiedo informazioni sul Sentiero Italia Abruzzo, cercano di vendermi la cartina del luogo e nemmeno mi dicono che c’è un centro informazioni a 150m da lì.

Esco e vedo il centro informazioni, provo a chiedere pure lì. E dopo le difficoltà tra colleghi mi dicono che il Sentiero va vers sud. Dico che io devo andare a nord, e la risposta è che il sentiero non va a nord.

Ho proprio ricevuto una grande mano a Campo Imperatore. Mentre aspetto intanto mi preparo una pasta, anche se sono le 10.30. È un viavai di macchine e persone, più che altro turisti. Poco dopo Antonietta mi avvisa che è stata fermata per un controllo, allora sposto l’incontro a nord del Gran Sasso.

Non fa caldo anche se non c’è una nuvola, ora il sentiero è molto più facile e non guardo nemmeno se è segnato. Il forcella mi apre la vista su un grande anfiteatro sul fianco del monte.

Ora comincia una lunga discesa. Il Sentiero Italia Abruzzo continua molto battuto e facile, chiacchiero con un escursionista solitario che mi sembra in viaggio da molto visti i segni dell’abbronzatura. Mi spiega che il Sentiero continua così fino a Piano di Tivo dove devo arrivare e dove incontrerò  Antonietta. Trovo indicazioni su un cartello del Sentiero Italia! Sono contento! Scendendo la vallata vedo scorci molto belli che anche qui riescono a farmi pensare ai monti di casa.

A Piani di Tivo chiamo Antonietta, sta pranzado ed è con il figlio, lo raggiungo, facciamo una lunga chiacchierata tra domande varie su attrezzatura e come sto portando avanti il viaggio. Poi mi offre del cibo, troppo e parte devo lasciarlo.

Trovo altre indicazioni per il Sentiero Italia Abruzzo che scende a Pietracamela seguendo un corso d’acqua. Vedo un pezzo di questo paese perché continuo in discesa invece di svoltare e salire. Anche questo mi sembra proprio un bel paesino di roccia!

Poi per fortuna il resto del sentiero è ben segnato, perché in internet non sono riuscito a trovare informazioni sufficienti sul percorso.

Senza grossi problemi mi porta in tutte le tappe, e trovo pure cartelli con dicitura “S.I.”.

Dopo una salita nel bosco c’è un pianoro dove trovo il primo rifugio/casera gestito da quando sono partito. È ancora presto per fermarmi, ma decido di festeggiare l’incontro con un cicchetto. Il gestore non c’è, ma c’è un ragazzo che da una mano, chiedo informazioni ma  non riesce a dirmi quale sia il sentiero e me ne indica uno che si rivela essere quello giusto.

Salendo entro nelle nuvole e il bosco diventa il bosco incantano, la nebbiolina regala un aspetto magico al bosco ma anche al sentiero. Grazie a questo però più avanti perdo la traccia e finisco in un tracciato di downhill che comunque dovrebbe scendere parallelo al sentiero che dovrei percorrere.

A fine discesa, a Prato Selva c’è un bel cartello sul Sentiero Italia Abruzzo, ma è vecchio e non si riesce a leggere. Comunque poco più avanti trovo indicazioni sul proseguimento, anche qui ancora un sentiero facile da seguire anche se comincio ad essere stanco.

Qui ora non è più calcare, non sono sul Gran Sasso, ma sui monti della Laga: è pieno di cascate molto belle. La discesa spesso è ripida ed essendo una zona umida devo stare attento a non scivolare, sento odore di gas spesso nel bosco, deve essere il sottobosco umido che fermenta.

Quasi alle 21 arrivo a Nerito, trovo subito una fontana e mi preparo la cena, non voglio fermarmi qui, non voglio che le auto o le persone mi disturbano.

Allora continuo sul sentiero fino a trovare un posto che mi piace nel bosco e passo la notte.

GIORNO 60

Di sicuro sono a fianco al sentiero ma non sono sicuro sia quello giusto, ma sono anche sicuro di non essere troppo lontano.  Prima di partire finisco la frutta rimasta e i due ultimi pezzetti di pane.

Quasi subito trovo segnato, è un boschetto con un sentiero di collegamento tra Nerito e Tottea. Incontra la strada principale in mezzo alla valle e sale sul lato opposto. Il sole basso all’orizzonte e frontale da fastidio agli occhi, ed il gesto ormai spontaneo di abbassare gli occhiali va a vuoto.

Trovo subito i cartelli che mi indicano la direzione, così non mi fermo nemmeno.

Dal paese parte una strada asfaltata che sale verso un valico che da sul lago di Campotosto, dopo un pò che lo percorro penso che è un pezzo che cammino su asfalto, infatti trovo dei cartelli e capisco di aver preso da direzione sbagliata 1,5 km prima, ma il cartello non era presente.

Ora la strada si trasforma in sentiero che è facilmente percorribile a parte qualche incertezza.

Incontro una pecora, da sola in un prato bene in vista. Avvicinandomi mia accorgo che ha le gambe legata l’una all’altra. Non ci sono altre pecore, non ne ho viste prima e non ne sento nemmeno in lontananza. Non so come mai fosse lì, si è fatta avvicinare e così l’ho liberata. Non ha voluto seguirmi perciò l’ho lasciata al destino.

Quando penso che ormai mi mancano solo 5 km a Campotosto trovo una deviazione inaspettata, la prendo e mi porta nel bosco, mi fa salire un bel pezzo in direzione opposta al paese e penso di aver mancato un bivio, poi i cartelli mi indicano come continuare e mi confermano di essere sulla strada giusta. Non trovo di particolare interesse questo bosco, forse anche perché mi scombussola un pò i piani e gli orari che avevo previsto.

Mi consolo perché il sentiero non presenta particolari difficoltà, però ho un buco in pancia e quando arrivo a Campotosto trovo solo un piccolo alimentari, ma la pasta e i piselli ci sono. Mangio in piazza di fronte la fontana.

Il tracciato che ho preparato mi riporta un pò indietro, ma trovo dei cartelli che salendo non avevo visto e mi indicano la direzione opposta, inoltre scopro di aver mancato un pezzo di sentiero perché sono arrivato dalla strada principale. Passo il paese e non ho visto cartelli. Non so dove andare. Allora provo a salire verso la parte alta del paese e un anziano mi aiuterà dicendo che più avanti ci sono le indicazioni.

Comincio a seguirle, mi fermo in un ruscello a pulire i calzini. Dopo 1 km trovo un cartello di legno colorato di bianco e rosso, che indica di svoltare a destra e subito due paletti anche loro bianco e rossi. Ormai sono abituato alla stravaganza dei metodi per indicare questo percorso.

Li seguo e mi portano sul versante di Preta, la mia tappa intermedia. Poi comincia a salire, ma tende a tornare indietro, e mi fa dubitare. Intanto scopro di avere una zecca sulla gamba, che non avevo visto perché il costume la nascondeva, quando la tolgo però rimane la testa attaccata alla gamba perciò sono costretto a prendere il coltello e togliermi un pezzo superficiale di pelle per evitare inconvenienti molto sgradevoli.

Salgo ancora, controllo i riferimenti, ma non dovrei salire così tanto, ma essendo segnato bene, continuo a seguire. Arrivo oltre i 1800 m e perdo i segni. Non trovo più nulla, potrei benissimo continuare arrivando in cresta, ma sono altri 500 m di salita.

Decido di scendere perché non ha molto senso. Il telefono prende e mi fermo per fare una ricerca in internet, ma non trovo nulla. Per caso passa di lì un signore che sta cercando funghi, chiedo a lui e anche se non è sicuro, capisco che non dovevo girare al cartello pitturato.

Infatti 150 m più avanti c’è il cartello con le informazioni sul Sentiero Italia Abruzzo. In questo punto è meno chiaro, devo entrare nel recinto di un pascolo e non so capisce quale sia il sentiero è quali le tracce di pascolo. Poi diventa una strada, con diverse zone argillose ed umide, e così bagno i piedi e sporco le scarpe. Dopo che ha piovuto non sono riuscito ad asciugarle bene, quindi puzzano ora che torno a sporcarle di fango di certo non migliora la situazione.

Comunque il sentiero è segnato ed arrivo a Preta verso le 17.15. Trovo un cartello che mi indica il prossimo paese a 4,5h. Perciò non farò in tempo per l’alimentari, allora chiedo per l’alimentari di Preta. Non c’è.

Fortunatamente un signore mi sente e mi chiede di cosa ho bisogno. Mi serve solo il condimento per la pasta. Mi lascerà due barattoli di fagioli e 4 fettine di pane che mangio subito.

Quattro ore e mezza sono tante, ma San Martino in linea d’aria dista solo circa 2km. Significa che fa un bel giro lungo. Comincio il sentiero è mi porta a salire fino a 1500m, un sentiero facile, ma mi sembra non finisca mai. Una volta in quota continua in falsopiano dove ci sono dei ruscelli che grazie a dei piccoli salti creano delle cascate. Verso la fine, tra l’erba alta diventa difficile trovare il Sentiero Italia Abruzzo ma è abbastanza intuitivo. Poi tutto in un colpo scende fino a San Martino. Invece di 4 ore e mezza ci ho impiegato poco meno di tre e passo il paese senza nemmeno accorgermene tanto piccolo, trovo pure un alimentari aperto ma non compro nulla. Poi passo altri due paesi e ora mi aspettano altri 3 km asfaltati fino ad Amatrice.

Sono le 21  mi trovo un posto tranquillo dove posso cenare. Ripartendo trovo subito il sentiero e lo percorro fino ad una casa in vendita dove nell’ uscio mi stendo per la notte.

Così finisco anche l’Abruzzo, dove per più volte mi sono sentito in un ambiente montano.

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