Emilia Romagna e Toscana 2016

GIORNO 68

Fatta colazione, il ragazzo che mi ha ospitato si offre di riportarmi a Bocca Trabaria, dove finalmente comincia la GEA: Grande Escursione Appenninica. Da qui in poi, teoricamente, troverò sentieri segnati. La GEA è abbastanza conosciuta tra gli escursionisti ed è il primo dei tre grandi sentieri che incontrerò. Verso le otto e mezza parto. Comincia con un sentiero nel bosco ma trovo alcuni punti in cui il Sentiero Italia Toscana-Emilia Romagna si stringe e piante, tra cui ortiche e rovi danno un po fastidio, ma diciamo che non rallentano. Questo tratto fa parte di un altro lungo sentiero che è il sentiero 00,molto spesso coincide con la GEA, ma lo 00 non scende nei paesi e resta sempre sulla cresta.

Subito il telefono mi fa uno scherzo e non registrata la traccia, così perdo circa 1,5km di Sentiero Italia Toscana-Emilia Romagna. Lo sistemo e riparto. Al quarto km sbaglio strada, era segnato, ma l’alta vegetazione al bivio mi nasconde il percorso, dopo 300m me ne accorgo perché non vedevo più segnavia.

Il Sentiero Italia Toscana-Emilia Romagna continua sulla cresta nel bosco lasciando poca possibilità di vedere il paesaggio. Passo per l’ennesimo Monte Cucco e poi incontro una strada bianca dove i segnavia diminuiscono. Qui il sentiero coincide con il cammino di Francesco. Incontro alcuni camminatori nel senso opposto che lo stanno percorrendo, e verso mezzogiorno, mi fermo su una altura rada dove posso mettere il pannello al sole e mangiare. Prima di me sono arrivate due ragazze che stanno anche loro percorrendo il cammino. Così ho l’opportunità di farmi spiegare qualcosa di più su questo cammino. Quando riprendo ho un dolore da crampi ai polpacci e per questo devo camminare piano, poi dopo 500 metri va meglio e posso continuare normalmente, ma continuerò a sentirli lievemente per ore. Dopo un passo attraversato da una strada, il Sentiero Italia Toscana-Emilia Romagna continua su una strada secondaria e così lasciato il sentiero 00 scendo verso Pieve Santo Stefano, vorrei fare la spesa per oggi e domani perché domenica, ma è troppo presto ed è ancora tutto chiuso. Perciò dopo aver controllato la mappa ed aver visto che passerò per un altro centro, continuo tranquillo. Dopo il centro continuo ancora su una strada secondaria che attraversa alcuni borghi. È un continuo saliscendi, ci sono salite e discese ma che non sono lunghe quindi non dovrei stancarmi facilmente, ma non è così..già nel primo pomeriggio sono abbastanza stanco. Quando arrivo a Caprese Michelangelo trovo un alimentari, qui hanno prezzi onesti, dove prendo 3 banane sperando di risolvere il problema ai muscoli e 3 barattoli di fagioli. Di pasta ne ho abbastanza fino a domenica sera.

Finalmente il Sentiero Italia Toscana-Emilia Romagna è segnato nei paesi, poi ad un certo punto perdo i segni. Ma so che devo salire, allora dopo un pò di tentativi trovo un segno, ma è dentro un passaggio stretto e pieno di arbusti appuntiti, a fianco c’è un campo falciato e continuo li fino ad incontrare la strada. Nella direzione opposta non c’è nemmeno l’indicazione di girare. Passo un piccolo borgo, e non c’è nemmeno una fontana. Sono senza acqua, ho sete e me ne serve pure per la cena. Continuo a salire, nella mia via c’è un eremo, e dubito non ci sia acqua nelle sue vicinanze, se comunque non dovesse esserci dovrei continuare altri 10km fino al prossimo paese che è anche tappa.

Passato il paese trovo una zona il cui il bosco è formato da castagni e ci sono pure molte villette ben tenute. Sono di diversi stili, probabilmente i proprietari suo sono ispirati alle loro origini o a ciò che a loro piaceva.

Salendo per l’eremo trovo una piccola fontana che butta poca acqua. Bevo un po’, giusto per assicurarmi di poter continuare fino al paese.

Due altri km e trovo una fontana con più acqua, così per sicurezza faccio il pieno nel caso non arrivassi al paese.

All’ eremo trovo una porta aperta, c’è una coppia che ha deciso di passare la notte qui, sono le 20, e così non avendo la torcia funzionante, decido di fermarmi anche io. Mangio, facciamo delle chiacchiere e mentre parliamo un ghiro fa capolino e gli diamo un biscotto che sembra gradire, poi dopo una capatina fuori per vedere le stelle decido di andare a dormire. È stata una giornata abbastanza calda con una quota massima di 1300m. Non ho voluto proseguire anche se in discesa fino al paese perché non ero sicuro di trovare un riparo.

GIORNO 69

Comincio a prepararmi e quando sono pronto, avviso la coppia che sto partendo, ci salutiamo e così comincia un altro giorno. Fa caldo anche oggi, forse per la quota o forse è semplicemente caldo. Riesco a vedere il paesaggio sottostante anche se è coperto da foschia, e penso che presto pioverà, se non oggi, domani od al massimo dopodomani.

Arrivo a Chiusi la Verna dove trovo subito una fontana: è un paesino rurale come quelli che piacciono a me. Ci sono case in pietra e vie in pendenza, qui però non troppo strette. Poi salendo il paese diventa più moderno e perde in fascino, ma vedo una farmacia e diversi bar ristorante che offrono punti di appoggio. Io comunque proseguo perché ho tutto.

Continuo la salita fino ad arrivare ad un santuario dove trovo diversi turisti e suore.

Poi riprendo su una stradina bianca, comoda.

In un incrocio con molti cartelli segnavia ritorno su un sentiero. È quasi mezzogiorno, ma ho poca acqua con me per preparare il pranzo, ma quando trovo un piccolo passo, mi fermo, sono all’ombra ma non è troppo freddo.

Ho circa 150ml di acqua, preparo la pasta, la tengo sempre in movimento per evitare che si attacchi. Alla fine non la scolo nemmeno, potrei usare il tutto come colla.

È comunque buona con i fagioli.

Mentre sono qui controllo il Sentiero Italia Toscana-Emilia Romagna e domani non troverò un paese fino al tardo pomeriggio o addirittura la sera. Quindi sono senza colazione e senza pranzo per domani. Per il pranzo ho sufficiente pasta, ma non condimento.

Quando riprendo il cammino i muscoli sono indolenziti, e per fortuna poco dopo trovo una salita che lo risveglia per bene.

Anche oggi è un continuo saliscendi morbido che non dovrebbe stancare, ma non è proprio così.

Scendendo a Badia Pretaglia trovo un albero di prugne: ne mangio alcune perché avevo un buco in pancia. A Badia riempio la Borraccia perché non so quando troverò un altra fonte.

Da qui le indicazioni non sono precise, mi sono accorto che oggi è forse anche ieri non ho trovato nemmeno un’ indicazione del Sentiero Italia Toscana-Emilia Romagna e del Sentiero Europa. Ho semplicemente seguito le indicazioni GEA.

Il sentiero poche volte si stringe, è più simile ad un tratturo che percorre una lunga faggeta, oggi il bosco è più interessante, gli alberi sono più grandi ed ogni tanto c’è qualche ruscello o roccia particolare. Sono le 16 e sono stanco, vorrei fermarmi, ma sprecherei molte ore di luce e le nuvole sembrano diventare più scure e come se non bastasse si è anche alzato il vento.

Dal paese continuo quasi 20km senza trovare acqua, è um sentiero facile e incontro pure qualche turista.

Ho individuato 2 possibili bivacchi per questa notte in base alla distanza che percorrerò. Però devo darmi da fare per raggiungerli.

Ad un valico trovo un bar ristorante, provo a vedere se riesco a procurarmi una colazione per domani mattina.

Hanno qualche barretta di cioccolato, mi faccio preparare un panino con verdure pastellate e vendere mezzo kg di pane. Il pane mi costerà un sacco, ma almeno così non devo deviare per scendere in un paese per rifornimento. Riempio la borraccia dal bagno.

Ora l’ultima salita di oggi, non ho molta fretta perché ho visto che sono abbastanza comodo con i tempi. Ho un’ora e mezza per fare 6km circa. Trovo una fontana ma ho appena riempito la borraccia, salgo il monte Falco e poi il monte Falterona.

Qui sbaglio sentiero ed allungo di 500m, ma mi porta diritto dritto al bivacco che avevo individuato. In questo tratto vedo per la prima volta il cardo bianco. Il sole sta tramontando, sembra bello ma gli alberi coprono la vista. Arrivato giù c’è una fontana, il bivacco da lontano sembra troppo messo bene ed è praticamente su una strada. Il che mi fa pensare che sia chiuso a chiave. Invece sbaglio, dentro è comodo spazioso e ci sono sei letti, nei quali si può dormire in due volendo, c’è un camino e l’odore è tipico di locali come questi in cui ogni tanto il camino non tira. Anche qui sembra esserci un ghiro, ma nel sottotetto che si sta costruendo la tana per il letargo. Io ceno tranquillo aiutato da delle candele trovate qui e quando mi metto a dormire si alza il vento. Prima di entrare nel sacco a pelo, con le mani pulisco i piedi da foglie e polvere e sento sui talloni dei grossi calli proprio dove c’erano le vesciche che tanto mi hanno fatto penare in Sardegna. Forse questa notte pioverà. Ho caldo e parte della notte la passo con una gamba e il busto fuori dal sacco a pelo.

GIORNO 70

È ancora molto buio e sento un rumore fuori e non capisco se è pioggia o solo vento. Esco per fare pipì e constato che è solo vento.

Parto tardi, pioviggina appena, alcuni monti che vedo attraverso gli alberi sono coperti dalle nuvole, oggi è probabile pioverà. Trovo un cartello che indica il passaggio della GEA è del Sentiero Italia anche se in realtà sono a 400m dai due tracciati, ma il bivacco fa davvero comodo.

Non è freddo, ma il vento mi costringe ad indossare la felpa. Ho individuato il posto dove potrei fermarmi questa sera, si trova circa a 50km. C’è un breve tratto in salita, quando comincia la discesa mi trovo nel bosco avvolto dalla nebbia, molto suggestivo e molto bello. Poi man mano che scendo le nuvole si diradano ed esce il sole.

Oggi il Sentiero Italia Toscana-Emilia Romagna è generoso e ogni tanto regala degli scorci sulle montagne e le valli che stanno attorno. Arrivo alla prima tappa ma non c’è nessuna fontana, solo bar o ristoranti perciò tiro dritto. È tutto ben segnato così non perdo tempo ai bivi. Questo tratto del Sentiero Italia Toscana-Emilia Romagna fa parte anche dell’alta via dei parchi, un’altra lunga escursione.

A mezzogiorno non ho ancora incontrato nessuna fontana. Anche se non ho fame, mi fermo per riposare un po’ e mangiare qualche fiore di zucca che ho con me. Oggi per fortuna sto sudando molto meno di ieri perché le temperature sono più basse grazie al vento che non ha smesso di soffiare. Ogni tanto trovo delle more e ne mangio alcune, chissà che mi aiutino a idratarmi. Questa mattina non ho riempito la borraccia perché avrei dovuto trovare una fontana poco dopo essere partito. Non ho sete, ma al prossimo paese mancano ancora una decina di km.

Vicino al paese devo prendere una deviazione per seguire il Sentiero Italia ed il primo tratto non è proprio messo bene. Ci sono piante alte e ortiche in agguato, per fortuna dopo 50 metri entro nel bosco e il Sentiero Italia Toscana-Emilia Romagna torna pulito, sebbene meno dei tratti percorsi fino a ora. Scendendo trovo la prima fontana, ho percorso ben 30km. Sono fortunato ad aver trovato una giornata fresca.

Bevo subito mezzo litro, ma è sufficiente. Dopo 2km arrivo al paese e avendo fatto molto bosco non sono riuscito ad usare bene il pannello e rischio di restare senza energia perciò quando arrivo all’alimentari, che è anche bar e ristorante, chiedo di mettere in carica il telefono. La signora è gentilissima, mi offre pure un pò di macedonia, ma sbaglia il conto, è troppo poco. Corregge, ma non mi fa pagare il kg di pane. Questa volta probabilmente è voluto. Mancano 15 km circa al bivacco che ho individuato, sono le 17 e quindi dovrei farcela. Riempio bene la borraccia questa volta. Qui le indicazioni sono un pò meno precise ma riesco a proseguire grazie alla mappa. Dopo qualche dubbio torno sul sentiero 00. Trovo subito un bivacco, ma è troppo presto, è bello e comodo ma non mi posso fermare alle 19, devo approfittare delle giornate ancora così lunghe.

Anche se sono stanco continuo e arrivo al bivacco che avevo visto questa mattina: è  è chiuso a chiave, poco male perché ho comunque deciso di proseguire altri 3 km fino ad un passo dove c’è un hotel e spero mi ricarichino il telefono. Arrivato al passo vedo il ristorante/hotel, ma prima una struttura in legno, curioso entro. Sembra una trincea e ci sono 2 posti letto, c’è una lampadina ma non c’è corrente, vedo un altro ghiro. Vado al ristorante ma anche questo è chiuso. Mangio la cena e torno alla trincea dove passo la notte.

GIORNO 71

Oggi ho messo la sveglia, per partire prima. Ma puntualmente l’ho posticipata. Comunque alle 6 sono fuori a controllare il meteo, è fresco e c’è ancora vento. Purtroppo di notte la felpa è caduta a terra ed è leggermente umida. Mi copro bene e faccio colazione. Oggi pane e marmellata.

Ieri ho comprato una marmellata ai fichi e mandorle, dico poco se dico che è buona! Mi accorgo che ieri sera ho finito la cartuccia del gas, non credo ne troverò una facilmente, ma ho deciso di non cucinare fino a quando non arrivo in Piemonte.

Esco dal bivacco dopo aver controllato che tutto fosse in ordine e pulito e il vento non ha un grande effetto su di me perché sono ben coperto, infatti mi scaldo subito, via la giacca e si riparte. Ho i pantaloni impermeabili addosso e purtroppo trovo una zona che si chiude e ci sono dei rovi che sicuramente vanno a compromettere l’impermeabilità. Non sono molto contento, perciò poco dopo tolgo i pantaloni e come per magia i rovi spariscono. Mannaggia. Quando entro nel bosco il Sentiero Italia Toscana-Emilia Romagna torna pulito, ora sto percorrendo anche un tratto del Sentiero degli Dei. Per salire al Monte Gazzarro, trovo una salita ripida, dove c’è un cordino messo per sicurezza in caso di terreno scivoloso o semplicemente per chi crede sia meglio non rischiare.

Incontro una ventina di escursionisti lungo la discesa fino al Passo della Futa. Qui sbaglio sentiero per un pezzo, ma ne accorgo dopo un pò, sono le 10.30 ed ho deciso di pranzare. Riprendo non vedo segni e qui capisco di non essere sulla rotta giusta. Consultando la mappa satellitare, vedo quello che potrebbe essere un sentiero poco più a monte, infatti non sbaglio, così riprendo sulla strada giusta. Anche oggi poca acqua lungo il Sentiero Italia Toscana-Emilia Romagna, me ne è rimasto mezzo litro da ieri sera ma ormai è finito. Con una rapida salita salgo il monte Citerna, c’è la possibilità di una discesa diretta, ma dopo i primi passi scivolo su erba lunga e secca. Mi fermo, torno indietro e prendo la via normale, si ricongiunge dopo 150m. Al passo Citerna passo sopra la A1, l’autostrada numero 1 in Italia che in questo punto si incrocia con quello che potrebbe essere definito il sentiero numero 1 in Italia. Qui ci sono passato esattamente 3 mesi fa per raggiungere Livorno e prendere il traghetto per la Sardegna, era il 23 maggio.

Volevo una foto con l’autostrada e il Sentiero Italia Toscana-Emilia Romagna visibile, o almeno una foto ricordo con me,ma non c’era nessun punto valido.

Passo sopra l’autostrada e nemmeno me ne accorgo, poi costeggio un ruscello dove sono tentato nel prendere acqua, ma in controluce la vedo un pò torbida. Mi mancano una decina di km al paese, non vale la pena rischiare. Capisco che arrivo molto presto al paese e cerco di capire se più avanti trovo dei posti in cui ricaricare, ma un rifugio durante la settimana è chiuso e le altre sue strutture non rispondono al telefono, e io non voglio rischiare. Seguo tutti i segnavia ed arrivo a Montepiano che sono le 15. Ho mangiato due tappe e per 27 km non ho visto una fontana. Come arrivo c’è un rubinetto, bevo e poi mentre aspetto l’apertura dell’alimentari lavo calzini e solette.

Poi cerco un modo di ricaricare il telefono e la batteria di scorta. Chiedendo mi dicono di andare alla proloco che è il punto di ristoro della tappa.  Ci sono dei ragazzi giovani che si mettono in moto per aiutarmi, e così ho corrente elettrica. Poi incuriositi fanno domande e sono contento di rispondere.  In fondo sono solo le 16 e ora non mi resta che riposare. C’è anche Wifi gratuito, così quando ho finito con i racconti mi dedico alle mail e a tutte quelle cose che sono scomode o difficili da fare quando sono in marcia. Torno all’alimentari e poco prima di entrare incontro una ragazza che era alla proloco e quando mi saluta il sorriso è molto sincero. Capisco che è contenta di avermi conosciuto e di aver sentito parte della mia storia. Poco prima delle sette arriva un altro viaggiatore e un minuto dopo arriva la sua compagna. Loro si sistemano nelle camere e scendono per una birra così ho modo di essere io ad ascoltare la loro avventura. Stanno facendo il Sentiero degli Dei che collega Bologna a Firenze. Loro arrivano da nord e io da sud e avendo buona parte del sentiero in comune ci aiutiamo con informazioni acquisite lungo i rispettivi sentieri.

Sono le 19.30,i ragazzi chiudono la proloco. È stata una giornata ventosa e non sembra voglia smettere, così mi riparo in uno spogliatoio che resta sempre aperto, ci sono bagni e docce. Approfitto del bagno, ma anche se c’è acqua calda non sono sicuro di fare una doccia, il tempo passa mentre preparo la camera da letto e così mi metto a dormire.

Verso le 10 vengo svegliato dal forte discutere di una riunione della proloco, dopo un’oretta riprendo a dormire.

GIORNO 72

Oggi ho messo di nuovo la sveglia per partire presto e recuperare qualche km perso ieri, per le 6 e 20 sono pronto. Ma mi accorgo che mi mancano i bastoncini. Li ho lasciati dentro il locale della proloco che non aprirà prima delle 9..e io che volevo partire presto!!!!

Vado a trovare i due ragazzi che stanno di sopra, sono già svegli e si stanno preparando, spiego l’inconveniente, poi cartine alla mano continuiamo con i consigli. Guardando la cartina scopro che il tratto che ho fatto ieri sbagliando, qui risulta corretto. Parliamo molto, lui ne sa abbastanza di questi monti perché della zona e lei romana alla prima esperienza in montagna. Lui dice che se la sta cavando molto bene. Anche se non ho camminato con loro, ho l’impressione che sia proprio così.  Mentre noi discutiamo di un pò di tutto lei ascolta attenta. Io e lui abbiamo molte idee in comune e ho l’impressione che le cose che mi sta dicendo sui luoghi che tra oggi e domani incontrerò siano molto attendibili.

Mentre aspetto li accompagno all’alimentari così ho modo di fargli vedere dove comincia il Sentiero Italia Toscana-Emilia Romagna. Ho già fatto colazione, ma quando arriviamo al panificio, dove prendo mezzo kg di pane per il pranzo, esce dal retro una ragazza con delle focacce appena sfornate. Loro una metà, io l’altra così approfitto per fare il carico di energie. Ci fermiamo per un caffè e i discorsi vanno ancora più a fondo. Scopro altre cose in comune. Quando siamo di nuovo alla proloco è aperta e sono le 9.30 ormai. Entro e i bastoncini sono li, benissimo ora posso partire.

Preparo lo zaino, saluto i due ragazzi e parto. Sono le 10, è tardi ma quasi da subito impongo il ritmo per riuscire a fare 50 km, del resto sono fresco: ieri ho riposato e ho fatto pochi km. Ho poca acqua con me perché so che ne troverò. Il Sentiero Italia Toscana-Emilia Romagna è molto ben segnato e non mi fermo prima dell’una e mezza, quando arrivo al rifugio Pacini dove so esserci un bivacco, ci sono altre persone, ma stanno sui tavoli fuori dal rifugio chiuso. Nel bivacco ci sono due letti con materasso, un tavolino e una stufa,più che sufficiente..

Mi mangio due barattoli di fagioli che accompagno con 200 250g di pane. Riempio la borraccia alla fontana che c’è fuori il rifugio e in 20 minuti sono di nuovo partito. Parto con un ritmo più lento per non bloccare la digestione, poi quando sento che posso andare, torno a regime. Al km 24 arrivo alla tappa, non c’è più un punto di appoggio e ci sono delle macchine d’epoca che stanno probabilmente facendo una competizione, ma il rumore e la puzza dei gas di scarico non sono per niente piacevoli. Per fortuna dopo 600m ritorno nel bosco. Comincio a capire che sarà difficile fare più di 40 km oggi anche perché dopo mi aspetta una salita di 900m di dislivello per raggiungere un bivacco, trovo anche dei punti in cui ho dei tentennamenti sulla via da seguire, poca roba, ma trovo sempre la strada giusta. Sulla cresta, anche se sono nel bosco, il vento è forte e penso continuerà anche la notte, perciò meglio se resto riparato. Mi accorgo che finisce la sezione del CAI di Prato perché i segnavia sono meno presenti e pure la segnaletica cambia. Sono le 18 ed alla tappa, il paese di Pracchia mi mancano 5km. Trovo una frana della quale Gabriele, l’escursionista di questa mattina, mi aveva accennato. Gran parte del sentiero del pomeriggio era un tracciato per enduro e in molti posti la strada era rotta e piena di sassi che mi costringevano a stare molto attento per evitare di prendere qualche storta.

Comunque una volta arrivato a Pracchia trovo subito l’alimentari, peccato che il mercoledì sia chiuso. Vado alla proloco dove ho visto che per questa sera fanno pizza. Approfitto per ricaricare il telefono, e mi gusto le due solite marinare. Domani ho una tappa di quasi 30km in cresta ed avrò bisogno di una colazione e di un pranzo. Ho ancora 250g di pane e un pò di frutta secca, ma non credo mi basti e di sicuro non aspetto le 8 per l’apertura dell’alimentari. Mi faccio fare una pizza in più da asporto.

C’è un po’ di gente, ma sono decisamente lunghi e io devo ancora trovare un posto per passare la notte. Si aspettavano molta meno gente, si scusa la cameriera con un altro tavolo. La cosa positiva è che ho ricaricato completamente il telefono. Finalmente arriva l’ultima pizza e anche quella da asporto. Quando vado a pagare non sono contento del prezzo, non ho mai visto un prezzo così alto per una singola marinara, oltretutto dopo avermi fatto aspettare così tanto. Ma purtroppo non c’è un menu e non posso contestare. Stringendo lo zaino in vita, mi si rompe l’aggancio, cosa molto importante per scaricare il peso sul bacino e non sulle spalle ma subito dopo capisco che mi basterà fare un doppio nodo ed il gioco è fatto. Cerco di continuare nel paese lungo il Sentiero Italia Toscana-Emilia Romagna, ma non trovo indicazioni, mi affido alla traccia ed al istinto, la lieve illuminazione dei lampioni mi permette di vedere un segnavia, ma ha una freccia strana. Non so se è per chi sale o per chi scende, continuando trovo indicazioni GEA, allora sono giusto. Dopo poco arrivo in una piazzetta dove c’è un lavatoio coperto, decido di passare la notte qui. Sono riparato dal vento e pure dalla vista. La notte il vento continua forte, ma dove sono io non fa affatto freddo.

GIORNO  73

Anche oggi ci riprovo con la sveglia, quando suona sono già sveglio, mi alzo e vedo la costellazione di Orione per la prima volta.

Ho sete, le pizze mi renderanno la salita difficile, proprio oggi che quasi sicuramente non troverò acqua. Bevo abbondantemente dopo la colazione salata. Ora che comincia a schiarire il cielo vedo il segnavia che non sono riuscito a vedere ieri. Parto molto coperto per paura di trovare vento da subito, in realtà sono ancora basso rispetto la cresta e mi devo fermare per spogliarmi. Trovo una fontana ed approfitto per bere, poi comincio un tratto esposto al vento, ma la salita è sufficientemente ripida per tenermi caldo.

Lungo la salita vedo una cerva che puntualmente scappa. Il primo di questo viaggio. Poi due caprioli. Prima del rifugio del Montanaro trovo una fontana, non me l’aspettavo, bevo mezzo litro e riempio di nuovo la borraccia. Il rifugio è chiuso, ma c’è il bivacco, è molto piccolo, con in camino sproporzionatamente grande. Metto in bocca un pò di uva sultanina e semi di zucca. Mi resta solo un pezzo di pane per pranzo. Prima di uscire mi rivesto perché a breve sarò sulla cresta e il vento soffierà forte.

Infatti quando finiscono gli alberi il vento è forte. Da ora comincia un lungo tratto in cresta, circa 16km. Finalmente dopo diversi giorni a quote tra i 1000 e 1200m di quasi tutto bosco, ora il paesaggio sembra molto più montano, salutò oltre i 1900m. Seguo i segnali che sono leggermente differenti dai miei riferimenti, ma do la precedenza ai segni sul campo. Scendo per un pò dalla cresta e trovo un’altra fonte. I pendii sono coperti da piante di mirtilli e alcuni sono maturi. Al passo dello Strofinatoio trovo dei cartelli con la scritta S.I., anche ieri ho visto qualche riferimento, ma sono tutte isolati. Ora il vento comincia a giocare con il mio equilibrio, non è costante e ci sono folate forti che anche grazie al terreno sassoso rendono difficile il proseguire. Al lago Scaffaiolo c’è il rifugio, entro per curiosità, è bello, accogliente sono le 11 ed i turisti devono ancora arrivare. Sul lago c’è il bivacco, ma è chiuso perché il rifugio è aperto. Il vento alza degli spruzzi dal lago che finiscono anche 7 metri più in là. Scendendo un po’ il vento è davvero forte, si fatica a stare in piedi, e non solo io,anche i turisti che stanno salendo molto probabilmente per mangiare al rifugio. Io sono sempre la pecora nera, controcorrente. Per gli altri km di cresta ci saranno momenti in cui il vento si calma, ma non cesserà. Il sole quando non c’è vento scalda, perciò mi verrebbe da togliere il giubbotto. Ma ogni 100 m dovrei tornare a indossarlo. Qui trovo il Sentiero Italia Toscana-Emilia Romagna non indicato costantemente, ma essendo sempre cresta e il sentiero visibile sul terreno non è necessario, ma in dei bivi il dubbio viene. Il vento mi fa rallentare il passo per permettere un passo sicuro in caso di folate. Ci sono dei punti un pò esposti verso la fine della cresta e devo stare attento, devo avere un appoggio sicuro perché una folata potrebbe farmi perdere l’equilibrio e non sarebbe carino in questo punto del sentiero. Ora cima Libro Aperto, la più alta di questa sezione.. Oltre i 1900m. Il vento ora sembra improvvisamente sparito. Da qui scendo fino a Boscolungo, località di Abetone. Non c’è l’alimentari e sono costretto a salire ad Abetone per poter trovare la cena.

Per fortuna è vicino, sono le 15 ma un’altra fortuna è che l’alimentari sia già aperto. Compro pane e legumi, ma i prezzi sono alti, perciò vado a vedere pure dell’altro alimentari. I prezzi sono decisamente più onesti.  A saperlo prima. Torno sul Sentiero Italia Toscana-Emilia Romagna, anche qui le indicazioni non sono proprio precise, infatti sbaglio, appena me ne accorgo torno sul sentiero giusto.

Ora sono nel bosco, la temperatura è gradevole e c’è silenzio. Continuo fino al lago Nero dove c’è un rifugio aperto e pure il bivacco sembra aperto.  Il lago non è molto grande ma carino. Ci sono mirtilli anche qui. Comunque voglio continuare fino al Lago Santo Modenese. Sono 15km e sono le 17.30. Un po stretto con i tempi ma dovrei farcela. La traccia fatta a casa qui è spesso errata o forse hanno cambiato un pò il sentiero

Passo un altro laghetto e come mi avvicino alla cresta il vento sale, allora mi preparo con giacca e pantaloni antivento. Ancora più mirtilli, e trovo anche un raccoglitore che si stupisce che io voglia arrivare al Lago Santo e sono ancora qui a quest’ora. Il sentiero è un po’ tecnico, diversi salti e sassi che rallentano il mio solito passo spedito. Comincio ad essere stanco, in fondo ho già 40km sulle gambe e in più nelle condizioni di vento che ho trovato.

Di nuovo oltre i 1900 m, l’ultima salita della giornata, è necessario l’uso delle mani e il battito è salito di molto visto la rapidità con cui sale. Mi manca il respiro. Il vento anche qui infierisce e devo procedere con molta calma, non voglio perdere l’equilibrio qui, in questa cima.Non ne vale la pena. In più c’è un piccolo dolorino che mi porto avanti da questa mattina che lungo la giornata è peggiorato. Essendo nel tallone, dove più o meno tocca la scarpa,mi condiziona il passo. Stamattina non vedevo nulla, ma quando mi fermerò dovrò capire e possibilmente risolvere. La scarpa destra che già presentava usura all’estero si apre per circa 3-4 cm

Arrivo in cima stanco, il sole sta tramontando, il paesaggio è molto bello, luce calda e i monti si colorano di arancio,ma ho ancora 5 km circa. Un video veloce e poi giù prima che diventi buio.

Vicino la cima sbaglio sentiero perché ci sono più tracce e l’indicazione non è precisa o forse io avevo solo fretta si spostarmi dalla cresta. Comunque quando me ne accorgo trovo un sentierino non segnato che potrebbe portarmi dove penso ci sia il sentiero gusto. Tra i mirtilli arrivo a questo sentiero, è dopo 1km vedo um segnavia con il numero giusto di sentiero che devo seguire. Anche qui sassi e pietre che anche vista la stanchezza rendono i miei passi poco eleganti e lenti. Il sole è tramontato e arrivo ad un laghetto, mi pare ci siano dei pesci dentro, perché in superficie c’è gran movimento. Controllo il telefono per capire quanto manca, non tanto per la stanchezza ma più per il buio e vedo che oggi ho fatto più di 4100m di dislivello positivo. Resto stupito,non male. Il motore funziona ancora allora!

Arrivo a Lagosanto, passo un rifugio aperto e subito dopo trovo una cappelletta aperta. Non ci penso nemmeno e sono già dentro.

Mangio e dritto a dormire.

La notte mi sveglio per andare al bagno, esco e vedo le Pleiadi, ne conto 6. La vista è ancora buona anche se di giorno l’impressione è diversa.

GIORNO 74

Ci riprovo con la sveglia ma oggi non mi riesce bene. Medico il piede con delle garze che un ragazzo mi ha lasciato ancora quando ero in Campania, poi medico anche uno dei due bastoncini che ieri in discesa si è allentato. Alle 7.20 sono fuori. Non è freddo, ma c’è anche oggi vento. Come solito il Sentiero Italia Toscana-Emilia Romagna è facile da seguire, ma ancora sassi che rendono un po tecnico il percorso. Quando raggiungo la cresta, più o meno ci resto sempre seguendo il CAI 00. Anche oggi non so come stare, in cresta c’è vento e dovrei avere la giacca, ma quando scendo inizio a sudare. Controllando la guida noto che dopo San Pellegrino in Alpe dovrò percorrere 70km prima di trovare il prossimo alimentari, ma non sono sicuro della guida, nom ho rete internet perciò mobilito mia madre per controllare se la guida è veritiera. In 15km arrivo a San Pellegrino in Alpe dove voglio fare la spesa, per l’alimentari successivo ancora nessuna notizia. Comunque scopro che a San Pellegrino non c’è l’alimentari e io non ho cibo con me, a parte 300g di frutta secca. Mi fermo in un ristorante per mangiare, così ricarico il telefono.

Al momento di pagare mi fanno un mega sconto perché sanno che sto camminando! Mi dovrò affidare ai rifugi, così l’autonomia svanisce. Mi consolo con lo zaino molto più leggero, e il passo è veloce. Il colore dei segnavia ora da rosso fuoco è passato a rosso ciliegia. Giungo ad un bivio dove ci sono dei cartelli che indicano il mio Sentiero Italia Toscana-Emilia Romagna uno in una direzione uno nell’altra, qui prendo quello sbagliato, ma comunque si congiungono e l’errore è ripetuto. Trovo per la prima volta dei lamponi,  mi fermo per mangiare quelli maturi, li preferisco decisamente alle more. Il giusto è migliore e poi pungono e graffiano molto meno.

Quando il bosco finisce i prati si coprono di lamponi ma soprattutto di mirtilli, distese vaste di solo mirtilli. Mi fermo a mangiarne alcuni, il versante nord-est di questi monti sono ricoperto di mirtilli, ci sono delle capre che pascolano e se li mangiano.

Dopo poco trovo un’area con molti lamponi pronti per essere mangiati, queste povere piante piegate dal peso dei loro frutti. Le aiuto a risollevarsi togliendone il peso.

La fine della tappa che mi ero prefissato è troppo lontana e decido di fermarmi prima in un passo, dove c’è una strada così da poter approfittare di un passaggio per un alimentari. 10km facili di leggere salite ed una lunga discesa fino al passo.

Arrivato trovo una coppia in macchina, mi avvicino per chiedere un passaggio, sono circa le 19.15, ancora in tempo per trovare aperto l’alimentari. Finito di chiacchierare lui mi porta a Ligonchio, ma di due alimentari nessuno aperto. Insomma oggi non va.

I miei piani di tornare al passo entro sera sfumano, avevo anche trovato il posto dove passare la notte. Pizza di nuovo. In pizzeria c’è una cameriera che ci sa fare, molto semplice, e ho l’impressione che le piaccia quello che fa. Solite due pizze e telefono in carica. Aspetto che sia carico poi esco in cerca di un posto dove dormire, dopo vari giri, torno all’alimentari, dove affianco c’è una tettoia. C’è pure un motore acceso che presumo serva al frigo per mantenere le temperature.

GIORNO  75

Alle 6 mi sveglio, ma resto nel sacco.

Mi hanno detto che l’alimentari apre alle 8, così mi giro e mi rimetto a dormire. Alle 7.20 mi sveglio per dei rumori, è arrivato il panettiere e quando mi vede resta stupito. Per me è arrivata l’ora di alzarsi, in anticipo, meglio così parto prima.

Fatta la spesa comincio la salita verso il passo,mi fermo ad una fontana per lavare i calzini luridi e comincio a fare l’autostop. Le macchine passano, alcuni gesticolano cercando di dirmi qualcosa che non comprendo. Intanto la strada sale, sono smanicato ma vicino a un fiume diverse sacche di aria fredda mi costringono a mettere la felpa. Dopo 4km due ragazzotti sui 70 anni si fermano per offrirmi il passaggio. Stanno andando proprio al passo di Pradarena, anche loro in escursione con meta uno dei rifugi che ho passato ieri.

Comincio il Sentiero Italia Toscana-Emilia Romagna alle 9.30 e subito un profumo mi colpisce,  ci sono um sacco di piante di lamponi. Oggi è sabato e comincio a vedere qualche escursionista, un raccoglitore di mirtilli e poi solo montagne e mirtilli, sono sullo 00, e finalmente il vento si è calmato. Nonostante il vento di questi giorni, c’è comunque molta foschia, essendo in alto vedo vari strati di colori diversi verso le pianure. Salite non troppo impegnative fino al monte La Nuda che è più impegnativa, capatina in cima e giù al bivacco dove avrei voluto passare la notte.

La discesa è davvero ripida salti di roccia ed erbosi ma con qualche tratto di terriccio che mi fa perdere aderenza. Man mano che scendo aumentano i lamponi e diminuisce la pendenza. Il bivacco è a capanna, tutto in legno, mi piace.  Peccato non averci passato la notte. Al passo del Cerreto torno alla civiltà per qualche centinaio di metri. Tra rami e arbusti la scarpa si apre ulteriormente. Decido di continuare fino al passo dell’ Ospedaletto e fermarmi a mangiare proprio prima ricominciare a salire, così lo zaino sarà più leggero. Ora non seguo più lo 00 incontro diverse persone, più turisti che escursionisti, sono diretti ala sorgenti del Secchia dove trovo acqua e un bel prato in un bell’ anfiteatro di cime e torrette di roccia. Di nuovo il Sentiero Italia Toscana-Emilia Romagna diventa impegnativo sia salendo che scendendo nell’altro versante. Proseguendo arrivo al Lago di Monteacuto, dove c’è un bellissimo rifugio: tutto in legno, che appena entrato mi ha fatto subito una bellissima impressione. Non di certo di lusso, ma sicuramente ben curato e gestito. Facendo due parole con il gestore, spiego il motivo della mia visita, e capisco che ne deve aver viste molte anche lui. Mi piace come persona. E qui la terza tappa è andata. Riprendo nel bosco per scendere fino al Lago Paduli dove c’è una diga poi risalgo per scavallate a Prato Spilla che mi sembra una località molto turistica. Trovo un rubinetto e riempio borraccia dopo aver lavato di nuovo i calzini che ancora non sono puliti, domani tocca a loro, ed aver prepara un altra protezione per la ferita al piede .

Ora ancora salita, e mi ricollego allo 00, sono le 16.30 e devo fare 15km per arrivare al lago Santo Parmense, vorrei fermarmi li. Sono un pò stretto con i tempi ma l’alternativa è passare la notte in cresta. La prima salita mi porta al lago Martini e poi in cima al monte Bragalata, mi sento pieno di energie, sto andando alla grande,guadagno quota velocemente. Poi controllo la distanza che manca è la mi prende lo sconforto. L’idea di restare la notte in cresta mi fa riordinare le idee e riprendo con il passo veloce. Purtroppo spesso trovo tratti con sassi e rocce, salti rocciosi che spezzano il passo costringendomi ad posticipare l’arrivo.

Le Apuane stanno sfilando sul mio fianco, sono praticamente alla loro fine in linea d’aria. Passo diversi laghetti che stanno sotto la cresta di circa 150-200m. Vedo delle persone e delle tende, sono passate le 19, loro probabilmente stanno già preparando da mangiare e si stanno ripassando, ora che ci penso ho appetito. Il paesaggio dietro di me è bellissimo, montagne,picchi e laghi e naturalmente la luce magica del tramonto. Però per quelli accampati il tramonto non è visibile, io invece me lo sto gustando in diretta mente continuo a salire e scendere diverse cime. Le tabelle CAI mi dicono che fino al lago servono 3 ore e mezza di cammino. Non arriverò con la luce sicuramente e poi mi aspetta un tratto di bosco in cui sicuramente dovrò utilizzare il telefono come torcia. Mi guardo dietro e l’ombra della terra sta salendo ma non riesco ad alzare il ritmo per le condizioni del sSentiero Italia Toscana-Emilia Romagna, ci sono pure dei lunghi raggi che partono dal sole e vanno ad incontrare l’ombra. Mentre scendo il monte Aquila vedo delle torcie sul monte Marmagna che sta proprio di fronte a me,cartello CAI dice 1h per cima Marmagna. Scendono molto piano. La ferita al piede ogni tanto punge. Da qui riesco a vedere di nuovo il mare, questa volta è il mare Ligure. Li raggiungo ed è una famigliola con i bambini, penso si siano gustati il tramonto e ora tornano a casa. Io devo fare quest’ultima salita e poi giù dritto al lago. In cima due foto veloci perché tanto ormai è buio e il cellulare può poco, sono le 20.42 e controllando i tempi, invece di un’ ora ci ho messo 25 minuti. Poi il sentiero mi fa ritornare alla forcella dove ho incontrato la famiglia, forse potevo evitare la salita. Ora non è facile proseguire senza luce ma preferisco usare i bastoncini ancora per un pò. Quando entro nel bosco però devo affidarmi alla torcia del telefono.

Non vado al lago, vorrei mangiare polenta e funghi e bere qualcosa di fresco, e a mezz’ora da qui c’è un rifugio perciò non mi fermo al lago e vado al rifugio. Al lago finisco la 4 tappa nello stesso giorno. È quasi più facile di notte trovare i segnavia, il bianco spicca su tutto. Mentre mi avvicino non vedo luci e non sento voci. Sarà chiuso, anche se è sabato? Pazienza la polenta, ci sarà il bivacco disponibile.

Quando ce l’ho difronte scopro  che è una vera e propria casera, non messa benissimo e senza letti. Ma c’è un lungo tavolo dove mangio e poi mi metto a dormire perché non mi va di controllare per terra se ci sono cose che possono forare il materassino.

La protezione per la ferita al piede è tutta accartocciata e poco utile.

Stanco ma soddisfatto mi metto nel sacco a pelo.

GIORNO 76

Come mi sveglio esco a vedere com’è il tempo fuori, il sole non è ancora sorto e ci sono dei colori saturi all’orizzonte.

Faccio colazione con biscotti secchi, ho sete ma non ho acqua con me, credevo di trovarla qui, ma ho confuso i luoghi. Solo 5 km al punto in cui la guida dice ci sarà acqua. Mi preparo e trovo un cerotto nella cassetta di pronto soccorso, provo così a coprire la ferita al piede. Come mi incammino sembra funzionare. Parto a 1600 e devo arrivare a piu di 1800 e fresco fuori, ma quando esco dall’ombra delle montagne il sole scalda, dopo questa cima non salirò più sopra i 1600m nella GEA. Durante la salita manca il fiato e la sete aumenta.

Scendendo arrivo ad un tappa, è in mezzo al bosco con un tratturo che taglia il mio Sentiero Italia Toscana-Emilia Romagna. Niente acqua, niente rifugio, solo bosco, mi chiedo chi abbia deciso qui la tappa.

Si scende di quota e si torna al saliscendi abbastanza noioso della parte della GEA che sta prima di Pracchia, attraverso dei pascoli, ma non vedo acqua.

Arrivo al Passo del Cirone dove dovrebbe esserci acqua, uno in macchina mi chiede cosa sto cercando dopo un pò che mi vede gironzolare. Mi dice che non c’è acqua. In realtà la guida dice che c’è pure un ristorante o qualcosa di simile, ma non vedo nulla.

Riprendo il cammino fino alla tappa successiva. Qui il Sentiero Italia Toscana-Emilia Romagna non mi piace, il panorama non è come i giorni passati e mi sembra monotono.

I tempi di percorrenza sono lenti, probabilmente la mancanza di liquidi mi rallenta ma anche il sentiero non aiuta ad avere un buon passo. La tappa è al passo della Cisa, poco prima trovo una fontana e butto giù un litro come fosse nulla. Al passo ci i sono un sacco di ciclisti e motociclisti, sono le 11.15 ed approfittano per uno spuntino al bar. Proprio il bar espone un insegna alimentari e prodotti tipici. Ma di alimentari non c’è nulla, solo prodotti tipici. Oggi è domenica e troverò aperto solo fino mezzogiorno, il prossimo paese è a 20 km, comincio la strada facendo autostop, dopo poco due ragazze tedesche in viaggio per visitare l’Italia mi prendono e mi fanno guadagnare un sacco di tempo. A Pontremoli trovo un supermercato aperto con vasto assortimento di frutta secca, così mi rifornisce bene.  Faccio la spesa per 3 giorni, riesco a far stare magicamente tutto nello zaino,ma ora è diventato un gran peso da portare. Da quando si è rotto l’attacco alla cinta è difficile scaricare il peso sui fianchi e non sulle spalle ora diventa ancora più importante poterlo fare ma anche se ci provo non riesco in un nodo efficace. Qui giù, a Pontremoli a 250m sul livello del mare fa più caldo, riempio la borraccia e comincio di nuovo con l’autostop per risalire e riprendere il Sentiero Italia Toscana-Emilia Romagna. È difficile, nessuno per due ore si ferma, poi un ragazzo mi riesce a portare più in su di 3km, il problema è che qui non ho acqua e la borraccia è finita. Mi metto all’ombra in posizione ben visibile e vicino un posto dove c’è sufficiente spazio per fermarsi. Mi stendo, non passano molte macchine, e intanto mi appisolo. Ma puntualmente il rumore delle macchine mi sveglia.

Poi finalmente 4 giovani in un furgone, che mi avevano visto fare l’autostop a Pontremoli si fermano, mi caricano nel retro e così riguadagno il Sentiero Italia Toscana-Emilia Romagna. Non vogliono nulla ma ascoltano curiosi un pezzo della storia. Saluto e vado alla fontana per bere molto prima della partenza, intanto con dei cerotti appena comprati medico le ferite che da una sono diventate 4. Simmetriche, due a destra due a sinistra. Ma a destra, la prima è la peggiore. Le altre penso siano venute per i calzini usurati, ormai hanno più di 1300km in due paia ed i buchi direi che sono più che giustificati visto anche il tipo di terreno incontrato. Comunque mi sono munito di altre due paia di calzini al supermercato, così un paio lo mando in pensione.

Mentre mi preparo bevo molto, poi dei motociclisti curiosi mi tengono un po’ impegnato raccontandogli cosa sto facendo, approfitto del tempo per nere poco ma in continuazione. Ripreso e so che non dovrò salire molti ma lo zaino mi frena, ora, oggi non ho più fretta. Arrivo dove arrivo. Per la deviazione ho perso circa 5 ore che equivalgono più o meno a 20km, quindi la tappa che mi ero fissato, in Liguria è troppo lontana. Salgo fino a 1400m sempre nel bosco, poi comincia un lungo tratto molto monotono su una strada rotta e piena di sassi, sembra non finire più. Mentre la mente cerca di tenersi impegnata comincio a programmare la tappa, è vedo che c’è un passo alla fine di questa lunga strada. Mi sembra un buon posto, intanto sembra si stia alzando il vento è quando sono all’ombra ho i brividi. Arrivo al Passo alle 19.15, decido che è presto per fermarsi, e quo entro nel parco Complesso del Brattello, e trovo un cartello con segnato un rifugio non gestito ed un bivacco non molto più avanti. In uno o l’altro passerò la notte. Al rifugio c’è acqua ma è chiuso,perciò proseguo per il bivacco anche se fuori sentiero di circa 800m.

Questo è aperto,come entro vedo la coda di un ghiro che dai rumori che fa sicuramente sta preparando la tana per il letargo. Il bivacco sembra nuovo, due grandi panche fanno da letti. Mangio in fretta per approfittare della poca luce che c’è ancora, pane e fagioli. Il pane in alcuni punti ha preso il gusto del sapone che porto con me. Un pezzo di cioccolato come dolce e poi in branda.

GIORNO  77

Sveglia presto, lo zaino pesa e voglio evitare temperature alte. Nel bivacco c’è un termometro, segna 20 gradi, niente male!

Fuori è solo leggermente più fresco. Quando metto la felpa, per l’ennesima volta la sento sporca, in fondo è l’unico capo che non lavo da Reggio Calabria. Non vedo l’ora di arrivare in Piemonte e indossare vestiti puliti, freschi,  profumati!

Comincio la strada che dal bivacco ni riporta al sentiero, è più bassa, in fondo alla valle e qui si che è bello fresco il fumo mi esce dalla bocca e dalle narici. Marciando mi scaldo,ma salendo e finalmente entrando nel bosco trovo una temperatura più alta e gradevole. È un bosco di abete rosso ed il suo profumo riempie le mie narici. Oggi se tutto va bene finisco la GEA ed entro in Liguria, in fondo mancano 20km. Presto riguadagno la cresta e il sole è sorto, ma essendo ancora basso colorato tutto di toni gialli. C’è molta rugiada sulle piante e quando le sfioramento la lasciano facendomi sentire sulle gambe le piccole goccioline fredde, è piacevole all’inizio.

Subito dopo scendo dalla cresta e ritorno nel bosco fino al passo dei Due Santi e lungo questo tratto i segni sono scarsi e vecchi. Al passo nessun cartello sulla direzione da seguire, nemmeno acqua. Ancora una volta la guida ha sbagliato. prendo una stradina che mi fa salire fino ad una cima che ho come riferimento è dentro il bosco riesco a trovare il sentiero che seguo grazie a segni vecchi. Sento i cerotti che si stanno spostando nelle scarpe. dopo 2km incontro l’Alta Via dei Monti Liguri,con sigla AV, e da qui è segnato meglio. Arrivo a Foce Tre Confini, dove si incontrano Toscana, Emilia Romagna e Liguria, e dove finisce la GEA alle 11.30.

C’è un obelisco a segnalare il punto preciso. Così in 9 giorni e mezzo ho percorso i 415 km di GEA.

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