Liguria 2016

GIORNO 77

Comincia alle 11.30 alla Foce Tre Confini la mia esperienza in Liguria: già da qualche km sto seguendo le indicazioni “AV” Alta Via dei Monti Liguri. C’è un obelisco ad indicare l’incrocio tra Toscana, Emilia Romagna e Liguria. Non mi fermo molto perché c’è un pò di vento e non ho caldo. Cerco un posto al sole dove possa pranzare. Il primo pezzo è una zona con molta acqua, ma è proprio a livello terreno e anche se ho la borraccia vuota non mi fido.

Per un bel pezzo è faggeta quasi tutto in discesa, verso la fine della tappa si esce dal bosco per continuare su prati dove ci sono un sacco di cavallette che saltano per non farsi pestare. E così arrivo al Passo della Cappelletta, dove c’è molto vento, ma deve essere spesso così visto che hanno installato delle pale eoliche. Io mi fermo nella cappelletta per ripararmi dal vento, mantenendomi al sole. Mentre mangio sento che il sole ha ancora la capacità di scaldare molto, faccio con comodo per far riposare i piedi, ma ho dolori alle spalle, in particolare la sinistra. Ripristino i cerotti e mi incammino. C’è un cartello che dovrebbe dare informazioni sulla tappa, ma qualche vandalo lo ha rovinato. Mi aspetta un bel tratto di asfalto e poco prima della fine della tappa, una stradina nel bosco, fa caldo quando non c’è il vento a rinfrescare. Anche in questa tappa del Sentiero Italia Liguria niente acqua, ma il cartello questa volta è integro.

C’è un’ introduzione generale sulla AV, descrizione accurata della tappa con tempi dislivelli e località. In più c’è una mappa escursionistica con tutte le informazioni che mi servono e vedo che al posto tappa successivo c’è acqua, 15km, ma c’è acqua. Non c’è molto dislivello, e già pregusto l’acqua. Il primo tratto è nel bosco, ogni tanto si apre, e vedo che sono ritornato tra vallate morbide. Dietro, verso Foce Tre Confini vedo che si stanno formando delle nuvole e anche più avanti. Il vento è a momenti caldo a momenti fresco, trovo delle more che sembrano quasi scoppiare, ne prendo alcune ma non sono per niente buone.
Dopo questa lieve salita del Sentiero Italia Liguria comincia una lunga discesa su strade e sentieri di sassi, non vedo l’ora finisca. A metà tragitto trovo un rubinetto, sciacquo mani e braccia, bevo e poi riparto. Ogni tanto qualche sassetto si infila nella scarpa con il taglio, ma anche l’altra minaccia di aprirsi. Il paesaggio è bello, ma le nuvole coprono parte delle cime. Voglio trovare un riparo per questa sera, non vorrei piovesse. I km passano lenti, e la ferita al piede mi fa camminare più lento.

Devo stare attento non peggiori, altrimenti rischio di dover fermarmi perdendo tempo, più di quello che ho guadagnato continuando a camminare. Alla tappa c’è finalmente acqua, bevo e controllo il piede, il cerotto è ancora lì, ma decido di cambiarlo. Ci sarebbero anche le spalle da far riposare e potrei fermarmi qui in una cappelletta che viene usata come posto tappa, ma sono le 17.45 e la mappa dice che a 5km c’è la prossima con un altro ricovero non custodito. Riempio la borraccia perché dalla mappa non troverò fontane. La salita comincia in un sentierino stretto dove c’è qualche spino ma è sufficientemente pulito per proseguire senza problemi. In salita il piede mi crea problemi, in discesa meno e qui devo salire per 500m, non corro perché comunque dovrei farcela prima delle 20. Mentre sto salendo controllo quanto manca alla cima e alla tappa. Alla cima 150m e alla tappa 6,6k.

Ma come?  Non erano 5? Ormai sono qui e continuo. Arrivato in cima al monte Zatta di Levante sono tra le nuvole e c’è un po di aria che rinfresca dopo la fatica della salita. Sto molto attento al piede. Poi un tratto in cresta, quasi tutto in discesa fino alla cima del Monte Zatta di Ponente. Sono quasi le otto e il cartello dice 45 m fino alla tappa.

La discesa è un zig zag continuo che scende di pochissimo e fa lunghe distanze. Sta diventando buio e sono tentato di tagliare visto che è possibile, ma le condizioni del piede mi fanno desistere. Il Sentiero Italia Liguria esce per 30m dal bosco e vedo il mio primo mare di nuvole da quando sono partito, il sole è li, sta tramontando, bello. Foto veloce perché diventerà buio presto, soprattutto nel bosco.

Trovo una fontana quando sono quasi giù.

Un pezzo di asfalto e sono alla tappa. Sono le 20.30: è buio e non vedo il ricovero, trovo il cartello della tappa che mi indica un rifugio aperto tutto l’anno. Sui km posso aver letto male, ma sul ricovero no, ne sono certo. La mappa della tappa precedente non è corretta. C’è uno stabile di fronte la mappa e sto per entrare per chiedere informazioni, ma è chiuso. Vedo che ha un attacco della corrente proprio all’entrata. Mi serviva. Sono a corto di energia. C’è una piccola tettoia che probabilmente è usata come fermata della corriera, decido di passare la notte qui, ma è molto umido. Questo dove ho messo in carica il telefono è il rifugio. Dopo mangiato, con dei sacchetti e i bastoncini costruisco un tetto più basso per proteggermi meglio dall’umidità.

La notte mi sveglio e vedo dei lampi continui nel cielo, scariche visibili facilmente con un meteo così e un cielo non troppo inquinato.

GIORNO 78

Non fa freddo, ma è tutto piuttosto umido compreso il sacco a pelo. Le spalle hanno recuperato. Chiudo la piccola ferita al piede con Attack e ci metto anche un cerotto, questa notte ha spurgato un pò perché si appiccicava al sacco mentre il sinistro è praticamente guarito. Faccio colazione, recupero il telefono e parto. Primo tratto del Sentiero Italia Liguria del giorno facile su asfalto. Ora comincia una crestina easy, ma sento un tuono. Guardo il cielo ed è un pò coperto, ma di certo non da pioggia. Avanzo di poco e comincia a piovigginare: metto tutto il materiale dello zaino in un sacchetto, mi copro e copro lo zaino. C’è il sole di fronte a me, ma sono diretto verso nuvole scure. C’è pure un debole arcobaleno, foto d’obbligo!  Mi accorgo che alcuni alberi hanno cominciato a cambiare colore e si vestono d’autunno. Dopo una breve discesa un tratto in lieve salita, il piede sembra stare meglio.

Comincia una salita su salti rocciosi in cui ogni tanto mi aiuto con le mani perché le rocce sono scivolose. Ancora nel bosco, trovo acqua, poi avanti fino ad una forcella dove salgo fino a scollinare ed arrivare al posto tappa del Sentiero Italia Liguria. Non sto andando al solito ritmo, ma comunque più veloce dei tempi sulle tabelle. Oggi più di ieri ogni km c’è un paletto che indica la distanza percorsa o mancante dall’inizio della AV. Io sto procedendo secondo il senso inverso, quindi i numeri sono decrescenti, ma non arriverò a 0 perché girerò prima per il Piemonte invece di andare a Ventimiglia.

È uscito il sole, nemmeno 20m di salita e decido di togliere giacca e leggins mentre cerco di tappare il buco in pancia. L’appetito vien mangiando, sono le 10.30 e decido che è ora della pappa. In un’ oretta il tempo cambia e si copre, così mi rivesto e sono pronto a ripartire.

Sembra di essere in Scozia, nelle Highlands, ci sono dei cavalli liberi che si fanno avvicinare. Mi annusano, ricambio con due carezze che sembrano gradire. Poi nel bosco, il passo è migliorato, forse la pappa, forse la pausa. Un’altra faggeta, ma questa mi piace, non mi stupirei di vedere un dinosauro spuntare da dietro le felci!!!!! 😉

Mi sto godendo la discesa in questo bosco e di colpo un boato. Sembrano rocce che cadono poco più avanti, poi capisco che è un tuono. Mi fermo e sistemo nuovamente tutto nel sacchetto e mi tengo pronto per la pioggia. Dopo qualche minuto un lampo e prima che il tuono finisse la pioggia sta già cadendo. Mi copro in fretta edora il ritmo si alza, c’è un ricovero a 1,5km da me, è il posto tappa.  La pioggia comincia piano poi aumenta. In nemmeno un quarto d’ora sotto la pioggia, i pantaloni impermeabili hanno ceduto e sento l’umidità nelle gambe. Arrivo al posto tappa, c’è uno stabile, chiuso, c’è il rifugio chiuso.  Poco più in là vedo una cappella: è aperta ma allagata, appoggio lo zaino nell’altarino. Torno al primo stabile dove ho visto una pala che voglio usare per scavare un canalino che eviti all’acqua di entrare e uno che la faccia uscire. Mentre sto lavorando smette di piovere, mi fermo due minuti ma il cielo si apre allora decido di partire. I piedi sono bagnati, posso fare poco per asciugarli, poi comunque si bagnerebbero ancora se trovassi erba alta o piante che intralciano il Sentiero Italia Liguria. Ho notato che i cartelli informativi sono sempre meno completi purtroppo. Da qui un sentierino roccioso mi fa perdere quota, ma incontro altri cavalli e un capriolo. I pantaloni si stanno asciugando ma i piedi continuano a bagnarsi, quindi vorrei trovare un posto coperto per questa notte. Soprattutto per far riposare i piedi perché la suola non sta bene, tra sudore ed umidità la pelle si è ammorbidita e 1-2mm mi mancano in certi punti.

Voglio arrivare al paese di Barbagelata perché forse li trovo un alimentari dato il poco cibo che mi resta. Il Sentiero Italia Liguria continua più o meno in cresta e nel bosco, con qualche punto panoramico. Mi mancano diversi km al paese e il tempo stringe, aumento il ritmo durante una salita, poi incontro una discesa ripida e scivolosa causa erba alta e rocce bagnate, inoltre al lato ci sono rovi di more. Per restare in piedi consumo molta energia e quando comincio la salita successiva mi manca la forza di salire, il passo rallenta. Ora incontro diverse salite e discese ripide con zone in piano che mi fanno percorrere tanti metri senza scendere o salire.

Ogni tanto durante le salire trovo un pò di grinta, ma poi la discesa mi taglia le gambe; la fortuna è che la ferita non mi da grossi problemi. Il sole sta tramontando e mi manca l’ultima cima, non sono salite lunghe ma sono stanco. Sotto l’ultima cima trovo un cartello con indicazioni per un rifugio non custodito, ma per avere le chiavi si deve chiamare il gestore. Naturalmente il telefono non ha rete. Ultimi 250m di salita fino a Barbagelata, se non prende nemmeno lì chiederò a qualcuno se mi fa chiamare quel numero. Sono ormai le 20.15 quando comincio la salita. A Barbagelata il telefono prende ma non mi fa chiamare il numero. Intanto vado verso il centro e mi accorgo che il rifugio è proprio al mio fianco. C’è il numero da chiamare, ma è diverso da quello trovato sotto così rispondono e spiegata la situazione, sebbene un pò scocciati, mi dicono che qualcuno arriverà. Li vicino c’è una coppia di anziani, così chiedo se c’è un alimentari o panificio, ma in paese non c’è nulla ma tra due tappe mi dicono c’è un supermercato.

Arriva un ragazzo a portarmi le chiavi da chissà quanto lontano, è vestito da lavoro e visibilmente sporco di olio e grasso. Una volta entrato mi trovo in una camerata troppo curata per essere un alloggio gratuito. Mi mostra il bagno e la doccia. Decisamente qui si paga. L’ho fatto venire a quest’ora quindi rimango. Metto in carica tutto e mi fiondo in doccia, 11 giorni che non mi lavavo. Lavo anche i vestiti tra cui la felpa. Ne esce acqua di un colore marroncino che mi fa pensare che ci sia più DNA mio sulla felpa che addosso a me.

C’è una stufetta, la accendo così da poter asciugare i vestiti. Ora posso cenare. Ma mi trattengo per lasciare più cose per la mattina per colazione. Per arrivare al supermercato devo percorrere circa 13km, non molti e decido che dormirò un po’ di più anche perché è tardi quando vado a dormire.

Giorno 79

Mi sveglio la notte e controllo se i vestiti sono asciutti, li giro in maniera da mettere le parti ancora un po’ umide verso il flusso di aria calda. Sono le 7 passate quando mi sveglio definitivamente, e mi viene in mente che a mezzogiorno probabilmente il negozio chiude, quindi sistemo in fretta mentre faccio colazione. Indosso la felpa è dopo moltissimo giorni non mi da la sensazione di essere sporca profuma addirittura. Finalmente alle 8.20 comincio. Ritorno al punto un cui avevo lasciato il sentiero e comincia con una carrareccia, è ancora umido per terra ed i piedi si bagnano un po, ma entrando nel bosco riesco ad asciugarli. Sembra una nella giornata, c’è un po di venticello che viste le temperature ancora sopra i 20 gradi è gradevole. Sono un po di giorni che sono fiacco, oggi ho deciso pochi km e tanto cibo. Poi entro come in trans, un automa che segue semplicemente i segni rosso-bianco-rosso con la scritta AV nella parte bianca e verso le 11.30 arrivo al alimentari, chiedo informazioni sulle tappe successive e mi dicono che troverò un supermercato quindi faccio la spesa solo per il pranzo e qualcosa per il pomeriggio. Ma di 2 barattoli di Borlotti, 400g di pane, 2 mele e 4 banane mi resta solo una banana ed una mela. 

Riparto un po a rilento a causa di una salita abbastanza ripida. Dopo mi aspetta un lungo tratto di cresta con quote relativamente basse.

Verso le 14.30 dietro di me ci sono delle nuvole scure, e sento un tuono. Il vento le porta verso di me ma sono lontane. Al secondo tuono comincia a piovere. Mi fermo e metto in un sacchetto tutte le cose dello zaino, mi copro e copro lo zaino. Non voglio camminare sotto la pioggia ed in più il sentiero potrebbe continuare sulla cresta, cosa pericolosa in caso di fulmini. Perciò mi fermo, mi accovaccio ed aspetto che finisca sperando duri poco. Mi appisolo mentre aspetto. Poi quando ha finito mi sveglio e riprendo a camminare. Per qualche minuto le scarpe restano asciutte, poi si bagnano.

Così arrivo al paese di Creto. Non mi fermo ne per cibo, ne per acqua perché al passo del Orero, la prossima tappa,mi hanno detto che c’è un supermercato. Riprendo su cresta, qui è più asciutto, ma nel bosco è di nuovo umido. Alle 7 sono quasi al passo del Orero,  passando vicino una casa chiedo a due che stanno sistemando delle luci dove trovo l’alimentari. Uno dei due esordisce chiedendomi se sono “Santin”. Cavolo, mi hanno riconosciuto, non me l’aspettavo. Mi segue da un po’ perché un suo amico gli ha parlato di me e del mio viaggio. Mi spiegano che l’alimentari è a qualche km dal sentiero il prossimo sul sentiero è alla prossima tappa. Mi ci porta in macchina, fino a Casella, intanto racconto come va e rispondo alle sue domande. Al alimentari faccio la spesa per la cena e la colazione. Quando ritorniamo a casa loro mi offrono la frutta che hanno sugli alberi, del vino loro,una zuppa di verdure ed un sacco si focaccelle. Mangio molto volentieri ed è tutto molto buono. Durante il tempo che sono con loro parliamo di me, del mio viaggio e di altre cose riguardo la Liguria. Sono seduto a tavola e c’è la televisione accesa. Il TG sta mandando immagini del recente terremoto, è la prima volta che vedo i danni da quando è successo. Resto sbigottito, non pensavo fosse così grave la situazione. E pensare che il 9 agosto sono passato ed ho dormito ad Amatrice ed il 10 sono passato per Accumuli. Si parla anche del terremoto e del Friuli. Dopo tante chiacchiere finalmente alle 23.30 posso stendermi e riposare anche gli occhi in una cappelletta li vicino. 

Giorno 80

Mi alzo tardino, ma anche tardi sono andato a dormire. Per colazione ho ancora delle focaccelle e della frutta che mi hanno dato, inoltre mi ero preso della marmellata che utilizzo per accompagnare il resto.

Solo alle 8:30 sono in marcia, raggiungo presto il passo e comincia la risalita per poi arrivare al passo di Giovi dove troverò l’alimentari. Non si sale sopra i 700m,quindi tecnicamente non sono nemmeno in montagna, si tratta di un sentiero facile e verso le 11.30 sono al passo. Qui decido di chiamare un numero che è sempre stato presente lungo tutto il sentiero. È un numero di assistenza dedicato all’intera Alta Via dei Monti Liguri, ed offre servizi ed informazioni sul sentiero. A me interessa sapere dove troverò cibo lungo il sentiero per potermi regolare sulla spesa che farò tra poco e per i prossimi giorni. Risponde Claudio, che tiene anche un sito dedicato a questo sentiero, nel quale ero incappato durante la preparazione del viaggio. È un sito molto utile e dettagliato, se lo avessi consultato meglio, non avrei questi problemi. Mi fornisce le informazioni che chiedo e dovrò fare la spesa per 2 giorni. 

Ora lo zaino è ritornato pesante. Mangio il pranzo direttamente al passo e poi riprendo. Oggi è decisamente una giornata calda, non c’è una nuvola ed il sole picchia. Ho riempito bene la borraccia dopo aver bevuto a sufficienza. Tra noccioli e castagni guadagno metri, ma mi sento ancora non a regime. Sulla sinistra vedo una ghiacciaia, utilizzata un tempo per produrre e poi vendere blocchi di ghiaccio.. Tra il passo di Giovi e il Passo della Bocchetta,gli estremi della tappa, il sentiero E1 prende la direzione nord per andare in Piemonte, io invece continua verso ovest. Lo ho seguito dalla Sardegna fino a qui a parte qualche deviazione, ma lo incontrerò più avanti. Ora fi sono indicazioni per una fonte ma non la trovo ed al passo della Bocchetta indicazioni nel verso opposto mi fanno capire che l’ho passata. Ora la tappa è alla Colla di Paglia che io scherzosamente nella testa chiamo coda di paglia così mi è pure più facile ricordarne il nome. Dopo una ventina di minuti in salita al caldo, incontro Emilio un uomo sulla sessantina, anche lui sta percorrendo l’Alta Via, ma perché vuole completare il Sentiero Italia a tappe di 20 giorni. L’anno scorso ha concluso la parte delle Alpi. Ci fermiamo per scambiarci informazioni utili su acqua nelle vicinanze, a lui è rimasto poco più di un bicchiere, io fortunatamente ho molto più di mezzo litro. E naturalmente poi si parla del Sentiero Italia. Mi sarei fermato molto di più ma tutti e due dobbiamo raggiungere delle tappe ed io come al solito sono al limite con i tempi. Ora il mio passo si fa molto più grintoso, forse il sentiero mi piace di più o forse la chiacchierata mi ha messo dell’umore giusto. Mi ha anche detto una cosa sulle tappe che se risultasse vera, sarebbe un ottima notizia per me ma vorrei controllare. 

Il sentiero ora sale tra piccoli salti rocciosi ed il mio passo si allunga e si fa svelto, comincio a sudare ma essendo quasi in cresta c’è un venticello che rinfresca dalle fatiche. Ad un bivio trovo indicazioni per acqua, non nella mia direzione e non c’è scritta la distanza od il tempo di percorrenza purtroppo perciò continuo. Aggirato il monte di nuovo indicazioni per l’acqua ma a 200m perciò esco dal sentiero e vado a rinfrescarmi ed a bere. Ora il sentiero scende di quota ma è generalmente tenuto molto bene, fa parte di un parco e di un sentiero natura. Mi accorgo che ora anche la scarpa sinistra si è aperta, e quella destra ha un taglio ancora più grande.

Dopo un breve tratto di asfalto arrivo alla tappa, sono le 17 es i tempi di percorrenza per la tappa successiva sono indicati di 3 ore. Arriverei giusto in tempo, poco dopo il tramonto. Comincio su una carrareccia che piano piano sale ed ogni tanto mi fa vedere Genova ed il mare,e dall’altra parte la pianura padana. Valicato il punto più alto scendo e trovo un piccolo bosco di noccioli dove c’è una capanna di sassi e subito dopo una fonte, mi fermo per far riposare le spalle, fino ad ora era un continuo aggiustare la posizione perché lo zaino cambiava assetto. Lavo nani e braccia, bevo e riempio la borraccia. Ora è tutta discesa fino al passo del Turchino. Non mi manca molto, ci sono tratti con sassi ma il più è pulito. Emilio mi ha detto che c’è la vecchia galleria dove posso passare la notte e come arrivo la trovo subito sulla sinistra. Sono le 19.30 e c’è ancora luce. Sgancio subito lo zaino è mi siedo, e comincio a preparare per la cena. C’è un po’ di vento in galleria ma una volta nel sacco a pelo ne sono protetto. Nanna presto per partite presto domani. 

Giorno 81

La sveglia suona ma la posticipo due volte, la corrente d’aria in galleria comincia a darmi fastidio raffreddandomi le spalle. Come esco dal sacco metto subito la felpa è leggins. Così va meglio, ma sono tentato di mettere la giacca, poi resisto. Ci sono ancora le stelle, le vedo dall’uscita della galleria. Mi preparo e comincia a schiarire il cielo, solo qualche stellate cielo. Sono le 6, è ancora abbastanza buio per vedere i segni, ma la strada è una carrareccia e poi la traccia mi aiuterà in caso di qualche dubbio. Ma dopo un ora sono ancora in marcia senza problemi e sorge il sole. Sto salendo un quota per uscire dal bosco ed arrivare in una zona libera da alberi e seguo più o meno la cresta. Arrivo alla tappa è proseguo per la prossima, passo vicino ad un rifugio gestito ma non sembra esserci gran movimento. Questa tappa è in quota poco sopra i 1000. Guadagno il crinale e passo vicino un altro rifugio, sono a 6km in linea d’aria dal mare, lo si vede molto bene. Alle 10 ho fatto 12 km e mi trovo di fronte un bivacco,non molto grande ma sarebbe stato un bel punto di appoggio. C’è pure una stufa, mi riposo 10 minuti e quando sto per partire arriva un tizio che mi tiene impegnato in una chiacchierata. Dopo un po’ mi vedo costretto a salutarlo perché la strada che vorrei fare è ancora tanta. Passo per una fontana ma è completamente asciutta. Alla fine della tappa c’è un rifugio, e un tabellone con una cartina del luogo dettagliata, con bivacchi e fonti segnate. Prima del passo del Giovo dovrei trovarne due. Una piccola salita fino in cima al monte Beigua rovinato da un sacco di antenne trovo dei cassonetti nei pressi di un altro rifugio così approfitto per mangiare e gettare i rifiuti. Ora si scende fino al passo prima su prati poi in un bosco fitto di castagni. Più scendo e più c’è caldo, afa; ed il cielo sembra coprirsi di nuvole. Nei pressi di Giovo Ligure trovo dei meli e prendo due mele,non grandi ma buone. Arrivo al posto tappa ma delle fontane nessua traccia ma c’è n’è una proprio sulla strada. Bevo fino a riempire la pancia e riempio pure la borraccia. Una rinfrescata e sono di nuovo in marcia. Un tratto su asfalto e poi svolto a sinistra ber imboccare una stradina bianca, non è molto visibile il segno. Due tappe fino a dove ho deciso di arrivare, alla Bocchetta di Altare, perché li trovo l’alimentari e dovrò fare la spesa per i prossimi 80km. Ma secondo gli orari sulle tabelle arriverei poco dopo le 20, quando tutto sarà chiuso, allora devo alzare il ritmo nonostante il caldo. Fortuna vuole che sia praticamente tutto bosco. E c’è qualche bella salita nelle quali riesco facilmente a recuperare minuti. Comincio a sudare, la maglietta ha delle chiazze di sudore ma se mi fermo potrei non arrivare. Sono in forma, il problema al piede solo un ricordo e le gambe vanno alla grande, ho un buon ritmo e la respirazione e intensa ma potrei andare molto più forte. Dopo un tratto di sentiero che mi ha fatto salire fino in cima a questi alti colli incontro un altra carrabile che serve come collegamento per le diverse pale eoliche che si trovano in quest’area. Sono tanto concentrato sul passo per far presto che solo quando arrivo di fronte ad una delle pale eoliche capisco di trovarmi in una strada senza uscita. Controllo la mappa ed infatti 250m prima dovevo svoltare, ho perso un pi di tempo ma c’è la posso ancora fare. Al bivio di nuovo un sentiero scende fino alle Meugge, il telefono prende e mentre cammino controlli dove posso trovare un supermercato invece dell’alimentari. Il negozio dista circa 1pkm da dove passa il sentiero perciò si renderà indispensabile un passaggio oppure aspettare l’apertura di domani mattina. Alla tappa trovo un ruscello e mi rinfresco per bene. Ora le tabelle dicono 2.45 ore. Arriverei pere 19.30,forse un po’ tardi,ma posso migliorare i tempi. Seguo i segnali per mezz’oretta fino ad una strada asfaltata dove i miei riferimenti dicono di proseguire, le tabelle di girare nel bosco,ma i tempi sono cambiati, per assurdo aumentati fino a 3.30 ore. Seguo per un po’ i segnavia, trovo una fonte, ma poi uno dei classici paletti con l’indicazione dei km presenta il numero del km ed a fianco una “A”. Mi fa pensare ad una variante. Una traccia trovata in rete fa proprio questo percorso e controllando mi dice 14km fino al passo. Troppo, non c’è la farei mai,  chiamo Claudio e mi spiega che è il nuovo sentiero per evitare un tratto di asfalto. Ero già abbastanza irritato, ora che scopro che hanno modificato i segnavia, ma non i tabelloni e i cartelli, beh, potenzialmente di mette in rischio la sicurezza degli escursionisti. Torno indietro e prendo l’asfalto, e vedo che si sono presi la briga di cancellare i segnavia vecchi, quelli che dovrei seguire per il Sentiero Italia. Ma sono comunque tardi perciò dopo oltre 50km decido di correre per avere anche solo 5 minuti in più ed evitare di arrivare tardi. Discesa, e mi viene facile correre. In salita mollo il passo è trono a camminare. Incontro di nuovo il sentiero ed ora si ricongiungono. In poco tempo sono alla Bocchetta dell’Altare e sono le 19.15. Ora direzione Carcare,ma chiedendo ad una vecchietta mi dice che sono circa 10km, nemmeno correndo c’è la farei. Un ragazzo alla fermata del bus mi dice che passa tra 5 minuti e la biglietteria è a 70m. Vado verso la biglietteria e quando ci sono di fronte, vedo un auto che sta cercando di  partire in discesa. Raggiungo l’auto che al primo tentativo non è riuscirà a partire. Una coppia, lei incinta. Propongo uno scambio, una spinta per far partire l’auto in cambio di un passaggio. Me li avrebbero offerto comunque, ma intanto fa andare in discesa l’auto, io che sono ancora fuori vedendo la difficoltà mi metto a spingere. L’auto parte, monto, faccio un riassunto della giornata e del mio viaggio. La strada mi sembra lunghissima in auto, figuriamoci a piedi. Mi portano proprio di fronte al supermercato. Gentilissimi. Controllando i km ed avendo tempo a sufficienza per arrivare il 7 a Limone in Piemonte decido di fare una spesa generosa. Alla cassa, la cassiera curiosa comincia con le domande, è orario di chiusura ed altri colleghi si avvicinano. La cassiera insiste per darmi qualcosa, le dico di no perché sono già carico. Poi dico che se per caso hanno frutta che non possono più vendere, la accetto volentieri. Così mi riempiono di fichi, banane e prugne anche se secondo me potevano ancora essere venduti. Mi offrono pure un passaggio fino ad Altare dove si mettono d’accordo con una barista per farmi ricaricare il telefono. Così anche al bar racconto la mia storia. Pii mangio abbondantemente per non dover portarmi in giro tutta quella frutta. Al bar un tizio mi offre pure il gelato, 3 palline. Insomma oggi scoppierò. Quando esco dal bar è tardi, ma ho voluto stare li a chiacchierare con il proprietario ed il tipo del gelato. 

Trovo un posto tranquillo vicino la stazione ma non è coperto. Fa fresco e non vedo l’ora di entrare nel sacco. 

Giorno 82

Mo sveglio che comincia a schiarire, mentre mi preparo cerco di finire la frutta rimasta. Vado al bar per recuperare il telefono è prendo un caffè, ma non me lo vogliono far pagare. Racconto alla barista un po la mia storia. Alle 7.40 parto, esce fumo dalla bocca na mi sembra sia più calda di ieri. Lo zaino è una zavorra, probabilmente sfiora i 20kg. Oggi decido per un andatura più lenta e diverse tappe per mangiare in modo da alleggerire lo zaino. 1km ed arrivo all’inizio del sentiero di oggi, mi mancano circa 100km di Liguria ed ho cibo fino alla fine probabilmente. Meglio così perché mi accorgo che domani è domenica e quando arriverò al alimentari sarà sera e comunque chiuso. Salgo guadagnando alcune morbide cime, oggi ho posizionato molto bene lo zaino per caricare il peso sui fianchi. Il passo è tranquillo ma più che accettabile. In qualche punto panoramico cerco di vedere le vallate ma c’è tanta foschia che sembra si vedere attraverso un vetro appannato. Dopo due ore arrivo a Colla del Termineo, i cartelli mi danno la direzione e dopo un po’ scopro che anche qui hanno modificato il sentiero, io sono nella vecchia Alta Via,che corrisponde al Sentiero Italia. I segnavia sono tutti cancellati. Dopo quiescenza km incontro di nuovo l’Alta Via che arriva ad una vecchia casa dove sotto un porticato ci sono delle persone intente a preparare carne alla griglia, c’è pure una fontana, mi fermo all’ombra per pranzare poi riposo. Le spalle stanno bene, ma si stancheranno lungo la giornata. A mezzogiorno e mezza dopo aver cambiato calzini e sciacquato quelli appena tolti mi metto in cammino. Dopo poco di nuovo spariscono i segnavia, arrivo ad un tratto asfaltato e c’è qualche segnale ma sembra vecchio. Continuo sulla strada e vedo anche qui di nuovo segnavia cancellati. Continuo fino al Valico Madonna della Neve dove c’è un ricovero ed acqua e trovo di nuovo i segni ma solo da dove sono in poi, non mel verso opposto ora sono nel bosco, ma i segni comunque sono scarsi. Giungo fino a Melogno dove devo percorrere 2km su asfalto fino al forte Melogno dove c’è la fine della tappa. Mi fermo in un area attrezzata per mettere qualcosa in bocca e riposare le spalle. Di nuovo bel bosco, una strada forestale sale molto dolcemente tra i faggi.  La tappa è decisa tra 10km dove dovrei trovare un bivacco. 

Quando arrivo alla tappa c’è una vista panoramica sul mare lontano vedo una nave da crociera, chissà dove vanno. Ancora più in là nuvole basse coprono il mare. Mancano meno di 2km ala tapa di oggi. Devo salire il monte Carmo e poi scendere dall’altra parte. Mentre salgo vedo che c’è una costruzione poco sotto la cima, forse il” rifugio dello amici del monte Carmo” c’erano alcune indicazioni salendo. Quando ho valicato il monte trovo appunto indicazioni per il rifugio, la mia tappa l’avevo decisa più avanti ma se fosse chiuso dovre tornare indietro perciò prima provo qui, e trovo una sala al coperto dove posso accedere, c’è una stufa e dei tavoli ed una grande vetrata che volge verso il mare, oltre um pezzo di prato sotto la vetrata non so vede altro che mare e cielo. Tutto azzurro. Sono le 19.15 ed ho finito la giornata, mangio con calma e mentre mi destreggio tra fagioli e pane una cerva ed il suo piccolo passano di fronte la vetrata. Finito il pasto mi metto a dormire. Impossibile la sveglia che mi dice che posso dormire 9 ore oggi. Ottimo, ci voleva.

Giorno 83

Mi sveglio spesso la notte ben riposato, ma è troppo presto per partire. Quando invece suona la sveglia vorrei non alzarmi. Faccio colazione con i soliti biscotti, ma questa volta ci spalmo sopra un po di crema di marroni. Le finestre sono appannate e non vedo più le luci dei paesi, uscendo vedo che sono coperti dalla nebbia. Alle 6 e 40 si comincia. Da subito vedo un cervo e ne sento altri scappare, poi pure due daini. Ancora più avanti dei caprioli si fanno sentire mentre scappano poi arrivo al Giogo di Toirano, non c’è nulla, solo una piazzola con i cartelli e le tabelle. Poi una tettoia con un tavolino e delle panche sotto, che comunque è poco utile perché stretta e troppo alta. Mi accorgo che lo zaino si è rotto, due sostegni in acciaio spuntano da sorto lo zaino,in realtà quello sinistro è uscito qualche settimana fa ma il destro è uscito oggi, mancano pochi km e lo cambio! 70m e c’è un bivio AV sia si qua che di la. Controllo il telefono e prendo la più corta. A metà tappa trovo dell’acqua che scende da sotto una roccia, finalmente, l’avevo finita. Mi lavo pure le mani. Nel bosco un picchio si fa sentire ed oltre l’acqua è l’unico rumore che sento. Arrivo alla tappa in poco tempo. Trovo dei cassonetti dove posso fare la differenziata così decido di fare anche merenda in maniera da liberarmi del peso del vetro del contenitore dela squisita crema di marroni. Mi accorgo di aver persi lo spazzolino. Ora il sentiero è molto facile, indicato come turistico, solo un breve tratto di sentiero non proprio puloto, il resto carrabili. Anche se alla fine la segnaletica non è corretta. Dal passo leggo che per la prossima tappa torno sopra i 1700,una tappa piuttosto lunga rispetto le altre della Alta Via, 15km. 3km di carrabile poi ancora sentiero, mi fermo subito per pranzare. Mangio molto per alleggerire lo zaino è poi riposo. Mi sveglio e sono in mezzo alle nuvole ora il sentiero sale veloce. Una delle tante anonime faggete diventa interessante grazie alla nebbia, poco piu avanti mi fermo per togliere la maglia e mo accorgo che il GPS ha perso la mia posizione nonché un pezzo di traccia. Circa 800m smarriti. Da qui esco dal bosco e continuo sulla dorsale erbosa, c’è molta umidità, sotto gli alberi piove perché si condensa e quando è sufficiente a formare la goccia cade terra. Per fortuna l’erba nella parte più bassa è ancora asciutta così posso tenere i piedi lontano dall’umidità. Arrivo in cima al monte Galero ma non si vede nulla. Scendo lungo la costa,ma lo so perché è la mappa a dirmelo, del paesaggio vedo solo fino a 30-40m attorno a me. Quando arrivo alla tappa scopro di dover salire si nuovo sopra i 1700m, anche se è molto umido le temperature sono alte. C’è un po’ di vento che mi permette di non sudare. 

Sulla barba ho le goccioline di condensa, anche sul braccio sinistro perché è da quella parte che arriva il vento, le gambe invece sono umide. I segnavia a volte ci sono a volte mancano, ma la traccia del sentiero è ben visibile sul terreno, difficile sbagliare anche con poca visibilità. Anche questa cima in mezzo alle nuvole. Verso la fine della tappa una sorpresa, vedo un larice,ma c’è n’è un altro a fianco e poi altri. Sono i primi che vedo da quando sono partito e dall’altra parte del sentiero un po di betulle. I miei alberi preferiti. In questo piccolo tratto di bosco mi pare di riconoscere anche il rododendro. Un assaggio delle Alpi. Ho i capelli umidi, come la maglietta e la barba, spero non diano problemi stanotte. Arrivo ad un altro posto tappa, sono in tempo per arrivare a Colle di Nava dove dovrò trovarmi un riparo perché sarà molto molto umido questa notte, sugli alberi ci sono delle targhettee con scritto “Via Alpina” un altro lungo itinerario del quale percorro un pezzo. Un tratto molto facile su una carrabile che scende dolcemente fino al paese di Nava. Qui la nebbia è tanto fitta che piove. Mentre sto costeggiando il paese per arrivare alla tappa vedo uno stabile in costruzione, se non trovo nulla prima mi fermerò li. 

Mentre scendo trovo dei bagni pubblici dove posso prender dell’acqua, non ne trovo da stamattina ed era finita già nel primo pomeriggio. Poco più avanti una fontana, non è caldo ma mi sciacquo braccia e mani. Ora mi dirigo verso la costruzione. È a fianco ai carabinieri, cerco di entrare dalla parte opposta ai carabinieri senza che le macchine mi vedano, è stato facile. Cerco un posto riparato sia dalla nebbia che dai rumori della strada. Sul retro ci sono dei garage aperti che sono usati come rimessa o magazzino, ma c’è posto per me. Ceno approfittando della luce rimasta ed alle 20.25 sono nel sacco. Domani sveglia presto perché c’è una lunga salita da fare. 

Giorno 84

So che mi mancano una ventina di km fino al termine della parte della Liguria, da lì in poi comincerò con le Alpi, ma prima devo superare i 2100m, cosa che non faccio dall’Abruzzo se non ricordo male. Oggi parto da 900m, prima una tappa a San Bernardo di Mendatica a 1200m poi l’ultima lunga salita per entrare in Piemonte. Alle 6.15 sono in marcia, non fa ancora freddo, ma dire che è caldo non è proprio il caso. Si parte con una bella salita per poi restare pressoché in quota. La nebbia se n’è andata, non è umido per terra, ci sono solo delle nuvole alte. Salgo e scendo in continuo e qualche volta attraverso la strada.

A San Bernardo di Mendatica mi accorgo di avere una zecca sulla mano era un bel po’ di km che non me vedevo una,comunque ora cominciano ad andare in letargo, in più sopra i 1800 non ne troverò più. 

Riempio la borraccia per l’ultima salita, vino alla Sella della Valletta in una fontana sulla strada e mi inoltro di nuovo nel bosco, la progressione è buona, e verso 1550m mi ritrovo in piano a proseguire fino a Margheria Garlenda dove trovo un pascolo, una svolta verso il crinale e si sale di nuovo in maniera decisa. Quo vedo le prime marmotte, le vedo correre verso la tana. Guadagnato il crinale continuo sulla cresta fino a quota 2141, punto più alto di tutto il sentiero della sezione Liguria. Ora saliscendi fino al rifugio Sanremo dove non c’è un ricovero accessibile anche se è un rifugio CAI, qualche altro minuto e sono alla Sella della Valletta, alle 11.30 arrivo w finisco così la Liguria, ma soprattutto dopo oltre 3400km e più di 170000m di dislivello positivo e 170000m di dislivello negativo concludo quella che per me è la sezione del Appennino. Un grade traguardo, ora le quote cambieranno e visto che siamo ad inizio settembre anche il clima probabilmente sarà diverso da quanto trovato fino ad ora.

Ora l’allenamento è finito si fa sul serio adesso.

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