Basilicata 2016

GIORNO 39

Mi sveglio e fuori c’è vento ma è una bella giornata. Mi sento appiccicoso un pò dappertutto: il caldo dei giorni passati mi ha fatto sudare, la maglietta e i pantaloncini sono molto sporchi e sono convinto di non avere un buon odore.

Oggi mi laverò i capelli, aspetto il sapone da Girifalco (giorno 29).

La salita divertente di ieri mi ha fatto sudare più del previsto, la zona più fastidiosa è la parte lombare ed il collo, per le gambe mi sono abituato ma ogni volta che mi siedo i pantaloncini restano appiccicati.

Faccio colazione ed esco, il monte Pollino è coperto dalle nuvole. Potrebbe venire pioggia perciò metto il sacco a pelo in un sacchetto per proteggerlo dall’acqua.

Il sentiero continua bene fino alla fine dell’ippovia, poi diventa compito del CAI gestire e i segni diventano difficili da seguire anche se c’è una traccia che poi sparisce, allora mi affido a quella trovata in Internet, e così so almeno la direzione approssimativa.

Con qualche sbaglio e deviazione arrivo nei pressi della Madonna del Pollino, dove c’è un rifugio con un ragazzo che lavora per sistemarlo: l’ha aperto dopo molti anni e spera di farlo andare molto bene e tenerlo aperto anche in inverno.

Facciamo due chiacchiere e chiedo riguardo le condizioni della strada, mi dice che tutto sommato è buona ma non sa se si tratta del Sentiero Italia Basilicata.

Riprendo la mia camminata, il clima e è fresco, mi sono fermato e raffreddato, quindi metto la felpa. Ancora una volta, finita l’ippovia finiscono i segnavia, ma ricordo di aver tracciato bene questa parte di Sentiero Italia Basilicata perciò seguo i miei riferimenti (si tratta di strade forestali, quindi non impegnative tranne una discesa).

Verso mezzogiorno arrivo in località Acqua Tremola dove c’è una fontana ed un area picnic perfetta per fermarmi a pranzare! Un vecchietto curioso si avvicina e mi fa delle domande riguardo il mio viaggio e mi parla del GR20 (un sentiero che percorre la Corsica).

Dopo pranzo il sentiero continua simile a tutta la mattina, ma qui per piu di 10 km non vedrò un singolo segno del CAI.

Ogni tanto si esce dal bosco e si riesce ad apprezzare il panorama a 180 gradi e riesco a vedere il Pollino, sotto il quale ho dormito stanotte.

Il paesaggio si apre una volta finito il bosco e riesco ad apprezzare molte più cime di prima,sia quelle appena lasciate alle spalle, sia quelle che mi aspettano nei prossimi giorni. C’è vento, e sono indeciso se mettere la felpa o meno. Quando il vento cala ho caldo,ma quando soffia raffredda il sudore che ho addosso; grazie al vento,però, posso assaporare il profumo delle ginesre che stanno sul fianco della montagna.

Un cartello mi indica l’ultima località-cima prima del paese a 1,6km. Proseguo più del dovuto e qualcosa non torna. Non trovo la cima, fortunatamente il telefono prende e faccio una ricerca. Il cartello era sbagliato, la cima sta a 300 m da dove è posizionato ma non torno indietro del tutto perché sembra che ci sia una strada poco più indietro e sembra che il Sentiero cominci da lì per questa località-cima.

Arrivato al paese, come al solito chiedo dell’alimentari ma il giovedì è tutto chiuso a San Severino Lucano, ma più avanti dovrei trovare un hotel o un ristorante, sperando sia aperto.

Scendo i 6km fino al paese successivo e sì,  c’è un piccolo alimentari perciò entro e cerco una cena e una colazione, ma anche qualcosa da mangiare subito.

Dopo qualche difficoltà e indecisione trovo del panforte senza miele: subito mio!!!

È uno dei miei dolci preferiti. La scelta non è molto ampia perciò lo accompagno con delle pere sotto sciroppo. Mangio subito fermandomi un pò per riposare ma poi visto che sono le 18 riparto per un pezzo di bosco che si rivela ampio e con un ruscello a fianco del sentiero.

Il sentiero è pulito e largo, inoltre c’è una staccionata quindi deve essere un percorso abbastanza turistico.

Per quello che ho visto fino ad ora della Basilicata sono parecchio contento.

Ad un bivio trovo un cartello con scritto Sentiero Italia Basilicata, ma ce n’è solo uno ed indica la via da dove sono venuto anche se dalla posizione riesco ad intuire la direzione da prendere. Più avanti trovo un altro cartello, ma questa volta mi indica la direzione da prendere: un piccolo pianoro pieno di rovi.

La traccia scaricata in Internet ha preso quella direzione, mi faccio coraggio e passo: Percorsi 20 m passo dietro un albero e vedo una strada, quindi è stato solo un falso allarme.

Fiuuuu..gambe mie siete salve!! 😉

Percorrendo la strada mi discosto dalla traccia scaricata, ma la strada è buona perciò proseguo. Arrivo perpendicolare ad una strada, ma non vedo indicazioni così procedo verso la traccia trovata in Internet.

Sale dolce e ad un certo punto trovo una recinzione, cerco di capire cosa ci sia dentro e vedo dei cervi, c’è anche un maschio con l’invernino, ma o è giovane o è un po in ritardo. Superata questa c’è un altra gabbia dentro cui vedo un gatto selvatico: il primo, non ne avevo mai visti prima d’ora.

Proseguo fino le 20, trovo una fontana e mi accampo. Mi rendo conto di non essermi lavato quando entro nel sacco a pelo e mi sento tutto appiccicare. Ma non ho voglia di lavarmi ora, poi fa un po’ freddo fuori per non parlare della temperatura dell’acqua!

Sentiero Italia Basilicata

GIORNO 40

Mi sveglio e fuori è molto umido: ho il sacco a pelo un po’ più pesante del solito, ma solo leggermente perché comunque io dentro sono al caldo; al contario, i leggins che avevo lasciato fuori dallo zaino sono belli freschi dove sono umidi, li metto su comunque perché tanto tra pochi passi saranno già asciutti e mi terranno caldo.

Seguendo la traccia scaricata arrivo ad un altro cartello del Sentiero Italia Basilicata e troverò anche bolli ma al bivio successivo sparisce tutto perciò mi affido ancora al percorso fatto dal mio ormai quasi amico Jon (l’autore delle tracce, al quale ho scritto per ringraziarlo dell’ enorme lavoro svolto e per dirgli che mi è di grande aiuto).

Però questa volta ha sbagliato via, ma me ne accorgo dopo 4 km, comunque proseguo, nemmeno io avevo visto la segnaletica per l’altra direzione

. Ancora una volta il CAI non ha fatto un bel lavoro, anche se comincio a pensare che ogni tanto ci sia lo zampino di qualche vandalo al quale poteva “dare fastidio” un segno o un cartello. Intendo dire che non gli andasse a genio il fatto che qualche turista o persona esterna potesse passare in qualche luogo preciso. Questo è successo quasi sicuramente sull’Aspromonte con una deviazione troppo ben segnata, che non lasciava scampo.

Comunque continuo per circa 19 km fino a Latronico, ma la batteria del cellulare e quella di scorta sono quasi completamente esaurite. Intanto mi arriva un messaggio da un contatto che mi avevano passato per avere informazioni sul Sentiero Italia Basilicata, poi comincia una catena di scarica barili con passaggio di numeri telefonici e di persone.

Decido di fare la spesa e poi cercare un posto dove ricaricare, e trovo un bar.  Mentre sorseggio un tè caldo sento dell’aria molto fresca colpirmi la schiena,  sposto la tenda e vedo che fuori sta piovendo. Fortunato me! Mentre aspetto mi viene volglia di fermarmi in paese, non mi va molto di rischiare di restare bloccato sul monte Alpi se dovesse peggiorare.

Da lontano ho visto che è un monte glabro e non lascerebbe molto scampo alla pioggia o ancor peggio a lampi. La cameriera mi consiglia un b&b gestito da una ragazza che lavora in una pasticceria a 30 metri dal bar. Ci provo, il prezzo è buono ed è pure vicino. C’è cucina, WiFi e soprattutto la doccia! Mentre la ragazza prepara il locale, una signora in pasticceria comincia a chiacchierare con me e ci intratteniamo fino al ritorno della ragazza. Mi sono accorto che stando tanto da solo, ho voglia di raccontare le mie cose ed ascoltare qualcosa di nuovo da chiunque si dimostri interessato.

Arrivato al b&b metto subito in carica i dispositivi e mi faccio una doccia. Poi mi preparo una pasta. Questa volta mi è venuta bene ed uno spicchio d’aglio appena scottato sulla piastra è la chicca che ci voleva!

Cerco di rilassarmi, ma devo finire di scrivere il racconto dei giorni precedenti, aggiornare mappe,applicazioni, controllare mail e fare un po’ tutto quello che mi è difficile fare quando cammino e/o non ho connessione. Ma alla fine riesco anche a vedermi un film mentre fuori ricomincia a piovere. Non sono più uscito perché ho messo i vestiti a lavare e non sono asciutti. Naturalmente per restare leggero non ho un cambio, avrei solo la maglietta, ma i pantaloncini e i leggins li ho messi a lavare perché ne avevano bisogno.
L’ultimo contatto che avevo del tam tam cominciato la mattina riesce a trovare qualcosa che forse mi sarà utile, sono tracce fatte in mountain-bike, ma i percorsi sono gli stessi.

La sera mi faccio una pasta e mangio un pò di frutta ed alle 22 riesco a prendere sonno.

Sentiero Italia Basilicata

GIORNO 40

Mi sveglio alle 4.30 che non ho più sonno. Sicuramente avendo riposato molto il fisico, non ho bisogno di dormire. Ma è troppo presto perché devo pagare la stanza.

Vado in bagno e poi leggo qualcosa su Wikipedia. Mangio un pò di colazione e alle 6 riesco a prendere di nuovo sonno. Alle 7.30 mi sveglio di nuovo bello riposato.

Cavolo!!! Mi sono dimenticato di spedire le foto per il racconto!!! Le invio subito, ma ci vorrà un po’. Intanto comincio a preparare lo zaino e  a fare colazione (quella seria) e aspetto sia tutto pronto e spedito.

Per le dieci finalmente ho spedito, pagato l’alloggio e sono in partenza.

Sono fortunato ed imbocco una strada con segni CAI, e prosegue dove devo andare io, ovvero a nord del paese per salire sul monte Alpi. I segni non tardano a sparire, ma grazie alle tracce che mi ha fornito Salvatore vado spedito.

Comincia una bella salita, come quelle che piacciono a me, un bella pendenza che ti fa guadagnare metri di quota velocemente. Il sentiero è ben segnalato e sembra pulito e da poco.  Infatti più avanti troverò tre ragazzi all’opera per la pulizia,  prossima settimana c’è un evento ma mi dicono che è pulito solo fino alla cima, dall’altra parte è brutto.

Seguo tutti i segni che però mi fanno allungare e poi, ancora prima della cima, spariscono. C’è qualche traccia e seguo.

Le nuvole coprono la cima e non si vede il paesaggio.

Con la pioggia di ieri si sono abbassate le temperature, e qui sulla cima c’è pure vento. Ogni tanto pioviggina: ci saranno 12-14 gradi e in discesa devo stare molto attento per non scivolare sull’erba bagnata!Se dovessi cadere mi farei molto male visto il terreno sassoso!!!!

Le tracce che mi ha passato da Santo mi aiutano molto perché la visibilità è limitata.

Quando finisce la parte di cresta entro subito nel bosco e trovo un sentiero pulito e con segnavia freschi. La discesa, viste le condizioni del sentiero, sarà molto veloce: anche nei punti più ripidi le scarpe tengono bene perché non ci sono foglie umide, ma terriccio che si adatta alle mie esigenze.

Quando comincia la strada asfaltata, non trovo più segni, ma non molto più avanti c’è un tratturo per biciclette o cavalli che arriva dritto al paese: é passata da poco l’una, e gli alimentari aprono alle 17 quindi vado ancora avanti.

Non ho molto cibo con me, ma ho l’ uvetta che mi aiuterà a chiudere il buco che ho nella pancia.

Controllando la successiva destinazione, scopro che dovrei arrivare in un borgo facendo 20-23 km di asfalto tra andata e ritorno, ma decido di passare questa tappa perchè non ho riferimenti di sentieri da quelle parti.

Taglio direttamente verso il monte Sirino per il quale ho una traccia e per arrivarci devo fare una decina di km di asfalto. Il meteo è instabile, ogni tanto c’è vento, ogni tanto piove e le temperature cambiano abbastanza tanto da farmi mettere e togliere felpa e giacca.

Prima del sentiero passo una località che non avevo segnato nella mappa e c’è un alimentari: è sabato e approfitto per rifornirmi fino al pranzo di domani, ma spero comunque di arrivare a Lagonegro abbastanza presto da trovare un mini market aperto.

Faccio il pranzo lì, alle 16  comincio la salita: un altro tratturo che fanno in bici o a cavallo.

Sudo e ogni tanto il vento che mi colpisce mi raffredda velocemente quindi devo controllare l’andatura, ogni tanto esce il sole e lo sbalzo di temperatura si sente.

Comunque per ora nessun segno CAI, così seguo semplicemente la traccia sul cellulare. il percorso è buono e arrivo in un rifugio dove chiedo dove poter trovare acqua perché sono partito senza da Latronico, ma non ho mai dovuto bere per il momento: le temperature basse mi fanno risparmiare liquidi.

Ma mi,servirà acqua per la pasta e forse un bel tè caldo: lì vicino c’è una fonte e riprendo a camminare; sono le 19.30 quando arrivo ad un laghetto con impianti di risalita, dove trovo tre giovani che stanno piantando la tenda, ma sono arrivati in macchina e non hanno fatto più di 30 m per trovare il posto. Sono tentato di fermarmi e fare una chiacchierata con loro, ma ho ancora tempo per proseguire.

Tra 1 km comincia una cresta facile, poi una cima e successivamente una discesa su cresta per poi scendere sul fianco arrivando ad un bosco, dove spero di trovare un posto riparato dal vento.

Salendo il sole è spesso coperto dalle nuvole, c’è vento parecchio fresco e il cellulare mi dice che ci sono 10 gradi. Ho già il giubbotto e la maglia che mi riparano, non metto i leggins perché l’erba è bagnata e rischierei di fare peggio.

In cima c’è vento, ma me l’aspettavo,  7,5 gradi, tempo di qualche foto e un video ma prima che il sole tramonti  mi ritrovo in una nuvola arancio, poi comincio la discesa, l’erba mi fa scivolare e le nuvole mi coprono la vista e così fatico un pò a trovare il sentiero, ma ho sul cellulare la traccia.

Gli sforzi intensi per stare in equilibrio sull’ erba bagnata e il freddo stanno per farmi venire i crampi ai polpacci, so che è una cosa comune con temperature basse inaspettate, ma controllo lo sforzo fino a quando le gambe non si abituano alla temperatura.

Ci sono mucche al pascolo che hanno scavato dei percorsi che ogni tanto finiscono bruscamente, poi finalmente trovo roccia non umida ed il sentiero. Non è protetto dal vento perciò faccio in fretta nei punti più scoperti e cerco un riparo ma è tutto piuttosto ventilato. Vedo il paese giù nella vallata, ci sono le prime luci che si accendono. Continuo la discesa fino al bosco, è parecchio buio e non trovo un posto che vada bene.

Verso le 21.10 trovo uno spazio abbastanza in piano e coperto dal vento che mi piace.

Preparo la cena mentre sono già nel sacco a pelo per proteggermi dal freddo e con la pancia piena mi metto a riposare.

Sentiero Italia Basilicata

GIORNO 41

È quasi sicuramente la mattina più fredda da quando sono partito. Ci metto un po’ a trovare il coraggio di uscire. I calzini e le scarpe naturalmente sono ancora bagnati e quindi belli freschi da indossare. Preparo un tè caldo, e so di aver fatto bene a lasciare l’acqua per oggi, così mi riscaldo prima di partire.

Continuo la discesa cominciata ieri sera, fino al paese sono circa 7 km, ho ancora la felpa ed il giubbotto su, in piazza mi guardano strano ma non ho troppo caldo.

Trovo un alimentari, un po’ di frutta, biscotti, un condimento e sono fuori.

Cammino, ma il cellulare sembra non registrare la traccia. Lo fermo, salvo e lo faccio ripartire. Ma mi manca qualcosa.

Cavolo!  I bastoncini, li ho dimenticati nel market!  Allora ritorno indietro, erano ancora li, alla cassa. Da Lagonegro fino al passo Fortino è tutto asfalto, su una strada anche abbastanza grossa dove le macchine passano vicino a me molto veloci.

La giornata precedente è andata molto bene e quindi sono ancora di buon umore, ma alla fine della Basilicata devo dire che mi è piaciuta più della Calabria.

Nonostante sia passato per boschi,  ho avuto modo di gustare il paesaggio, vedere ruscelli e fiumi, trovare in qualche modo il sentiero anche se per la maggior parte del tracciato non segnato o segnato male.

È stato breve il tragitto, poco più di un centinaio di km di Sentiero Italia Basilicata, ma ho una bella sensazione a pensare a quanto passato.

La fortuna sicuramente è passata di qua, con le batterie scariche mi sono fermato e ha cominciato a piovere quando ero ormai al coperto e poi i sentieri appena puliti, fresco quando avrei fatto molta strada sotto il sole senza trovare fontane.

Insomma, un altra spunta è andata.

La quarta regione è completata.

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