Molise 2016

GIORNO 51

Come al solito mi sveglio quando comincia già a rischiarare e mi concedo 5 minuti, ma oggi voglio partire presto per fare più km possibili.

Non sono ancora le 6 e ci sono già macchine in movimento e qualcuno ha pure la voglia di suonare il clacson, al che decido che è giunta l’ora di partire. L’umidità non si è depositata sul sacco a pelo ed è già una bella cosa. Esco dal riparo e la temperatura cambia, più fresca. Ci sono tre cavalli che brucano qui davanti e nella piana vedo la nebbia che già la sera prima si stava accumulando.

Alle 6.30 sono pronto e riesco a mettermi in marcia, l’erba è umida e mi bagna le scarpe poi le gambe. Già dalla prima facile salita il cuore batte a mille, mi è capitato spesso altre mattine quando passavo la notte tra i monti di “casa”, poi si sistema da solo.

Per un breve tratto riesco a seguire il Sentiero Italia Molise, credo di seguirlo anche quando sono nel bosco ma ad un tratto muore. Guardo la mappa e sono più basso, quindi cerco di salire ma di avanzare allo stesso tempo. Ci sono diverse tracce, ma quando trovo il Sentiero Italia Molise, sono sicuro sia  quella giusta. Da qui è segnato ed è più facile da seguire.

Esce dal bosco e comincia a salire. Il sole alle spalle ancora abbastanza basso irradia il pannello solare e scalda pure me. Arrivo ad una specie di fattoria dove vedo un uomo da lontano, poi un cane vede me e comincia ad abbaiare, gli altri lo sentono e lo seguono. Esce un secondo cane, poi un terzo, quattro, cinque. Sono 9, di diverse razze e 2 di loro mi girano attorno. Per fortuna arriva uno dei padroni da dietro le rocce che riesce a calmare alcuni di loro. Chiedo informazioni sul sentiero e  mi indica la direzione da seguire.

Non mi convince molto ma è proprio quella giusta perché dopo un po’ vedo dei segnavia.

Come ha detto il pastore, non è facile vedere il Sentiero Italia Molise, ma con un pò di occhio si riesce a capirne la direzione. Più o meno è tutta discesa, devo stare attento dove metto i piedi perché ci sono spesso sassi che potrebbero diventare pericolosi se l’appoggio non fosse stabile ed avendo avuto i dolori ieri nella zona della caviglia è molto meglio se sto attento.

Rientro nel bosco e continuo un pò a tentativi, c’è la mappa ad aiutarmi ma non sempre trovo il Sentiero Italia Molise.

Sono ormai molto vicino a Roccamandolfi ma perdo completamente il sentiero e proseguo su quello che trovo e che sembra continuare in discesa. Percorro un tratto un pò pericoloso per evitare di allungare ulteriormente la tratta.

In paese come al solito cerco un alimentari, ma lo devo percorrere quasi tutto, è un bel paesino misto tra ristrutturato e vecchio, con stradine strette e in forte pendenza. Ci sono addirittura i bagni pubblici. Trovo il negozio in piazza, è piccolo ma c’è tutto. Sono le 11 ma ho comunque appetito. Oggi è sabato e devo ricordarmi che domani tutto chiuso, quindi faccio una spesa abbondante cercando di non esagerare.

Il proprietario mi prende in simpatia e mi dice che in paese c’è la “Casa del pellegrino” con letti e cucina, ma spiego che è troppo presto per fermarsi già qui e così mi porta in una piazzetta dove c’è dell’acqua potabile “che esce direttamente dalla montagna! È fredda”.

Mi tolgo le scarpe perché mi fanno male i piedi, le lascio ad asciugare al sole vicino al pannello. Preparo il pranzo e poi mi concedo una pausa. Non riesco a dormire per tutti i rumori che ci sono. Tra auto e campane non riesco a prendere sonno. All’una mi alzo e comincio, ma mi accorgo che il sole è molto caldo, lo sento molto forte sulle spalle, così mi bagno la testa e le braccia, riempio la borraccia e riparto.

Non so bene dove riprende il sentiero, ma subito dopo un’altra fontana trovo un cartello con la direzione per il sentiero. Lo zaino è carico ma non pesa troppo, ma la combinazione caldo, salita ripida e zaino un po’ più pesante mi fa perdere molti liquidi. Il tratto che sto percorrendo fa parte di un sentiero turistico che collega due paesi ma lo seguirò solo per un tratto. Nella mappa non ho sentieri ma ho trovato dei riferimenti in rete e quindi ho tracciato un pò alla meglio il percorso da seguire. Dopo un’ora trovo un bevaio e mi devo assolutamente rinfrescare, sto sudando molto.

Il sole è alto sulla testa e devo approfittare per abbassare la mia temperatura. Non so se è acqua potabile quindi non bevo.

Poco dopo devo uscire dalla strada e deviare a destra, ma ci sono campi incolti, non vedo nulla che possa sembrare un sentiero o una strada, infatti per un primo tratto vado un pò a casaccio ma poi trovo una vecchia strada, visibile solo se ci sei sopra e la seguo. L’erba è alta e le piante lasciano cadere il loro semi al mio passaggio che mi riempiono le scarpe dandomi fastidio pungendo. Non vedo l’ora finisca questo tratto per togliere tutto dalle scarpe, spero inoltre di non beccare delle zecche.

Sto percorrendo da molto tempo il Sentiero Italia Molise sotto il sole, sento le spalle bruciare e ho come l’impressione di essermi scottato. Oggi c’è stato bosco solo la mattina, il resto del giorno ho trovato pochissimi tratti in ombra e questo ha fatto sì che sia la giornata più calda da quando sono partito.

Arrivo su una stradina un pò dimenticata e mi fermo dove c’è meno erba e mi dedico alla pulizia delle scarpe e calzini. Infatti i semi spesso si incastrano nei calzini e li devo togliere a mano. Controllo anche le gambe e non ci sono zecche. Bevo e finisco quasi la borraccia in un sorso. C’è un po’ di venticello che mi rinfresca ma quando il sudore è evaporato il caldo torna a farsi sentire.

Per un bel pezzo nella mappa ho una direzione da seguire ma non è molto precisa perché manca il sentiero tracciato ma il primo tratto è una stradina visibile poi devo deviare, vedo nitido il sentiero sul monte ma non riesco a distinguere quello per raggiungerlo. Un po a zig zag scendo fino alla sella dove c’è un omino (segnavia di pietra) che mi aiuta e poco dopo un altro. Ma quando salgo dall’altra parte, non è facile trovare il sentiero che vedevo molto nitido poco fa. L’erba alta fa si che si nasconda e si mischi ad altri piccoli tratti percorribili. Salendo mi discosto dalla traccia che ho fatto, ma trovo comunque dei segni e capisco che sono sulla strada giusta.

Poi incontro la mia traccia e la seguo per 200 m in un bosco regalandomi un pò di ombra. Un altra sella, dove ci sono delle mucche ed un bevaio. Mi fermo per bagnarmi e bere, e mente bevo una mucca si mette a bere pure lei, li vicino a me.

Una stradina per 400 m mi accompagna e poi di nuovo tra l’erba alta, per i primi metri riesco a vedere dei segni, poi salgo troppo e perdo il sentiero ma accorgendomene comincio a tagliare leggermente in discesa e trovo una bella strada comoda che seguo fino a quando finisce poi una salita di 40m circa mi porta ad una strada bianca che seguo per i prossimi km. Nei tratti più ripidi è cementata per preservare il fondo stradale, infatti è usata per arrivare a dei ripetitori che stanno poco più a monte.

Scendo fino ad una chiesetta e poi trovo una Via Crucis che mi colpisce. Non ci sono i soliti disegni ma le statue in dimensione reale raffiguranti l’evento. E poco dopo arrivo ad un’abbazia anch’essa molto bella vista da fuori.

Ora comincia l’asfalto e trovo dei vecchi segni che seguo ma poi perdo e cerco tra le strade di campagna la via da seguire. Finisco tra campi coltivati, per fortuna appena raccolti così posso proseguire senza intoppi anche se non c’è una strada vera e propria.

Sono le 17 e non ho fatto molti km oggi ma il resto del percorso è su asfalto e dovrei recuperare un po’. Ad ogni fontana che trovo mi rinfresco e bevo.

Quando arrivo a Pesche, la parte bassa del paese, è residenziale abbastanza nuova ma io devo salire al paese vecchio che di sicuro è uno dei più belli visti fino ad ora. Le strade sono strette e spesso ci si passa solo a piedi, è tutto vecchio ed alcune costruzioni in decadenza; trovo persone solo nei pressi di una pizzeria. Poi volto l’angolo ed il sole al tramonto illumina parte della viuzza che sto per percorrere: che magia. Salgo e trovo un terrazzo dove riesco a godere della vista della valle con la luce calda e radente che illumina solo piccole zone esposte verso ovest.

Sembra tutto colorato con i pastelli: lontano vedo i monti dai quali sono venuto, l’abbazia, la chiesa, i ripetitori ma più in là anche i monti di questa mattina coperti da nuvole colorate.

Faccio foto e video, sono proprio contento. Poco dopo comincia il sentiero, ma è segnato come STI e non so cosa significhi ma non c’è molta scelta visto che la direzione è giusta come pure la posizione. Lo hanno appena pulito e così evito altri semini nelle scarpe.

Il sole è dietro le montagne ora, ma fa ancora caldo. Dopo 2km arrivo ad un rifugio, che io chiamerei più una casetta di legno che ogni tanto viene usata per feste dove c’è una fontana con una grande vasca. Il rifugio è chiuso ma nella parte frontale presenta una tettoia che mi riparerà dall’umidità. Mi voglio lavare anche se è tardi, sono troppo appiccicoso.

Ma prima metto in bocca un po’ di pane perché ho un buco in pancia da almeno mezz’ora.

L’acqua è fredda, ma è solo l’inizio a dare questa impressione perché quando immergo la gamba passa subito. Anche una volta lavato non ho freddo e quando mi metto la felpa mi accorgo di essermi decisamente scottato il collo e le spalle. Preparata la cena, che oggi mi sembra buonissima, la solita pasta con legumi, mi stendo volentieri a riposare per la notte.

Due timide lucciole mi fanno compagnia prima di addormentarmi.

GIORNO  52

Mi trovo a circa 900 m e non fa affatto freddo,quando parto sono circa le 7.30 ed alle 8 anche se sono in ombra sto già sudando. Controllando il sentiero, mi mancano circa 50 km alla fine del Molise e vorrei finirlo oggi, è lunga,ma potrebbe essere fattibile.

Da dove mi trovo vedo la costa del monte e pure il sentiero, continua in piano tutto esposto al sole. Bene così posso ricaricare le batterie. È un tratto molto panoramico e riesco a vedere la vallata che però oggi è meno interessante di ieri al tramonto.

Scopro cosa significa STI perché trovo una targhetta segnavia, Sentiero Trekking Italia. È incollata alla roccia, come molte altre che troverò più avanti.

Arrivato in una selletta dove c’è una strada asfaltata devo scendere, prendo una traccia rovinata,ma poco più avanti trovo di nuovo scritto STI e quindi sono certo di essere nel posto giusto.

Continua per 300 m fino a tornare sulla strada, ma da qui non riesco a vedere dove prosegue. Devo salire, sulla costa del monte verso un’altra sella vedo quello potrebbe essere il Sentiero Italia Molise, ma sembra cominciare dalla sella che ho appena passato. C’è una stradina di terra ma finisce su campi poco dopo che per fortuna sono stati raccolti e quindi posso tagliare senza riempirmi le scarpe. Non vedo nulla nemmeno da qui perciò salgo dritto verso il sentiero, il caldo si fa sentire, le spalle, avambracci e le gambe sono umide, la testa gocciola. Quando arrivo posso continuare in piano perché effettivamente c’è un sentiero e poco più avanti ho la conferma essere in quello giusto.

Continuando prende una direzione diversa da quella che ho tracciato io, ma probabilmente svolterà dopo la sella….invece continua verso nord e scende. Dovrei andare a Pescolanciano ma i segni non mi portano in quella direzione.

Perdo i segni e chiedo informazioni ad un agricoltore, mi stupisce sappia qualcosa riguardo il sentiero ma mi dice che ho allungato un po’, ma continuando troverò di nuovo i segni.

Ogni tanto perdo i segni perché prendono dei tagli che non noto. Ma poi ritornano sulla strada asfaltata.

Il mio tracciato ad un bivio prende la destra perciò seguo, ma scoprirò dopo un km che non è la la direzione giusta.

Torno indietro un pò e provo in una stradina, ma anche questa è bloccata dalle piante.

Ritorno al bivio con la speranza di trovare indicazioni e infatti, su una pietra nascosta dalla vegetazione, c’è il segno che cercavo.

Altre volte i segni sono nascosti dietro piante ma con un po’ di pazienza riesco a proseguire.

Arrivo a Carovilli e c’è un alimentari aperto perché ancora mattina. Non è molto grande ma ha della frutta. Prendo 4 banane, 2 pesche e un succo.

In piazza c’è una fontana e una chiesa dove stanno celebrando un matrimonio.

Le persone che sono fuori vociferano, mi trovo un posto all’ombra e comincio con una banana. Comincio a preparare l’acqua per la pasta,ma non è facile trovare un piano sul porfido per far stare in maniera stabile la bombola.

L’acqua bolle e metto la pasta, ma mentre sto per prendere il cucchiaio per girare la pasta, la bombola con l’acqua bollente cade. Parte mi finisce sulla gamba e la pasta per terra.

Inizialmente non sento molto dolore, poi pulsa. Anche grazie all’abbronzatura non vedo bene il rossore, ma non sembra grave.

Mangio il poco di pasta rimasta, e il resto della frutta che sarà il mio pranzo e finisco il succo. Ora devo capire dove continua il sentiero.

Mi mancano 30km alla fine del Molise, e ho il pomeriggio a disposizione per arrivare alla fine, impegnativo ma ancora fattibile.

Scendendo dal paese trovo i segni che mi indicano la direzione. Una bella salita che mi fa sudare da subito, e poco dopo cominco ad avere mal di pancia.

In salita faccio fatica perché il mal di pancia mi frena, ma per fortuna dopo la salita iniziale è tutto in falsopiano, ma il mal di pancia non si ferma. La gamba scottata è molto sensibile e anche il solo sfiorare le piante riesce a produrre una sensazione sgradevole, ma sono preoccupato per il mal di pancia. Ho nausea e fatico a proseguire, decido che appena trovo dell’ombra mi fermo.

Trovo un pezzo di ombra e mi fermo, una ragazza sul trattore che capisce non sto bene mi dice che c’è una fontana.

Arrivatoci mi stendo per dormire e poco dopo arriva la sorella a sincerarsi delle mie condizioni, la rassicuro così mi lascia lì. Dormo circa un’ora e mi sento meglio, ma quando mi alzo sento che devo rimettere. Mi sposto sull’erba e scarico per terra tutto il cibo. Mi sciacquo alla fontana e torno a stendermi, ma ora ho freddo. Il leggero venticello mi fa venire i brividi. Preparo il materassino e il sacco a pelo, mi sento debole. Mi sento scomodo, dormicchio un pò ma mi sveglio spesso. Vomito ancora, ora credo sia davvero tutto.

Realizzo che anche questa regione non sono riuscito a completarla senza fermarmi, mi sono fermato almeno un giorno in tutte le regioni fino ad ora percorse, speravo di rompere questa abitudine, ma sono stato fregato.

Torna la ragazza e mi dice che sua sorella mi aveva visto tra il bianco e il viola quando mi ero fermato e per questo mi aveva detto della fontana.

Si offre di aiutarmi, le chiedo gentilmente un limone, e visto che ha una casa che affitta decido sia il caso di passare la notte là anche perché vicinissima ad una farmacia. Mi dice che tramite la televisione o internet sapeva di un ragazzo con pannello solare che gira a piedi l’Italia, ma dubito di essere io.

Se ne va per continuare i suoi lavori e al tramonto torna con limone e cenere per coprire il vomito.

Esordisce dicendo che sono di Pordenone, non ne avevo parlato quindi, colpito ed affondato, sono proprio io quello di cui parlava poco fa.

Facciamo due chiacchiere e scopro che tutte e due sono romane, infatti l’accento marcato le aveva tradite e che sono venute qui per motivi personali e sono poi rimaste perché si trovano meglio.

La casa dove ho passato il pomeriggio la stanno ristrutturato, ma è in pietra e si presenta molto bene. Sono convinto che ne verrà fuori una bellissima casa.

Quando sono pronto mi porta di nuovo a Carovilli dove mi sistema per la notte.

Sono indeciso sul motivo del mio star male. Tra il cibo e l’insolazione penso sia più colpa del sole.

GIORNO 53

Sto meglio e decido di ripartire.

Mi faccio un pò di pasta che mi rimane e la condisco con quanto resta del sugo al pomodoro.

Mi metto in cammino, la temperatura è calata grazie alla pioggia di ieri, la pancia non sta proprio benissimo, ma continuo confidando migliori e comunque per 5 km sono ancora vicino alla strada perché riparto da Carovilli. Ma oggi non mi farò il sentiero perché comunque l’ho già percorso.

Faccio presto e arrivo dove avevo lasciato il sentiero, i rovi sono ancora lì. La pioggia scesa nel tardo pomeriggio di ieri non è ancora evaporata e quando comico le piante mi bagnano inzuppando le scarpe poi a volte anche i pantaloncini ma non fa freddo.

Sto percorrendo il tratturo Celano-Foggia una volta largo 110m ed utilizzato per la transumanza. Ora resta poco più di un sentiero e a volte di difficile individuazione. I rovi spesso infieriscono sulle gambe, specie nelle caviglie e mi procurano dei tagli indesiderati che bruciano quando tocco altre piante o altri rovi.

I segnavia sono recenti e abbastanza frequenti ma quando incontro tratti di asfalto finiscono e non so bene quale direzione prendere. Ogni tanto lo perdo ogni tanto lo ritrovo, ma comunque poco prima delle 13 arrivo a San Pietro Avellana. Mi fermo per una pasta e provo con dei fagioli.

È squisita, forse grazie all’appetito, ma è semplicemente davvero buona!

Non vedo segni in paese, allora cerco indicazioni per il tratturo e trovo un segno CAI abbastanza vecchio e non più con la dicitura STI ma è sulla traccia che ho preparato a casa. Lo seguo e mi porta al tratturo ma non vedo più segni di nessun tipo. Scende dolcemente ma è una strada di argilla e le scarpe si appesantiscono accumulando terra che potrebbe farmi scivolare.

Il tratturo incrocia la statale e qui non ho grossi riferimenti ma di fronte a me c’è una strada che, anche se non sono convinto sia il sentiero,mi porta dove voglio andare.  La prendo sbagliando direzione inizialmente ma poi riesco ad aggiustare il tiro.

Nella terra umida ci sono impronte di bicicletta, il che significa due cose:

  1. sto percorrendo un sentiero
  2. che la strada è abbastanza pulita.

Continuo fiducioso e incontro molte impronte di cavallo quindi da qualche parte sbuco.

Forse vedo impronte di lupo, ma essendo passati molti cavalli, probabilmente in escursione non è da escludere che avessero un cane che li seguiva anche se le impronte del canide vanno  in direzione opposta e sembrano più fresche.

Ho sudato un pò durante la salita ma per tutto il giorno non ha fatto caldo, la pioggia e le nuvole che coprivano il sole hanno mantenuto le temperature basse.

Arrivo ad un paesino, Pietransieri, dove non sarei dovuto passare, e mi sciacquo perché sono un pò sudato, riempio la borraccia e dopo un bel sorso di acqua fresca riparto.

Intanto sono entrato in Abruzzo, me ne accorgo grazie ai cartelli del Parco Nazionale della Majella.

Mi stupisce il fatto di aver fatto ormai 33 km, me è dovuto al poco dislivello accumulato.

Comincia l’asfalto fino a Roccaraso e poi fino a Rivisondoli dove penso di fermarmi. Non fa affatto caldo, stanotte sarà fresco e probabilmente anche umido. In paese trovo l’alimentari e prendo la cena e la colazione ed essendo ancora presto riprendo il cammino su asfalto e le anche cominciano a fare un po’ male come le ginocchia.

Il sole ora è completamente coperto dalle nuvole e c’è un venticello fresco, è il momento della felpa. Non vedo indicazioni per il sentiero da dopo pranzo e continua così. Lungo la strada incrocio un sentiero e c’è pure una mappa del luogo, ma del Sentiero Italia Molise nessuna traccia.

Confido di trovare un riparo e possibilmente una fontana perché ho solo l’acqua per la pasta e non per bere.

La discesa è morbida ma sento le gambe che fanno male, anche se il meteo dice che schiarisce non vale la pena rischiare, c’è una chiesa lungo il sentiero, mi mancano 5 km e spero abbia un tettoia o comunque un posto riparato.

Il freddo alle mani si fa sentire, è la prima volta da quando sono partito che si manifesta la sindrome di Raynaud, devo calmarmi, ma non mi sento agitato. Provo con la respirazione, ma fortunatamente comincia una salita che piano piano rimette in moto il sangue e ho di nuovo le mani calde. Salendo sento vociare e spero non siano persone che restano la notte perché vorrei riposare. Scopro che sono degli scout ma si sono accampati prima della chiesa. Mi avvicino per chiedere se sanno dove posso trovare acqua, c’è una fonte qui vicino e una vicino alla chiesa.

Riempio la borraccia, tentano di offrirmi degli arrosticini ma li faccio contenti rifiutando lasciandone più per loro. Torno veloce sulla strada, sono ormai le 20.45 e devo trovare un posto dove passare la notte. Mi piacerebbe stare con loro e fare un pò di festa, ma rischierei di fare tardi e magari nemmeno riposare bene.

In meno di dieci minuti sono alla chiesa, controllo se c’è un posto riparato,trovo dei bagni ma non mi danno l’impressione di essere molto puliti perciò preferisco passare la notte riparato dalle fronde di un albero.

In meno di mezz’ora ho cenato e sono nel sacco a pelo pronto per riposare. Le gambe sono bollenti,  quasi sicuramente per i rovi e le ortiche che tutta la mattina si sono divertite a punzecchiarmi e a farmi perdere la pazienza.

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