Sicilia 2016

Eccomi arrivato a Palermo pronto per  comincia la mia avventura percorrendo il Sentiero Italia Sicilia. Ho cercato di raccogliere giorno per giorno i miei pensieri, le mie sensazioni, le mie esperienze e di creare un piccolo diario di viaggio

GIORNO 14  

Nel traghetto riesco a trovare un posto abbastanza comodo anche se non mi permette di stendere bene le gambe, ma almeno è vicino ad una presa della corrente, così posso caricare bene tutte le batterie.Il traghetto attracca a Palermo alle 7.45 circa e per le 8 comincio a camminare per affrontare il Sentiero Italia Sicilia.La sera non avevo molta fame e questa mattina pure, così molto cibo che pensavo di consumare, me lo devo portare sulle spalle che subito mi danno fastidio.Il sentiero comincia 15 km da Palermo, ma io me li faccio a piedi così approfitto per dare un’occhiata alla città: la delusione è molta, è sporca, piena di rifiuti, caotica e vedo che molti non rispettano le leggi.
Attraverso un mercato del pesce dove non hanno molta cura: lo mettono in vendita così, senza nemmeno un pò di ghiaccio. L’odore è forte ma i miei passi veloci, ma l’acqua sporca a terra mi schizza di qua e di là..sento già il profumino! ;(Dopo 7 km sono fuori Palermo, sempre su asfalto ma la situazione è migliore, un po’ meno caos. È una salita continua per 20 km, passo dei paesini e poi sembra di essere di nuovo nel nulla come capitava in Sardegna.Il mio tracciato svolta, ma c’è un cancello chiuso con il lucchetto: controllo la mappa e provo con la svolta successiva ma non cambia nulla. Chiedo ad una persona del posto e mi dice che il sentiero è più avanti: devo scendere un centinaio di metri ed allungare un pò il tragitto, ma presto trovo la strada che cerco e raggiungo il tracciato.La vista spazia e a sud c’è Piana degli Albanesi, dove mi fermerò per rinfrescarmi e bere dell’acqua.Mi sono adattato molto bene al caldo, ma lo zaino pesa e mi fa sudare per non parlare delle spalle che continuano a darmi problemi, ma almeno piedi e ginocchio stanno bene.La strada e poi il successivo sentiero sono semplici, continua con un bel tratto di asfalto e ho già fatto 45 km: oggi sono fresco e riposato ma non voglio esagerare perché poi pagherei tutto.Ho ancora un’ora e mezza prima del tramonto, e dopo una breve sosta a Ficuzza percorro altri 4 km dove trovo una fontana, mi sciacquo e decido di mangiare per poi ripartire alla ricerca di un posto dove dormire. In mezz’ora abbandonante sono in marcia per arrivare a 52 km dove trovo uno spiazzo per stendermi e passare la notte.  

GIORNO  15  

La notte la passo bene, dormo circa 8 ore. Poi verso le 5.30 mi sveglio, ma decido che è ancora troppo presto. Mi giro e rigiro senza dormire più e verso le 6 comincia ad alzarsi il vento. Mi preparo e parto poco prima che le prime gocce di pioggia arrivino, ma sono davvero poche e non mi dispiace che mi facciano compagnia per un pò.Il fisico sta bene, la vecchia vescica al tallone destro si fa appena sentire, ma la spalla sinistra comincia da subito a darmi parecchi fastidi.Il vento continua e le nuvole sono grigie e si muovono nella direzione in cui devo andare io..ovviamente!
La mattina passa veloce e trovo anche delle indicazioni riguardo il Sentiero Italia però sono insufficienti e mi affido alla mia traccia, poi a Villafrati chiedo per sicurezza ma nessuno conosce i luoghi in cui devo andare. Chiedo a più persone ma non riesco ad incrociare le informazioni,  decido perciò di essere nella direzione giusta.La spalla non dà segni di miglioramento, provo a modificare la posizione dello zaino ma il sollievo dura per poco.Arrivo ad un cartello informazioni e non c’è molto da leggere per cui provo lo stesso, ma finisco in una strada privata che arriva ad una casa,  torno indietro e proseguo per la strada asfaltata arrivando a Ciminna dove trovo un cartello simile molto più utile e con il sentiero che devo percorrere tracciato.Mi fermo per rifocillarmi di acqua e cibo: trovo una fontana dove c’è un grande albero che fa ombra e in poco più di mezz’ora sono di nuovo in piedi pronto a ripartire.
Da qui fino a Montemaggiore Belsito non ho informazioni, quindi cerco la strada più corta e Google Maps mi offre una scorciatoia rispetto al mio tracciato perciò la prendo, ma non è una vera e propria strada ma un percorso tra piante di vario tipo che mi fa risparmiare tempo ma mi riempie le scarpe di foglie e semi. La strada poi migliora e diviene asfaltata per poi tornare di nuovo coperta da piante.Ora ho gli ultimi 17 km prima del prossimo paese.Il pannello solare sembra andare bene, perciò mi concedo un pò di musica, la funzione random mi regala 3 canzoni energiche così il dolore alla spalla sparisce e mi sento così ricaricato che ho voglia di correre, ma non voglio rischiare.Un signore in macchina mi ferma incuriosito per qualche domanda e quando riparto un dolore al tibiale destro mi colpisce. Ma proprio al 40esimo km doveva capitare? Grrr..Riesco a continuare senza problemi.. Poi finalmente, dopo moltissimi alberi di fico, mi appare un ramo con un frutto maturo e morbido. Il primo fico!! Ne cercherò altri, ma molti sono ancora acerbi.Arrivo a Montemaggiore verso le 20, ma l’ultima salita mi ha fatto sudare parecchio perciò appena trovo una fontana mi lavo gambe, braccia e viso con il sapone. Che goduria! ;)Poi chiedo  informazioni per un alimentari che fortunatamente è vicino ad una fonte di acqua potabile, ma il negozio non apre prima delle 9 di mattina.Trovo un posto riparato e nascosto dalla strada per la notte, fa ancora troppo caldo per  sacco a pelo ma ci sono zanzare e quindi mi infilo comunque.
Dieci, forse quindici minuti dopo mi sveglio per “andare alla toilette”, mi alzo dal materassino e sento la gravità schiacciare il mio corpo, ho dolori dappertutto,  dolori articolari e mi sento stanco, schiacciato a terra.
Prima di addormentarmi litigo con qualche zanzara, non ho ancora ben capito chi abbia vinto!

GIORNO 16

Stanotte una macchina è venuta a curiosare, in fondo ero dietro una casa abitata ed il garage era proprio da quella parte, ma la mattina ho il tempo di prepararmi con calma e riguardare il sentiero: decido di andare avanti fino al paese successivo dove farò la spesa e così parto senza perdere tempo.Ho fatto qualche modifica al sentiero, o meglio, sono riuscito a trovare una mappa e quindi a scoprire il vero tracciato. Il cielo è coperto e c’è un po’ di vento ma i panorami sono molto interessanti, ogni successiva vallata offre delle ottime viste.Ad un certo punto trovo un riccio sulla strada che mi si avvicina senza troppo timore, ma non ho nulla da potergli dare, approfitto per fargli faccio una foto e proseguo. In un bevaio (una abbeveratoio) troverò delle rane che ad ogni mio movimento vanno a nascondersi sott’acqua e vengo pervaso da un forte profumo di menta provenire da grandi piante verdi.Poco prima delle 13 arrivo a Scillato  giusto in tempo per trovare il supermercato aperto, ma non c’è nulla di mio gradimento se non un the al limone. Sono affranto, esco e come per magia mi accorgo che di fronte a me c’è il camion della frutta e verdura dove prendo 2 banane, 2 pesche ed una decina di pomodori.Pranzo con pomodoro, una banana ed una pesca. Faccio con calma, alla fine il pranzo è pronto e non perdo tempo a cucinare!Riprendo il cammino piuttosto sazio, e mi ci vorrà un pò di tempo prima di prendere il ritmo.
Oh oh.. devo fermarmi perché la pancia è un po’ sottosopra e potrebbe essere un pò di dissenteria, ma fortunatamente nulla di cui preoccuparsi.Dopo una salita bella tosta (la pancia in difficoltà di certo non aiuta!), comincio il sentiero delle Madonie, ma non è molto curato purtroppo forse perché tratta di una salita di 1000 mt continui in pochi km.
Lungo un pezzo di bosco trovo un palco di daino che decido di portare con me e successivamente di lasciare al primo rifugio che incontrerò.
Dopo qualche piccola difficoltà il sentiero continua pressoché in quota su una carrareccia poi continua con una discesa per risalire verso il rifugio. Per tutto il tratto dopo i 1000mt di salita la temperatura sarà molto più bassa anche grazie al vento ma la felpa e la vista di diversi daini e cinghiali me lo fanno dimenticare.
Arrivo al rifugio che il sole sta per tramontare, chiedo informazioni sul sentiero, possibili bivacchi ed acqua, ma inizialmente non ho molte risposte e decido di fermarmi per cenare.Mi aspettavo una cena abbastanza spartana ma comunque migliori di quelle che mi preparo solitamente, ma con gran sorpresa mi arriva antipasto, primo, secondo, acqua e vino. Mangio tutto e non tocco nemmeno l’acqua da quanto sono pieno.Oltre a me ci sono due ospiti con i quali scambio due parole e riesco ad avere qualche informazione utile: il proseguo del sentiero non è ben segnalato. Bene!Il ragazzo che mi ha servito sentendo la mia storia mi lascia il numero di telefono per sicurezza e qualche frutto.Esco dal rifugio e la temperatura è ben diversa dall’interno, mi sento davvero pieno, e questa combinazione assieme al vento ed al buio mi convincerà a fermarmi pochissimo dopo: una piazzola ecologica coperta fa al caso mio, vi trovo anche tre materassi; uno lo metto sotto così evito di gonfiare il mio di materassino gli altri li uso per fare una barriera per il vento.Prendo sonno subito.  

GIORNO  17  

Dormo tutto d’un fiato e mi sveglio poco prima del sorgere del sole, c’è ancora un po’ di vento e so che fuori dal sacco a pelo è più fresco delle altre mattine, temporeggio ma la vescica chiama, esco e torno dentro al calduccio.  Controllo il sentiero, mi hanno detto la sera prima che il primo pezzo è brutto e segnato male.
Mangio la frutta tra un passo e l’altro ma la pancia non sta molto bene, brontola ed ho un brutto presentimento. Intanto il sentiero comincia ed è  davvero brutto,  poi migliora ed infine diventa pessimo: sono costretto a seguire tracce di pascoli o molto probabilmente di bestie selvatiche. Da lontano vedo dei cervi e dei cinghiali.Il vento è fresco e non riesco a togliere la giacca fino a quando non comincia la salita che dovrebbe essere mal segnata, ma in realtà è ben tracciata e ben segnalata, a dire il vero anche troppo in alcuni punti.Il sentiero da 1300 mt mi porterà a 1800 mt per poi scendere a 900, tutto il tratto in salita è bello, panoramico anche se molto freddo per il vento e per le temperature come scoprirò a valle. Mi devo fermare perché la pancia non sta bene, forse  ho bevuto del’ acqua non potabile, forse la frutta non lavata o chissà per quale altro motivo non sto bene ed anche il ritmo ne risente. Attorno a me ci sono moltissimi fiori gialli che hanno un profumo molto intenso e piacevole e mi aiutano a distrarmi dai pensieri che ho per la pancia.La discesa è un po’ impegnativa sia dal punto di vista fisico che visivo: ci sono molte tracce di bestiame e l’erba è alta, ma grazie alla traccia sul cellulare quando mi perdo riesco comunque a prendere la direzione giusta.
A valle arrivo a Petralia Sottana dove azzardo a comprare del cioccolato che non aiuterà molto la mia situazione, il primo pezzo(100g) lo divoro visto che è una grande fonte di energia e io ne ho bisogno.. anche se sono goloso riesco a mettere da parte l’altro.
Mi preparo il pranzo e controllo ancora una volta le mappe e le informazioni perché c’è qualcosa che non mi torna.
Quindi faccio una lunga pausa dove tra riso, fagioli, biscotti ai cereali e cioccolato mangio quasi 1kg di cibo. Ma ho lasciato il pezzo restante di cioccolato sotto il sole e quindi ha cominciato a sciogliersi..per mio gran dispiacere dovrò mangiare anche quello!Finalmente riparto, un po’ in difficoltà, ma riparto.  Per fortuna il sentiero è facile, ben segnato e con poco dislivello. Ed in circa 8 km dovrei arrivare alla tappa successiva..ma sbaglio sentiero e perdo una tappa, decido di continuare nella direzione senza passare per Geraci Siculo perché comunque ho cibo per la notte e il giorno dopo arriverò a Capizzi.Le mappe che ho trovato fanno finire il sentiero a Geraci e non prosegue.. ma per fortuna dei carabinieri si fermano per capire cosa sto facendo e hanno una mappa un po più estesa della mia, questa mi permette di continuare per altri 5-10 km. Poi un buco fino a Capizzi perciò proseguo per la strada più breve.Mentre cammino sento un agnellino: è solo, mi si avvicina forse pensando sia il padrone poi corre veloce in discesa verso delle case nella mia direzione ma si ferma perciò scavalco la recitazione e mi faccio seguire fino a dove ho visto altre carpette. Sembra quasi felice da come trotta.. Lo faccio entrare nella recinzione ma non riesce ad interagire con il gregge e scappa dal recinto.Allora mi faccio seguire fino alle prime case dove prima di preoccuparsi del agnellino si preoccupano di me e mi riempiono di domande facendomi perdere tempo. Poi finalmente dopo buoni 20 minuti si trova quello che dice di essere il padrone, così posso continuare.Ormai sono le 20, lungo il sentiero trovo delle ciliegie, questa volta sono rosso semitrasparente, e dal gusto un pò acidulo ma ne mangio un pugno, poi proseguo trovando pere e fichi non ancora pronti.Continuo per altri 3-4 km fino ad un bevaio indicatomi dai padroni dell’agnello, intanto la mezza luna fa luce sulla strada che sto percorrendo. Al bevaio posso avere acqua per il giorno dopo e prepararmi la cena ma non ho fame e mi metto a dormire.La notte mi sveglio e la luna è tramontata così posso godere per la prima volta della Via Lattea, da Cassiopea fino al Sagittario.  

GIORNO 18  

Mi sveglio un pò sudaticcio, non faccio colazione per cercare di risolvere il problema alla pancia e per fortuna non ho nemmeno fame. Fatto lo zaino mi accorgo di aver perso lo stimolo odontoposturale. Uno strumento molto importante per la performance che voglio mantenere. Lo cerco ma non c’è dove ho passato la notte e pensandoci devo averlo tolto dove mi sono fermato a mangiare ciliegie, così mi costringo controvoglia a scendere e cercare, mentre torno indietro penso e ripenso dove posso averlo perso e come. Ma non ho nulla di molto chiaro in testa. Sicuramente ce lo avevo quando ho riportato l’agnello, ma poi vuoto.Arrivo al ciliegio, ma non c’è. Cerco un’altra volta ma nulla. Allora provo ad andare ancora più indietro, ma da qui il sentiero è meno pulito.Arrivo fino ad un punto in cui un anziano in trattore mi ha fermato per chiedermi cosa facevo vista l’ora tarda e ricordo di averlo avuto. Nemmeno lì lo trovo. Rassegnato ritorno percorrendo lo stesso tracciato e casualmente lo trovo in un posto dove non me lo aspettavo.Sollevato arrivo al bevaio, 2 ore e mezza andate per cercare ed 8 km aggiunti al percorso.  Decido di fare colazione, ma mangerò solo riso. Il sole comincia a scaldare e so che sarà una giornata calda.Il sentiero continua pressoché su una cresta dove ci sono diverse pale eoliche per poi immettersi in un bosco molto fitto dove vedo diversi cinghiali con i piccoli e non sentendomi arrivo ad una distanza di 15-20 metri poi scappano a gambe levate. All’ombra del bosco si sta bene, ma al sole fa caldo e sudo più dei giorni precedenti.Arrivo ad un bivio quando ormai sono le 13.30 e decido di rischiare con il cioccolato. Non si è ancora sciolto quindi lo mangio, poi finisco le arachidi ed il lievito inattivo che avevo con me, non è molto ma non ho acqua sufficiente per bollire il riso.Riprendo il passo e il caldo si fa sentire, le salite sono ripide e non ho più acqua con me ma al paese non manca molto, saranno poco più di 5 km e spero di trovare una fontana ma dovrò aspettare. C’è un ultima discesa che mi fa perdere velocemente quota e poi la risalita al paese.
Per la salita trovo una traccia, quasi sicuramente di bestiame che mi permette di evitare molti tornanti, ma significa che la salita diventa più ripida e con il caldo che fa sudo molto, ogni leggera folata di vento è una benedizione che rinfresca tutto il corpo.Arrivo al paese e cerco l’alimentari. Sono passate le 4 di pomeriggio e dovrebbe essere aperto; ne trovo uno ma è chiuso allora arrivo in piazza e chiedo informazioni, ma mi dicono che il mercoledì sono tutti chiusi il pomeriggio.Avevo programmato la tappa qui per fare rifornimento e poter attraversare tutti i Nebrodi senza problemi, ma senza cibo è difficile. Intanto trovata una fontana, bevo un pò e mi sciacquo. Fortunatamente trovo un negozio dove hanno un po’ di succo e dei fagioli in lattina così inizialmente prendo un succo ed un ghiacciolo, ma poi torno per i fagioli ed un altro litro e mezzo di succo.Decido di cenare in paese e Google mi suggerisce una pizzeria/pasticceria, perciò vado a chiedere quando potrebbe essere pronta la pizza sperando la facciano subito così posso ripartire e guadagnare qualche km. Prima delle 19.30 non ci sono pizze, ne prenoto due marinare e decido di aspettare dove ho trovato l’acqua: ho più di un’ora e mezza e il sole è ancora molto caldo, così decido di lavare bene le gambe vista la posizione comoda del getto. Qualche persona del posto è incuriosito ma nessuno fa storie o domande. Lavo pure i calzini che si sono riempiti di terra e sassolini e mi metto ad aspettare godendomi gli ultimi raggi. Il succo mi ha rigenerato anche se da quando mi sono fermato i muscoli si sono raffreddati e quindi cammino con un’andatura goffa facendomi notare ancora di più di quanto già mi si noti.Le pizze sono pronte in orario e io resto nel locale a mangiare così intanto chiacchiero con i proprietari che mi consigliano di passare la notte in paese perché nel bosco ci sono i maiali selvatici e mi suggeriscono di andare ad un bevaio dove ci sono i bagni pubblici. Sono in una pasticceria e io da bravo goloso quale sono, chiedo dei dolci ma nonostante la scelta sia molto limitata, esco con due brioche!Così una volta finito i racconti e la cena mi dirigo al bevaio, strada facendo dei tizi mi fermano incuriositi e chiedo informazioni riguardo al mio tracciato, in particolare sulla disponibilità di acqua e da come me ne parlano sembra dovrò quasi nuotare per poter proseguire.Una volta al bevaio trovo i bagni pubblici chiusi e da molto visto l’accumulo di aghi di pino all’interno ma per stanotte andranno benissimo e mi sistemo lì vicino per la notte.
Fa caldo anche la sera, con il busto devo restare fuori dal sacco a pelo. Cerco di dormire ma faccio fatica, poi un cane mi vede e comincia ad abbaiare, quando finalmente se ne va prendo sonno ma faccio sogni strani e deduco sia colpa delle pizze..forse ho mangiato un pò troppo forse!  

GIORNO 19  

Mi sveglio più volte quando il sole comincia a rischiarare, perciò decido di prepararmi e cominciare a muovermi. Sono in anticipo rispetto al solito, il sole è basso ma promette una giornata molto calda, c’è molta foschia e la luce radente mi fa vedere la sagoma dell’ Etna.Mi ritrovo a scendere una valle dove la temperatura cala ed è piacevole.
Oggi voglio ascoltare un pò di musica e sento che oggi sarà una giornata positiva, se la spalla si farà sentire io non l’ascolterò e mi concentrerò sul ritmo delle note nelle mie orecchie.
Continuo su asfalto, poi una carrareccia per finire su una traccia non ben definita che ad un certo punto mi offre rovi o di attraversare una pozzanghera e così finisco col fango fino sopra la caviglia; il sentiero finisce e devo continuare nel bosco, che per fortuna, non presenta molti arbusti e rovi.Trovo un ruscello dove pulisco le gambe e le scarpe e proseguo seguendo qualche traccia di animali selvatici, vedo anche una faina che cerco di fotografare, ma si accorge di me e sparisce. Dopo un pò di peripezie arrivo al sentiero della dorsale dei Nebrodi: ora mi aspettano più di 40 km prima di Floresta, la prossima tappa.
È un continuo saliscendi su asfalto, ciottolato, strada bianca e rari pezzi di sentiero non segnato bene e non c’è traccia di acqua. Verso le 11 si alza un forte vento che mi accompagnerà tutto il resto del giorno e quando non sono protetto dal bosco mi farà barcollare.
Verso le 13 arrivo ad un lago dove trovo una finalmente una fontana, il vento è tiepido ma è tanto forte da non farmi sudare, e per fortuna vista la mancanza di acqua, ma non mi permetterà neanche di cucinare il riso nè di stare al riparo.I piedi sono ancora umidi perciò tolgo scarpe e calzini e cerco di asciugare tutto: da qui sono 31 km fino al paese, e prevedo di arrivare poco prima delle 20, giusto in tempo per la chiusura dell’alimentari. Il vento nelle zone aperte si diverte a sbilanciarmi e io sto al gioco, quasi come un equilibrista.In una zona il cellulare prende e ricevo messaggi che chiedono se sto bene, sembra ci sia un incendio nella zona delle Madonie.Con la giornata calda di ieri ed il forte vento di oggi, quelli della forestale devono avere un bel gran lavoro da svolgere per spegnere l’incendio.Il sentiero è lungo, un saliscendi continuo su una pista per la maggior parte buona, ma quando mi trovo fuori dal bosco il vento mi destabilizza.Ad un tratto un animale si muove davanti a me. Una volpe. Ma, aspetta… Non è rossa. È grigia. Potrebbe essere la rara volpe argentata? Non lo so, ma sono abbastanza sicuro di aver visto del pelo grigio.Alcuni tratti sono molto umidi, la pista si divide per evitare queste buche che ad ogni passaggio diventano sempre più fonde, poi comincio l’ultimo tratto di asfalto, dove trovo dei tratturi che mi permettono di tagliare delle curve, e anche se è ripido, non ci penso due volte.Sono abbastanza stanco e quando arrivo sulla provinciale c’è ancora il vento a tormentare il mio equilibrio, ed ad ogni macchina che passa sto molto attento a non finirci sotto: è difficile, ma basta una folata più forte o che cali di colpo e mi sposto anche di un metro. Per fortuna le auto stanno lontane da me ed arrivo in paese, ma anche se sono in orario, non c’è un alimentari. Mi devo accontentare di una macelleria/latteria che si permette di tenere qualcosina in più e scelgo un po di pane e marmellata.La fontana e a fianco al negozio ed io trovo un posto riparato dal vento poco più in là.Decido di cenare e poi trovare un posto meno centrale e meno in vista, ma una volta cenato la voglia è poca, e poi ormai mi hanno visto tutti.Raggruppo le mie cose vicino lo zaino, stendo il materassino e mi metto nel sacco. Nessuno mi disturberà per tutta la notte.  

GIORNO 20  

Mi sveglio, e mi giro per qualche altro minuto.Poi decido che è ora. Il sole è sorto da poco e comincio con la colazione, finisco il pane e la marmellata restata dal giorno prima. Alla fontanella mi lavo i denti ed il viso, una persona del postointanto si ferma a fare colazione con un po’ di fette biscottate, mi chiede da dove vengono e cosa faccio.. Poi mi spiega come trovare la strada e di stare attento perché potrei trovare dei cani non troppo amichevoli.Comincio a camminare ed infatti poco dopo trovo tre cani non tropo simpatici, ma che non si avvicinano più di tanto, così continuo per arrivare a Randazzo dove troverò un supermercato per fare la spesa.Passo per un’area attrezzata chiamata Santa Maria del Bosco,  molto  curata e dove mi sarebbe piaciuto passare la notte. Magari la prossima volta!!!
C’è moltissima foschia e la cima si vede a malapena e la trovo una cosa molto strana visto il vento forte del giorno prima.Metre scendo trovo due ragazzi che probabilmente hanno passato la notte proprio lì visto lo zaino attrezzato con sacco a pelo e materassino, quanto mi piacerebbe andare al loro ritmo. Ma li passo quasi a velocità doppia ed in poco tempo non mi vedono più.Arrivo a Randazzo presto,  faccio la spesa anche per il giorno dopo e mi fermo a lungo per riposare e mangiare prima di salire fino al Rifugio Sapienza.Resterò li quasi due ore, ed il caldo comincia a fare effetto.Quando parto ho lo zaino carico per non farmi mancare nulla in vista della cima dell’ Etna; questa volta parto con le borracce piene perché so che per i prossimi 30 km non troverò acqua. Una volta uscito dal paese trovo dei signori che mi suggeriscono una leggera modifica al sentiero perché dicono che il tratto successivo sia abbandonato e mi consigliano una strada asfaltata con una fonte. Dritto di corsa alla fonte (di corsa si fa per dire!). Il caldo e lo zaino un po’ più carico mi stanno facendo sudare molto, e una volta arrivato mi rinfresco la testa.Il tratto continua in salita su asfalto che sembra spingere tutto il calore verso di me.È il momento più caldo da quando sono partito.  La schiena, la testa, le braccia sono completamente bagnate ma per fortuna arrivo ad un bosco, dove almeno posso sperare in un pò di ombra. Faccio altri 10 km e mi fermo per bere,  tolgo le scarpe per far respirare i piedi.Dei due litri di acqua me me resta solo mezzo e ho ancora 20 km da fare prima di arrivare al rifugio. Ma dopo altri 5 km mi fermo ancora a bere approfittando per far riposare la spalla che ha cominciato a farsi sentire. Il caldo per la quota e per l’ora è calato ma le borracce sono ormai vuote.Il sentiero è comunque facile e lo percorro a buon passo, sia in salita che nei tratti in discesa.Arrivo al rifugio verso le 19.30 e chiedo informazioni riguardo la salita, ma le guide hanno chiuso.Passo al bar per l’acqua visto che non ci sono fontane in zona. Me ne serve per la cena circa 500 ml e poi almeno 2 litri per il sentiero di domani e altra da bere pre partenza per essere ben idratato ed evitare problemi di quota anche se relativamente bassa.
€ 2,50 un litro e mezzo. Dopo tutta l’acqua che ho trovato in giro presa da fontane, fontanelle,  bevaio e quant’altro mi pare un furto. Ma o pago o non riuscirò a salire e se per caso farà caldo ne avrò proprio bisogno.Mi fermo un pò al bar per bere e rubare un po’ di energia dalla presa elettrica, poi me ne vado dietro al rifugio per cenare e passare la notte.  

GIORNO 21  

Mi sveglio alle 5.55, non ho fame né sete ma devo mangiare e bere. Raccatto i rifiuti della cena e vado a buttarli al rifugio, ancora tutti dormono. lo zaino in fretta e comincio a salire,  mi sforzo di fare colazione. Salgo con i biscotti in una mano e l’acqua nell’altra. Mi impicciano e quindi mi sforzo ancor di più a mangiare ma soprattutto bere. Appena ho bevuto abbastanza da poter schiacciare la bottiglia e farla stare nello zaino mi fermo e la ripongo, ma devo fermarmi anche perché la pancia ancora non sta bene.  Così per due volte.Mentre sto salendo un pò goffamente, un ragazzo a passo svelto mi supera.. Chiedo se è una guida,  risponde “No no, solo una passeggiata”, alla faccia.. A quel ritmo?!  Comunque mi fa realizzare che non sto andando al mio ritmo e mi sto facendo sopraffare dalle sensazioni. Dopo un centinaio di metri sto andando al suo ritmo e poco dopo ancora più forte. Dopo una decina di minuti siamo pari… Ma mi dice che per il cratere centrale, la cima, devo prendere un’ altra direzione. Lo ringrazio, soprattutto per avermi dato il ritmo.Così continuo in direzione giusta e lontano vedo altre due persone. Controllo la mappa e vedo che posso tagliare, la lava è fina ma compatta così riesco a recuperare un po’ di tempo.Procedo un pò, ma mi devo fermare perché sono sprofondato nella lava fino sopra la  caviglia e ho le scarpe piene di sassi.I ragazzi che ero riuscito a superare mi sorpassano di nuovo ma la stessa sorte tocca a loro e così siamo pari. Sono due ragazzi cechi che girano la Sicilia e vogliono salire il vulcano. Arriviamo quasi assieme a 3200 mt dove loro si fermano al primo cratere e dove termina il sentiero.Io voglio arrivare in cima, ma non c’è sentiero. Per il forte vento decido di mettermi la giacca, e trovo un riparo ma una folata di vento mi ruba il respiro perché porta con sé i fumi del vulcano.Il tratto fino in cima prosegue su lava instabile e molto abrasiva. In questo momento vorrei degli scarponi con la caviglia protetta, ma ho delle semplici scarpe da trekking.Perdo l’equilibrio più volte e mi graffio le gambe scoperte.Non sento nulla.Proseguo fino alla cima cercando di non respirare i gas solfurei, ma quando accade mi bruciano le narici. L’Etna è un vulcano ancora attivo e si deve fare i conti con gli inconvenienti che questo comporta.Arrivato in cima la vista è bloccata dalla tremenda foschia che è presente, quello che riesco a vedere è solo l’ Etna. Un paesaggio davvero lunare..quasi marziano: solo roccia e fumi.Anche per la discesa non c’è sentiero per circa 200 mt. Cerco di tagliare dritto il più possibile ma è difficile stare in equilibrio tra le rocce instabili ed il vento forte.Ho le scarpe piene di sassetti e polvere; il sentiero continua su una strada polverosa ed ogni passo alzo della polvere o sassi che continua ad accumularsi nelle mie scarpe!La discesa è lunga, trovo una ragazza sola che sale.. Chissà perché lei lo sta facendo..40 minuti più tardi una ventina di persone la seguono, ma sembrano molto meno preparate e più abituate a dei tour turistici.Dopo svariati km arrivo ad un rifugio con delle tavole e decido di fermarmi per il pranzo. Preparo il riso e fagioli; mentre comincio a sparecchiare tre giovani cercano una grotta che sta proprio di fronte al rifugio. A me sembra semplicemente un buco nel terreno senza altre qualità. Mi chiedono quanto manca alla strada: circa 6km e do indicazioni secondo la mia mappa. Scendendo mi accorgo che hanno messo un cartello che potrebbe trarli in inganno facendogli allungare il percorso.Spero siano riusciti a non sbagliare, perché da come proseguivano gli sarebbe servito molto tempo per scendere se avessero sbagliato.Si prosegue sempre su lava fino a quando non incontro la strada “quota mille” un’ asfaltata su due corsie che circumnaviga il vulcano a circa 1000 mt sul livello del mare. Arrivo a quella che potrebbe essere la mia prossima tappa: Mojo Alcantara.  Entro nell’ alimentari e procuro un pò di cibo da mangiare subito, per la cena e per la colazione. La discesa di oltre 2800 mt mi ha stancato e mi fermo per riposare. Dopo un’ora riprendo perché è ancora presto per fermarsi, così riesco a fare ancora 6-7 km prima che sia buio. Trovo una casa abbandonata a fianco la strada.
Il tetto da una parte è aperto e non c’è la porta , ma sono comunque riparato. Mangio e sono subito nel sacco per dormire.La notte verso le 2.30 si alza un forte vento che entra dalla porta ed esce dal tetto, sono contento di aver trovato questa casa durante il mio Sentiero Italia Sicilia che mi ripara un pò.  

GIORNO 22  

Mi sveglio e il sole sta già sorgendo, ma non ho voglia di cominciare.
Un’ora dopo mi sveglio ed è meglio se comincio a muovermi approfittando dell’assenza di vento.
Devo fare un lungo tratto di asfalto, ma trovo una strada secondaria che mi fa tagliare un pò e non avendo indicazioni precise, la prendo! Passo vicino a un borgo potenzialmente bello, ma abbandonato e poi ritorno su asfalto. Nei pressi della portella Mandrazzi vedo per l’ultima volta l’Etna perché poi sarà sempre coperto dai monti o dalle nuvole. In 5 km sono a Fondachelli, ma aspetta..oggi è domenica..nooo. Sicuramente in un paese così piccolo non trovo nulla di aperto e infatti è proprio così. Chiedo ad una persona del posto e mi conferma che domenica è chiuso. Ma mi invita a mangiare in una comunità di immigrati dove lui lavora.Ma per un vegano come me c’è solo un pò di insalata brasiliana ed una fetta di anguria. Il resto ha tutto carne ma un ragazzo riesce a recuperarmi del pane, due mele ed un intero cespo di brasiliana.
Sono a terra con l’energia elettrica quindi approfitto di una presa. Mangio con calma per permettere al cellulare di ricaricarsi ma, una volta finito, il cellulare non si è ricaricato. Il cavo probabilmente si è leggermente rovinato nello zaino ed il contatto ogni tanto salta.Ma sono fortunato, perché comincia a tuonare e poi piovere e chiedo se posso fermarmi invece di andarmene su per i monti con questo tempaccio. Affermativo!Perciò mi fermo fino alla carica completa del cellulare (circa due ore) e intanto approfitto del Wifi per aggiornare casa e sistemare alcune cose.Riparto con il clima parecchio più freddo, e man mano che salgo c’è sempre un pò di venticello fresco o qualche nuvola che copre il sole.  Comincio la dorsale dei Pretoriani e più avanti dovrei arrivare ad un rifugio, ma non so se lo troverò aperto, se ci sarà un bivacco e dell’acqua. Ne ho mezzo litro abbondante con me, ma mi servirà per il riso. Per fortuna non sudo e non mi viene sete perché lungo il percorso di circa 20 km non trovo fonti. Sono le 20 e comincia a fare freddo, nel bosco è molto umido. Quando arrivo al rifugio ci sono delle mucche, ma nessuno a badarle. Sono molto fortunato perché trovo acqua ed un tetto dove poter stare riparato ed isolato dal freddo e dall’umidità.
Dentro questa capanna con il tetto di paglia è buio pesto perciò lascio la porta aperta mentre preparo la cena ed un vitello curioso si avvicina ma senza entrare. Resta li un po’ ad osservarmi, poi se ne va.
Il riso è pronto non ho nulla con cui condirlo perché mi è rimasto solo il cespo di brasiliana datomi dal ragazzo al centro di accoglienza, non ho nemmeno il sale… Ormai da 5 o 6 giorni a dire il vero.Preparando il riso mangio un pò di insalata che farà sembrare il riso amaro, perciò mangerò il riso e solo alla fine la verdura.  

GIORNO 23  

Alcuni raggi di luce entrano nella capanna ma anche oggi non ho molta voglia di cominciare presto, ma so che mi aspettano 48 km alla fine è voglio finire oggi anche perché altrimenti resto senza cibo.
Mi rigiro sino alle 7.30 passate.
Perciò mi alzo, fa ancora freddo perciò mi sposto fuori al sole per preparare lo zaino e, quando sto finendo di prepararmi il riso per colazione, arrivano i due gestori dell’area attrezzata che appena pronto mi invitano per il caffè. Perderò del tempo in chiacchiere e mi dicono che gli incendi dei giorni scorsi probabilmente sono dolosi e che hanno fatto un sacco di danni.Mi offrono un cetriolo, un limone e dei pomodori ciliegini. Sono le 9 quando parto, un pò tardi rispetto alla mia tabella di marcia quindi dovrò muovere il culo velocemente. Finisco la colazione con l’insalata. È tanto ricca di acqua che non dovrò bere nulla per tutto il giorno col risultato che mi fermo continuamente per fare pipì!Il sentiero continua sulla dorsale dei Pretoriani fino a Messina,  i km passano, ogni tanto il dolore alla spalla si fa sentire ma ho un buon ritmo, non incontro nessuno per strada, una svolta a destra una a sinistra, vedo un monte con le antenne e sono quasi sicuro che si tratti del Dinnamare, ma è a 12 km da me in linea d’aria.
Sotto c’è Messina.
Ancora lungo il percorso, ma mancano solo 30km alla mia meta,  si perché ormai quando leggo che mancano 30 km non mi sembra così tanto, poi so che l’ultimo tratto è una lunga discesa perciò dovrei percorrerla un po’ più velocemente.È un continuo saliscendi di 100mt, 80mt e 40mt perciò riesco a tenere un buon ritmo senza calare troppo il passo. Verso mezzogiorno mi fermo per mangiare e mi resta il limone ed i pomodori. I pomodori li finisco mentre aspetto il riso, così decido di farmi un piatto da veri chef, un piatto di alta cucina: riso con il limone.
Mentre mangio la mia opinione cambia diverse volte ma lo finisco tutto. Quando riparto sono sazio, ma in mezz’ora ho un buco nello stomaco. Ogni tanto lo stomaco chiama e ho voglia di mangiare qualcosa di sostanzioso.Passo dopo passo arrivo alla discesa finale, quella che mi porta nel caos della città.Più mi avvicino e più i rumori e gli odori della città si fanno presenti fino a quando mi ritrovo nel bel mezzo del traffico, tra auto che sfrecciano, semafori, immondizia.
L’unico con lo zaino, con le gambe graffiate dalla lava dell’ Etna e ancora sporche e nere per la polvere che si è appiccicata.
Dopotutto sono ormai due settimane che non mi faccio una doccia. Il busto è la zona peggiore perché non sono riuscito nemmeno a sciacquarlo. Ma quando mi siedo il pantaloncino mi resta appiccicato, quindi anche le gambe tra polvere e sudore non se la cavano bene.Con la poca batteria rimasta cerco un supermercato, ne trovo molti e non so quale scegliere. Poi cerco un centro commerciale, comodo perché sicuramente ha un bagno, ma è a un’ora a piedi.
Non ho voglia di camminare così tanto ma comincio la strada fino a quando trovo un supermercato per fare la spesa.
Esco con lo zaino pieno. Provo ad andare in direzione della spiaggia sperando di trovare una fontana o delle docce ma è una spiaggia usata solo da pescatori.
Io la userò per passar la notte.  

ANNOTAZIONI TECNICHE SENTIERO ITALIA SICILIA: ho percorso 454,30 km. Dislivello 21900 mt Positivo e Negativo.

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